In questo anno e mezzo di pandemia tutti noi ci siamo chiesti come sarà cambiato il mondo che conoscevamo, prima, quando l’incubo sarà alle spalle. L’iniziale ottimismo dell’andrà tutto bene è svaporato presto e, complice anche l’emergenza climatica, le previsioni non sono così rosee come vorremmo. Il nostro possibile futuro neanche troppo lontano ci viene suggerito in un romanzo da pochi giorni in libreria: ad appena un anno dall’uscita, per i tipi di Marsilio, di Nero come la notte, che ha vinto il Premio Scerbanenco nel 2020, Tullio Avoledo con il suo nuovo noir distopico dal titolo Come navi nella notte, pubblicato sempre da Marsilio nella collana “Farfalle”, immagina e descrive il post covid con convincente realismo.
Il post covid

Protagonista di una storia ambientata in un’Italia post-pandemica, appunto, dall’atmosfera cupa e soffocante, è lo scrittore Marco Ferrari, autore di gialli che in Germania hanno un grande successo, gialli mai tradotti in lingua italiana per sua precisa volontà – un po’ come quelli di Dona Leon – che narrano le avventure di Gianni Venier, un detective dai tratti piuttosto stereotipati che si muove in una Venezia descritta attraverso quei luoghi comuni tanto amati dagli stranieri (e questa è la ragione per cui il suo autore vorrebbe “ucciderlo”, in contrasto, ovviamente, con l’editore). Ferrari è un ex poliziotto che ha dovuto espatriare a Friburgo dopo aver denunciato i colleghi macchiatisi di un violento e sanguinoso pestaggio al quale peraltro ha partecipato e di cui si è in seguito pentito. Va da sé che per lui tornare in patria non è consigliabile perché potrebbe essere facile bersaglio di una vendetta da parte di chi è stato condannato per causa sua, ma è costretto a tornare in Friuli, a Sabbie Dorate, per vendere la casa al mare, teatro delle sue vacanze con la famiglia fin da quand’era bambino.
Il Covid lascia le sue tracce nel mondo
Ciò che gli appare sia durante il viaggio che all’arrivo è sconvolgente: l’Italia dopo il lockdown e le restrizioni determinate da quella che viene chiamata “La Situazione” è diventata una provincia economica della Cina – che da decenni si è preparata alla conquista dell’Europa (p. 310) – ed è governata da forze politiche ultranazionaliste di destra in uno scenario che contrasta fortemente con la Friburgo verde ed ecologista in cui lui vive ormai da lungo tempo. Molto è cambiato: alla frontiera controlli dei passaporti sanitari, sensori che verificano da remoto la temperatura corporea dei viaggiatori, autostrade deserte, parallele alle quali si snodano rotaie di treni cinesi supersonici. Vengono messi in vendita quelli che sono ritenuti cespiti inutili: un museo, una diga, un porto, per pagare il debito accumulato verso i benefattori esteri (p. 226), il Veneto è una regione autonoma, il Covid19 ha creato muri e barriere dove prima non c’erano (p. 232). Ma è soprattutto Sabbie Dorate a risultargli irriconoscibile: la pineta che ospitava le sue scorribande infantili e adolescenziali è minacciata da speculazioni edilizie, le ville sono in gran parte abbandonate e in vendita, la cittadina ha un aspetto spettrale e inquietante così come tutto il paesaggio che ha attraversato durante il suo viaggio in auto. Con sé ha le bozze del suo ultimo romanzo da correggere nei tempi morti mentre attende i possibili acquirenti. L’abitudine di tenere aperte sullo schermo del pc, mentre lavora, delle finestre che restituiscono immagini da telecamere posizionate in varie città del mondo trasforma in un attimo quello che doveva essere un noioso e breve soggiorno in una rutilante, pericolosa e drammatica avventura. Un vecchietto che porta a spasso il cane sulla spiaggia di Sabbie Dorate all’improvviso scompare dall’inquadratura, vittima di un rapimento, e il cane sembra vittima di una sparatoria, rimanendo ferito a una zampa. Il passato da poliziotto di Ferrari lo porta a indagare su quanto può essere successo, insieme a Miriam, l’enigmatica veterinaria che curerà l’animale dalla ferita.
Un documento per Marco Ferrari nel post covid

