La buona critica d’autore, ormai, non viaggia solo nei supplementi blasonati dei quotidiani, anzi. È materia duttile, ama il web, vive nelle testate online che hanno la capacità di monitorare costantemente il campo d’indagine, restringerlo o allargarlo secondo le esigenze del momento. Dilaga nei social, una condivisione dopo l’altra. Così l’estensore delle recensioni, in particolar modo librarie (ma il medesimo destino può essere condiviso anche dai critici cinematografici, ad esempio) diviene – settimana dopo settimana – quasi un influencer.
Quando poi, a raccontare trame, a suggerire spunti, è una penna conosciuta come Annalisa Bruni, il gioco è fatto. Bellissima, ed estremamente utile, è dunque la raccolta Leggere il Nordest, appena uscita per i tipi della casa editrice Cleup, che raccoglie 124 suoi testi critici pubblicati quasi tutti sul giornale online éNordEst nel corso di quattro anni, dal 2020 al 2024. Un periodo difficile, con l’era Covid a fare da spartiacque tra paura, reclusione forzata e riemersione. Il quadro che Bruni tratteggia attraverso le sue letture è quello di un mondo che fa i conti con l’angoscia, ciascuno a suo modo; che vive sognando orizzonti distopici, o si tuffa in profonde autoanalisi. Una cartina di tornasole formidabile per scoprire come siamo cambiati.
Saper Leggere il Nordest

In fondo, tutto il giornale http://www.enordest.it (oggi quasi un quotidiano) è un sismografo accurato del nostro territorio: dall’attualità, alla politica, appunto alla cultura (e per una volta lasciateci parlare di noi, dell’entusiasmo, dell’accuratezza che ci mettiamo, con la partecipazione di firme eccellenti e la tenuta costante sull’attualità): uno sforzo riconosciuto dai lettori, che ci ha assicurato centinaia di migliaia di contatti, e un profilo in crescita costante.
Di tutto questo Annalisa Bruni, con il suo lavoro certosino e costante, pazienza e capacità di analisi, è una pedina indispensabile: giornalista e critica, oltre che autrice di testi letterari e radiodrammi, oggi anche curatrice di cicli d’incontri con autori per M9, Museo del Novecento di Mestre, ha composto negli anni un mosaico di grande interesse sullo stato di salute della nostra editoria, non lasciando indietro nessuno degli autori che ha apprezzato, magari per le ragioni più diverse: gli esordienti e i celebri, i giallisti e i patiti del romanzo storico, tra le nebbie veneziane e il traffico mestrino, con qualche deviazione di percorso, tra l’Iran e le montagne.
Leggere il Nordest con Annalisa Bruni

La lettura – o rilettura per gli affezionati che seguono abitualmente la sua rubrica – delle recensioni raccolte nel volume, rivela focus inaspettati. Quasi un diario degli anni trascorsi: «L’inattività forzata – racconta Annalisa – che ha costretto a casa tutti noi, ha dato anche dei frutti: un buon numero di libri sono nati proprio durante la cattività, chiamiamola così. In alcuni casi, gli autori l’hanno esplicitato sia nel testo che nelle introduzioni, o prefazioni. Hanno approfittato – prosegue – per riflettere non solo o non soltanto su cosa stava accadendo, ma proprio sulla propria vita e sulle scelte esistenziali. Il Covid19 è anche entrato dentro le storie narrate, come elemento scatenante oppure sottotraccia del plot».
Tanti nomi noti

Nomi noti come Tullio Avoledo; autentiche rivelazioni come Diana Chiarin con il suo Le sirene della notte o Cristina Gregorin, con L’ultimo testimone; conferme importanti come il romanzo Gli occhi di Shiva di Elisabetta Baldisserotto. Citarli tutti, gli autori, più di cento, è impossibile in questa recensione di un libro di recensioni. Una voce, tuttavia, su tutte, è indispensabile riportarla: quella di Edoardo Pittalis, che di http://www.enordest.it è il Direttore. Lui sa tessere la rete ed evidenziare l’essenziale, in questa galassia di nomi e storie. Nella bella prefazione che dedica al volume, il puzzle della nostra realtà si ricostruisce organico, cosciente, attuale: «A scorrere le pagine della Bruni – scrive – si trovano Proust e Pasolini, creatrici di festival letterari come Bruna Graziani e il suo “CartaCarbone” di Treviso.
Si incrociano commissari alle prese con delitti tra calli, montagne, vigneti, città. Baristi e filosofi, operai e pastori. Il tramonto del Nordest attraverso le sue città: Roberto Ferrucci che racconta di quando “Mestre era vitale” e forse un po’ più narrativa; Stefano Cosmo e i suoi guerrieri dentro la gabbia in una Marghera di operai licenziati perché il Petrolchimico si è quasi spento, la povertà e la droga, ma anche la rivalsa, quella sì non si è mai spenta. Viene in mente – aggiunge – il coraggio di Jack Gobbato, il ragazzo del Centro Sociale che si fa uccidere per difendere una ragazza scippata e minacciata da un immigrato clandestino, uno dei tanti senza nome e senza identità in un paese che non riesce a fare i conti con la realtà».
Così Leggere il Nordest di Annalisa Bruni ci può aiutare, nel senso di un giornalismo che “sta sul pezzo” anche quando scrive di cultura. Con misura, passione e il coraggio di scegliere da che parte stare.
Grazie, Francesca, per questa acuta, generosa e appassionata recensione al mio nuovo libro. Ti ringrazio davvero infinitamente per la tua attenta lettura e per le belle parole che hai voluto dedicare al mio Leggere il NordEst. Sono onorata dal tuo apprezzamento!