Abbiamo intervistato Stefano Zecchi, filosofo, accademico, scrittore, giornalista e opinionista italiano, ex professore ordinario di estetica presso l’Università degli Studi di Milano. È stato assessore alla cultura al comune di Milano dal 2005 al 2006. Oggi si candida a Sindaco di Venezia con il Partito dei Veneti
Professor Stefano Zecchi cosa l’ha spinta a candidarsi Sindaco di Venezia?
“Mi ha offerto la candidatura il Partito dei Veneti, organizzazione autonomista senza ambiguità. Dalla mia prima esperienza come Consigliere comunale di Venezia nel 2000, mi è stato chiaro che la città deve avere uno Statuto Speciale, come, per esempio, Berlino, Vienna, Amburgo, per sviluppare la sua autonomia fiscale e, in generale, amministrativa, in grado di oltrepassare i vincoli delle leggi nazionali nel rispetto dei trattati europei. Solo uno Statuto Speciale può ridare vita a Venezia come capitale d’Europa e ridefinire la realtà della terraferma con un nuovo piano urbanistico ed economico che consenta a Mestre di essere la City di Venezia e Porto Marghera (che presenta una realtà geografica simile alla parte sud di Manhattan) una Battery Park affacciata sulla laguna”.
Chi teme di più tra i suoi avversari, considerando anche che in queste amministrative ci sono molte civiche?
“Ho un’educazione politica liberale, per cui ho imparato a rispettare la dignità di ogni avversario, grande o piccolo che sia”.
Cosa può dare lei in più a Venezia?
“La mia storia personale, che bene si coniuga con l’autonomismo del Partito dei Veneti”.
Cosa rimprovera all’amministrazione uscente?
“Almeno le promesse non mantenute: una volgare presa in giro nei confronti dei cittadini. Poi, se vogliamo aggiungere un’ovvietà: la sua incapacità amministrativa che, appunto, è sotto gli occhi di tutti”.
Chi è Stefano Zecchi?
“Ho fatto molte cose: lo scrittore, il giornalista (sono iscritto all’Ordine), il consigliere comunale, l’assessore, il presidente di importanti istituzioni pubbliche e private, il consigliere d’amministrazione di altrettante importanti istituzioni e forse altro ancora che non ricordo, ma, comunque, rimango un professore universitario, dal 1979 ordinario all’Università di Padova e poi all’università di Milano: la professione che ho amato di più. Ma non l’esperienza che ho amato di più: quella l’ho vissuta con la nascita di mio figlio Federico quando avevo 59 anni. Il mio primo e unico figlio: per me si è trattato di una magnifica rivoluzione antropologica di cui ringrazio ogni giorno il Padreterno (e mia moglie: anche di mogli ne ho avuto una sola)”.
Si sveglia e scopre di essere diventata Sindaco. La sua prima reazione?
“Un biglietto aereo per me e per il mio migliore collaboratore per Bruxelles. Ho già i documenti e i protocolli pronti per chiedere alla UE lo Statuto Speciale. Porterò anche una catena e un lucchetto per incatenarmi all’ingresso del Parlamento europeo o della commissione europea (vedrò dove posso stare più comodo), finché non ci daranno lo Statuto Speciale”.
Il prof. Stefano Zecchi lo voterei:non lo posso fare perché abito in provincia di Venezia. Sono trascorsi 26 anni da quell’occasione in cui ebbi modo di ascoltarlo e parlargli. Mi colpì la sua non arroganza, il suo non essere personaggio e la sua umiltà. Gli feci questa domanda che scrivo qualora la leggesse e se ne potesse ricordare. “L’ho ascoltata con interesse: per lei scrivere è il raggiungimento del canone della bellezza?Rispose: Per la verità non ci ho mai pensato. Scrivere mi dà tanta serenità. Di seguito mi raccontò i suoi inizi, di quando capì che poteva scrivere e in quale situazione . La mia curiosità fu bruscamente interrotta da una signora alla quale parve che avessi oltrepassato il tempo a mia disposizione. In bocca al lupo, professor Zecchi!