Come in un racconto educativo, cioè con la morale in coda, ecco una scenetta registrata l’altro giorno in piazza Ferretto a Mestre:la colonna sonora è quella della folla vagabonda fra bancarelle, pista di ghiaccio e Babbi Natali. In altre parole, la tipica confusione natalizia con musiche registrate e il concerto delle voci umane che è il “suono” autentico della città.
In mezzo a quel turbinio, un bambino di cinque-sei anniè fermo, tutto impegnato a fare le bolle di sapone, appena comperate insieme alla sorellina: chiare e iridescenti,quelle sfere fragilissime sembrano danzare davanti a lui, estasiato, come le fate di una fiaba. Ma pochi secondi dopo cominciano ad alzarsi, come volessero spiccareil volo, veleggiando leggiadre nell’aria fresca, bolle fuggitive che il loro creatore vorrebbe trattenere e infatti si arrabbia – la rabbia di un bambino deluso!- e grida, contrariato: “Mi scappano! Mamma, scappano via!”

Gli scappano le bolle, bel fenomeno che lo sorprende e sbalordisce: sono cose sue, le ha appena create con il suo fiato tiepido, e un vento freddo e imbroglione gliele ha rubate! Si era illuso di trattenerle. Ma, anche volesse, il piccolo non potrebbe fermarle, perché gli scoppiano in mano quelle che riesce a catturare e le altre svaniscono lassù, dove le luci dei festoni natalizi sembrano aspettarle.

Ah quel volto, quella voce! Ci vorrebbe la poesia di un Giovanni Pascoli, o di un Gianni Rodari, per interpretare quell’espressione.
Anche gli adulti, dice il saggio, inseguono le bolle di sapone, anche quando non sono quelle da loro stessi create; con la differenza che hanno altri nomi: i “grandi” giocano conoscendo le leggi della fisica, o almeno ne hanno sentito parlare: sono leggere e fragilissime, chi le tocca le uccide; però l’adulto continua a produrle, tenacemente, e le fa anche molto voluminose e luccicanti. Poi arriva il vento della Storia che le rapisce e distrugge.E questa è la morale.
Una voce dall’”ignoto regno”
Forse è esperienza diffusa, non solo personale. Fatto sta che certi autori, specialmente scrittori, abitano in noi, ben radicati e parlanti: li possiamo definire fantasmi conviventi, e qualche volta sono maestri di vita, suggeritori e confidenti. A ricordarceli, nei grovigli del presente,direi a risvegliarli ci sono gli anniversari, un libro ritrovato, un programma televisivo, una frase ecc. A me succede con Dino Buzzati, che ho incontrato sempre nelle prime letture contagiose delle sue opere e solo una volta di persona.

Ora l’editore Mondadori rimanda in libreria le Cronache fantastiche che “rinascono” dopo molti annia cura di Lorenzo Viganò, ed è questa notizia che ha risvegliato in me il grande scrittore bellunese che ebbe il genio di trasfigurare la vita reale e aprire una porta sull’immensità del mondo che sta “oltre”. Lui ha varcato una soglia che è nota solo ai bambini, ai poeti e ai visionari. È un passaggio che posso indicare con le parole dello stesso scrittore:
“Per una misteriosa congiura ci si trova al confine estremo, al limite, e basta un niente per passare di là, nell’ignoto regno dove ormai tutto è possibile”.
Il “mio” Buzzati è stato un grande narratore, un autore del nostro tempo che nel suo vertiginoso fantasticare (che sfiorava la fantascienza) seppe anche usare le immagini pittoriche, quelle sue “cronache figurate”che assomigliavano ai fumetti e non erano.
Padroneggiava diversi linguaggi, e mi piace ricordarlo come esemplare giornalista che, dai crudi fatti, che sono “le cose della vita”, ci portava poeticamentea visitare i territori fiabeschi della realtà parallela.
Improvvisi

(poesia)
I
Se il cuore avesse la voce
non potrebbe dire parole
per quanto semplici e avare
ma darebbe colpi ritmati
come un tamburo di pace.
Se il tuo cuore, sognandomi
avesse la consapevolezza
del mio e del nostro legame
esulterebbe all’unisono:
e sarebbe musica con-corde.
II
Ho sognato di te che partivi
su un treno dorato e svelto
e mi lasciavi a cuore spento
sulla soglia della quotidianità.
Sola tu solo io, lontani eslegati
da un dio senza nome, ci resta
il miracoloso scambio dei sogni
e di pensieri urgenti come sos…
III
C’è in questo nostro amarci
la profondità delle altezze
celesti che un po’ mi spaura.
Dove sei tu, là sono anch’o
come da promessa sponsale.
Nell’etere dei futili con…….
Le nostre voci sono purissime
Anonimo ‘24
Bolle di sapone – sogni – fantasia – fiabe – che bei mondi dove potersi rifugiare ! Ne abbiamo tanto bisogno. Intorno a noi sentiamo e
vediamo tante brutture crudeli e tristi …
Il mondo dei sogni è un’ottima alternativa x aspettare giorni migliori …