Inizia così una sequenza di eventi che coinvolgono moltissimi personaggi, tanto inquietanti quanto ambigui, in un crescendo rossiniano che non dà tregua al lettore: un professore universitario russo negazionista dei campi di sterminio nazisti, un algido poliziotto cinese, un giovane seminarista ucraino, un antiquario triestino, un’ospitale albergatrice, un ex commilitone avido di vendetta, una coppia di anziani tedeschi, nazisti radunati al Salone dell’Incanto di Trieste per un ballo di debuttanti, politicanti corrotti e molti altri.
Tutto ruota intorno a un documento datato “febbraio 1939” che sembra contenere informazioni preziosissime e determinanti per l’equilibrio politico mondiale, documento per il quale molti sono disposti a torturare e uccidere.
Marco Ferrari si trova coinvolto, quindi, in un gioco molto più grande di lui e deve mettere in campo tutte le sue capacità di ex poliziotto e di giallista per non soccombere, destreggiandosi per le strade invase da una folla di giovani ubriachi che festeggiano la Pentecoste, braccato da nemici spesso insospettabili. Ci riuscirà? Ce la farà ad avere salva la sua vita e quella di Miriam, per tornare nella sua Friburgo, dove spera di ritrovare la compagna Magda, una fotografa che sta rischiando la vita in lontani teatri di guerra?
Scenario apocalittico del mondo post covid
La narrazione di Avoledo, in perfetto equilibrio da sfrenata fantasia e realismo, è ricca di colpi di scena, di citazioni storiche, letterarie e musicali (vi consiglio di crearvi una playlist con i brani che nel corso di quei terribili giorni ascolta Ferrari), ma anche riflessioni su un’umanità che si confronta con eventi straordinari e drammatici come il post covid. Un travolgente umorismo, a cui Avoledo ci ha abituato fin dall’esordio nel panorama letterario, impregna le pagine meno cruente, i dialoghi sono serrati e perfetti, le descrizioni precise e a volte visionarie, confermando una volta di più la sua straordinaria capacità di creare storie e personaggi indimenticabili con una scrittura ricca e godibilissima che ci ricorda come “viviamo in un mondo che ha dimenticato la Storia, il progresso, ogni minima utopia sfuggita al crollo delle ideologie” (p. 404).
Chi è Tullio Avoledo

Tullio Avoledo, friulano, è nato a Valvasone nel 1957 e vive e lavora a Pordenone. Ha pubblicato Mare di Bering (Sironi, 2003, Einaudi, 2004), Tre sono le cose misteriose (Einaudi 2005), Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi, 2007), La ragazza di Vajont (Einaudi, 2008), L’ultimo giorno felice (Edizioni Ambiente, 2008, Einaudi, 2011), L’anno dei dodici inverni (Einaudi, 2009), Le radici del cielo (Multiplayer.it, 2011) e La crociata dei bambini (Multiplayer.it, 2014) – due romanzi ambientati nel Metro 2033 Universe inventato da Dmitrij Gluchovskij –, Furland® (chiarelettere, 2018). Insieme a Davide Boosta Dileo ha scritto Un buon posto per morire (Einaudi, 2011). Per Marsilio ha pubblicato anche i romanzi Chiedi alla luce (2016), Lo stato dell’unione (2020), L’elenco telefonico di Atlantide (2021, suo romanzo d’esordio pubblicato nel 2003 per Sironi) e Nero come la notte (2020, premio Scerbanenco).
Tullio Avoledo, Come navi nella notte, Venezia, Marsilio 2021.
Recensioni così mettono una gran voglia di scrivere.
Grazie.
Grazie a te per i tuoi romanzi!