In un momento in cui il nostro governo è entrato nella crisi politica, il problema della situazione economica che l’Italia sta subendo a causa della pandemia, ha eclissato un evento oscurato anche dai media concentrati su notizie di altro genere. Mi riferisco all’entrata dell’Italia nella più importante organizzazione internazionale come le Nazioni Unite, che hanno compiuto 75 anni. Il nostro Paese esattamente 65 anni fa, dopo un percorso travagliato, in quanto era stata responsabile, durante il secondo conflitto mondiale, di essersi schierata con la Germania nazista, entrava come membro delle Nazioni Unite. I nostri padri costituenti si erano impegnati per riscattare il Paese attraverso l’inserimento di un articolo che potesse favorire a tutti gli effetti l’ingresso nella famiglia dell’ONU.
ONU e art. 11
Ci si riferisce all’articolo 11. Sancito che il nostro Paese ripudia la guerra come mezzo di offesa alla libertà degli altri popoli e come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie. In questa norma da sottolineare il divieto dell’uso della forza e il bando della forza come strumento di aggressione. Ovviamente, non si può non riconoscere che la forza può essere solo usata per legittima difesa.
ONU e Italia
L’Italia decise di mettere al bando ogni forma di nazionalismo. Di aderire alla dichiarazione della Carta dell’ONU in cui si stabilisce che per diventare membro delle Nazioni Unite lo Stato deve essere amante della pace. E favorire la cooperazione con gli altri Stati membri della comunità internazionale. L’obiettivo dell’Italia, dopo l’uscita dalla tragedia del secondo conflitto mondiale, era quello di limitare la propria sovranità alla pace.
Un gesto che non mancò di suscitare polemiche
Certamente, non è stato piacevole per il nostro Paese essere stato protagonista nella stesura della Carta delle Nazioni Unite. A causa della contrarietà dell’allora URSS che poneva il veto cioè la non approvazione della richiesta italiana di ingresso dell’Organizzazione internazionale. A questo divietò seguì il deteriorarsi dei rapporti fra Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. Che portò a un congelamento per alcuni anni dell’entrata di nuovi Stati.
Solo negli anni Cinquanta del secolo scorso, l’Italia iniziò ad essere uno degli attori fondamentali sul palcoscenico internazionale. Ancor prima iniziò i suoi primi passi partecipando alla nascita della CECA, poi CEE e oggi UE, e alla istituzione dell’Alleanza atlantica.