I sindacati veneti di Cgil, Cisl e Uil si sono ritrovati a Verona per la manifestazione regionale sul tema “Ripartire dal lavoro”. Trecento i posti a sedere e distanziati in piazza Bra, che hanno visto la partecipazione di tutti i territori e settori dell’economia veneta. Almeno altri 150 gli iscritti di Cgil, Cisl e Uil Veneto nelle zone adiacenti. Sul palco si sono alternati i delegati di molte categorie, per descrivere le difficoltà di questa fase.
Dal palco Christian Ferrari e Gianfranco Refosco, rispettivamente segretario generale di Cgil Veneto e di Cisl Veneto, insieme a Roberto Toìgo, segretario generale di Uil Veneto, hanno ribadito i contenuti della manifestazione. Si tratta della prima manifestazione, in contemporanea in 23 piazze italiane, “in presenza” dopo il lock-down.

Ferrari (Cgil): “Il lavoro umile ha salvato il Veneto”
“Il lavoro, quello più umile e faticoso, ha salvato il Paese nel momento più buio – ha dichiarato Christian Ferrari, segretario generale della Cgil del Veneto -. Due terzi delle persone che non hanno mai smesso di lavorare, anche durante il lockdown più duro, erano lavoratrici. Nel farlo hanno rischiato e non di rado perso la salute, spesso per salari con cui si fatica ad arrivare a fine mese.A loro vanno il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza. Nessuno adesso pensi di fare a meno del mondo del lavoro nell’assumere le decisioni che incideranno sul futuro del Paese, che va rimesso in piedi e fatto ripartire”.

“Lo diciamo al Governo nazionale, a quello regionale, agli enti locali, alle nostre controparti a partire da confindustria. I contratti di oltre dieci milioni di lavoratori (centinaia di migliaia veneti) vanno rinnovati, aumentando i salari e restituendo diritti – aggiunge Ferrari -. Vanno destinate risorse alla Sanità e alla Scuola, due settori decisivi del nostro welfare cui sono state tagliate decine di miliardi di euro negli ultimi anni. Gli investimenti devono avere una regia pubblica per essere indirizzati a vincere le die sfide che abbiamo di fronte: quella ambientale e quella tecnologica. Va creato lavoro di qualità per dare opportunità alle nuove generazioni, che non possono più subire la precarietà. I fondi per fare tutto questo ci sono, anche grazie alla battaglia che l’Italia ha saputo condurre in Europa. Vanno spesi beni, per combattere le diseguaglianze e costruire un Veneto e un’Italia più giusti”.

Refosco (Cisl): “Individuiamo insieme le priorità”
“Serve un cambio di passo del governo, negli ultimi mesi abbiamo gestito con l’ottica di emergenza, ora si deve parlare di ripartenza – dichiara Gianfranco rehiosco, segretario generale di Cisl Veneto -. La ripartenza scolastica decisa solo a metà agosto, non è questa la strada giusta da seguire. Quello che oggi non manca sono i soldi, la lista delle spesa infinita presentata dal governo è sbagliato come concetto. Bisogna prima individuare le priorità. Alla nuova giunta regionale chiediamo impegno su sanità e rilancio economia”.
Veronese (Uil): “Bisogna ripartire dal lavoro”
“L’unica possibilità che abbiamo per rialzarci è ammettere che non è andato tutto bene, come facevamo scrivere ai bambini sotto i disegni dell’arcobaleno. La crisi dovuta alla pandemia ha acceso un enorme riflettore sui punti di debolezza del nostro Paese, frutto di decenni di scelte sbagliate, di promesse rimandate, dimenticate o rinnegate”. Ivana Veronese, segretario confederale nazionale della Uil, ha chiuso la manifestazione “Ripartire dal lavoro”.
«Se non avessimo fatto tagli alla sanità pubblica – ha aggiunto Veronese – non saremmo stati senza posti nelle terapie intensive. Idem per la scuola: tutti si sono accorti solo ora della mancanza di personale, di strutture. In un’altra situazione mai costretti a tenere i bambini lontani da scuola per sei mesi”.

“La proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti che abbiamo voluto fortemente non produrranno gli effetti desiderati se il Paese non sarà in grado di ripartire attraverso una progettualità e una visione che concentri la propria azione sul lavoro, sulla persona e di conseguenza sulle necessarie riforme a partire da quella fiscale. Ci ritroviamo invece in un contesto sociale difficile, condizionato da un immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere le opportunità che le risorse europee, Recovery Fund e lo stesso Mese, sarebbero in grado di realizzare. Servono nuove risposte in particolare per giovani, donne e pensionati che in questi mesi hanno pagato, più di altri, per la mancata pianificazione di misure in
grado di garantire un supporto concreto”.