Da anni la Reyer Venezia, oggi Umana Reyer, è una delle squadre di pallacanestro più vincenti d’Italia. Da quando è arrivato coach De Raffaele infatti l’Umana è riuscita ad arricchire la bacheca con ben due scudetti storici, due coppe Italia ed una Supercoppa, senza scordare ovviamente il recente trionfo in Supercoppa da parte della Reyer femminile.

La Reyer Venezia
La storia della Venezia cestisca inizia però da molto più lontano ed è tanto speciale da renderla diversa da tutte le altre squadre. La società Reyer prese vita grazie ad un grande uomo di Lissaro, anche se poi è diventato a tutti gli effetti un vero veneziano, che alla città sull’acqua dedicò anima e corpo, promuovendovi lo sport e l’educazione fisica. Pietro Gallo, così si chiamava, fondò nel 1872 la Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer. Quest’ultimo, al quale Gallo dedicò appunto il nome della società, era un insegnante e si ea impegnato a diffondere la cultura della ginnastica in tutta la penisola.
La prima pallacanestro
Nei primi del Novecento la pallacanestro cominciava ad essere conosciuta in Italia, la città di Venezia a tal proposito fu importantissima, e la squadra di basket della Reyer nata nel 1925 trovò la sua nuova casa. Si trattava della Scuola Grande della chiesa della Misericordia, non proprio una palestra bensì un’antica scuola di Battuti che fu attiva dal Trecento fino agli inizi dell’Ottocento. Il palazzetto della Reyer, per gran parte dei suoi primi anni, fu infatti una chiesa con tanto di affreschi che ospitava fino ai 1500 spettatori. In questo modo i tifosi si trovavano spesso a contatto con i giocatori e la storia dell’arte si mischiava con il mondo orogranata, a testimonianza di quanto Venezia e la Reyer siano speciali.
I primi trionfi della Reyer Venezia
I primi campionati italiani vennero vinti da squadre molto forti come la Ginnastica Triestina, la Ginnastica Roma e l’Olimpia Milano e la Reyer Venezia sbocciò trionfante nel biennio 41-43, vincendo due scudetti consecutivi. Ci sarebbe anche un terzo, vinto in una finale contro la Ginnastica Triestina, ma la Federazione, a seguito di un ricorso presentato dagli avversari, decise di non omologare quello scudetto.

I nomi della leggenda
Erano gli anni della grande Reyer e del magnifico Settebello (il roster poteva essere composto solo da sette giocatori) che portarono la Venezia cestistica nella storia. La squadra era composta da leggende dello sport del territorio come De Nardus, Fagarazzi, Garbosi, Montini, Penzo e i fratelli Stefanini, da ricordare in particolare Sergio, detto Caneon, uno dei migliori giocatori italiani di sempre a detta di Dan Peterson.

Reyer Venezia e Misericordia
Il teatro del primo scudetto fu una Misericordia presa d’assalto dai tifosi, anche da personaggi illustri come Valentino Mazzola ed Ezio Loik, due grandissimi calciatori che qualche anno più tardi passarono dal Venezia al Grande Torino, che si preparavano a trasportare emotivamente la Reyer alla conquista del suo primo tricolore contro la Bruno Mussolini Roma.

Una curiosità
Tra gli avversari spiccava il diciannovenne Vittorio Gassman, un giovane ragazzone alto quasi un metro e novanta del quale si diceva un gran bene. Il Mattatore in quella partita non riuscì ad incidere e la Reyer, che finì la finale con quattro uomini in campo, vinse con il risultato di 33-28. L’anno successivo gli orogranata replicarono e vinsero il secondo tricolore, senza però giocare la finale contro la seconda classificata, ovvero la Virtus Bologna. All’epoca infatti non c’erano i playoff e per un solo punto (non esisteva il supplementare ma il pareggio che valeva un punto) Venezia arrivò in prima posizione.
Il buio e poi la luce
Negli anni ’50 e ’60 la Reyer visse periodi non felicissimi, passando dalle delusioni delle retrocessioni alle gioie delle promozioni. A riaccendere il fuoco sarà il grandissimo Steve Hawes, centro americano che portò la Reyer a brillare nel biennio 72-74, prima di approdare nell’NBA e rimanerci per dieci stagioni.

Reyer Venezia e i giorni più vicini
Il basket nel frattempo iniziava ad essere seguito da sempre più persone e nel 1977 la Reyer trovò una nuova casa, la sua seconda: il palazzetto dell’Arsenale. La Venezia sportiva ritornò a vivere partite importanti e la squadra sfiorò addirittura il successo in Europa, perdendo la finale di Coppa Korać contro la Joventut Badalona al tempo supplementare per 105-104. Un vero peccato considerando che in quella Reyer giocavano campioni come Spencer Haywood, oro olimpico a Messico 1968, e la stella Dražen Dalipagić, uno dei giocatori jugoslavi più forti di sempre. Proprio quest’ultimo in una partita contro la Virtus Bologna fece segnare il record di 70 punti realizzati in una sola partita, meritandosi una targa celebrativa all’Arsenale che ricorda le statistiche di Praja, come era soprannominato, in quel match.

Tonino Zorzi e la “sua” Reyer Venezia
Una figura sicuramente importante e di rilievo nella Reyer di quegli anni era rappresentata dal Paron Tonino Zorzi, allenatore simbolo della storia della pallacanestro italiana. Il nome di Zorzi è ovviamente legato a Venezia, città nella quale il Paron è stato a più riprese coach (e vice) della Reyer per tantissime stagioni. In un arco temporale che parte dal 1971 e finisce nel 2010. Per i tifosi orogranata Zorzi incarna al meglio lo spirito e l’orgoglio del mondo Reyer. Tonino nella sua carriera da allenatore guidò infatti la squadra alla promozione in Serie A1 per ben tre volte. La prima nel 1976 e le seguenti nel 1981 e nel 1986. Senza dimenticare in campo europeo l’imperiosa cavalcata fino alla beffa della già citata finale di Coppa Korać.
Gli anni ‘90
In quegli anni con l’addio di Dražen, che nella sua carriera giocò anche in piazze come Verona e Udine, la Reyer non riuscì a mantenersi ad alti livelli. E ad inizio anni ’90 arrivò anche l’addio all’Arsenale. La nuova casa divenne così il Taliercio, il palazzetto che è ancora oggi è il teatro dei trionfi della Reyer del sindaco Luigi Brugnaro.
L’era Brugnaro

Chi rappresenta infatti un pezzo importante di storia della società è proprio il patron Brugnaro. Che nel 2006 divenne il presidente della sua squadra del cuore. L’insediamento di Brugnaro portò una nuova ondata di calore e passione che nel giro di pochi anni fece tornare la Reyer nel massimo campionato nazionale. Il meglio però doveva ancora venire. L’attuale sindaco di Venezia aveva in mente un progetto ben studiato che avrebbe riportato l’Umana alla grandezza degli anni d’oro. I risultati gli hanno dato ragione e, anno dopo anno, la Reyer si è sempre migliorata, raggiungendo i successi che tutti oggi conosciamo. Il presente ci dice che la Reyer è una delle squadre più forti d’Italia. Ma, conoscendo l’ambizione e la creatività del patron Brugnaro, il futuro potrebbe regalare una realtà ancora più grande.