La vendemmia 2024 si è conclusa a fine ottobre con la raccolta del Raboso che è l’ultima varietà presente nei vigneti del Veneto. La campagna viticola 2024 è stata fortemente condizionata dalle piogge primaverili continue e abbondanti e dalle alte temperature estive, che hanno favorito un forte sviluppo di malattie fungine (peronospora e oidio su tutte, in aggiunta alla Flavescenza dorata), oltre a grandinate ed eventi atmosferici estremi. L’insieme di tutto ciò ha prodotto una annata che potremo definire “strana”,sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, iniziata in anticipo per le varietà precoci come lo Chardonnay ed il Pinot Grigio e che poi si è “normalizzata” con le altre tipologie.
Prodotti 280 mila quintali di uve, la quantità prodotta nel 2024 supera leggermente quella del 2023
Dal punto di vista della qualità delle uve si evidenzia che, chi è riuscito ad effettuare efficaci interventi con prodotti fitosanitari, ha ottenuto uve di buona qualità, mentre qualche problema, anche quantitativo, lo hanno riscontrato gli agricoltori che non sono intervenuti tempestivamente in campo. La media qualitativa però, si è attestata su buoni livelli e l’annata si è conclusa, per la Cantina di Cona, con il conferimento da parte dei soci di circa 280.000 quintali di uva, quantità leggermente superiore all’annata 2023.
Cantina di Cona, 320 soci per un’area di oltre 1.800 ettari, la più grande struttura del Veneto meridionale
La Cantina conta 320 soci ed un’area di produzione che supera i 1.800 ettari.
Le aziende associate sono collocate prevalentemente nel territorio del Veneto meridionale che va della bassa veneziana alla bassa padovana, con anche imprese importanti del rodigino, del vicentino e del veronese.
Le aziende socie della Cooperativa hanno investito notevolmente nella viticoltura che, al momento, resta il comparto agricolo in grado di garantire il reddito maggiore sul fronte dell’innovazione tecnologica e colturale. La maggior parte delle aziende infatti operano una viticoltura altamente meccanizzata e specializzata, basti pensare che più del 95% delle uve conferite in Cantina sono raccolte meccanicamente.
Produzione Prosecco DOC in testa con 135mila quintali pari al 49% delle uve lavorate
“Anche quest’anno la Glera, destinata alla produzione del Prosecco DOC, ha rappresentato la varietà più coltivata e conferita dai Soci con circa 135.000 quintali, rappresentando, da sola, il 48,6% delle uve lavorate – spiega Stefano Tromboni, presidente della Cantina di Cona e presidente di Confagricoltura Venezia -.In crescita il conferimento del Pinot Grigio che, con i 99.000 quintali conferiti si attesta al 36% delle uve totali. Buona anche la produzione del Chardonnay che ha raggiunto i 9.000 quintali come discreta è il conferimento del Moscato che si attesta sui 5.500 quintali. Da menzionare, infine, per quanto riguarda le uve a bacca bianca il Glera IGT e le altre uve bianche per un totale di circa 20.000 quintali. Continua la diminuzione degli ettari coltivati ad uve rosse la cui somma non arriva a 10.000 quintali.”
Per il 97% produzione di uve a bacca bianca, sempre più richiesti dal mercato vini bianchi e leggeri come il Prosecco
Le uve a bacca bianca sono nettamente la maggioranza delle uve conferite dai Soci e trasformate dalla Cantina rappresentando il 96,6% del totale. Tale dislivello è determinato essenzialmente dalle richieste del mercato ormai da anni orientato verso vini bianchi leggeri e, in particolar modo, spumanti e frizzanti. Basti pensare alla clamorosa ascesa del Prosecco che è diventato il vino spumante più consumato al mondo e che, l’anno scorso ha visto quasi 600.000 bottiglie immesse sul mercato. “I Soci della Cantina di Cona hanno da anni recepito queste indicazioni di mercato ed hanno riconvertito i vigneti vecchi o hanno impiantato questa varietà – riprende il presidente Tromboni -. Questo ha determinato, grazie alla redditività produttiva garantita dalla grande richiesta del mercato, un aumento del reddito aziendale che ha consentito grossi investimenti dal punto di vista tecnologico nel territorio.”
In ascesa il Pinot Grigio con aumento delle superfici investite, molto penalizzate (quasi scomparse) le uve destinate a vini rossi
Un altro vino che sta beneficiando di una buona richiesta è il Pinot Grigio che risulta essere gradito specialmente all’estero e, questo, ha fatto aumentare di molto le superfici investite.
Purtroppo, d’altro canto, la domanda mondiale di vino ha penalizzato molto i rossi con un conseguente calo dei vigneti che, come dicevo prima, sono stati spessi estirpati per reimpiantare Prosecco o Pinot Grigio.
Basti pensare che, nel corso degli anni le uve rosse lavorate dalla Cantina sono passate dal 45% al 3,5% del totale.
Biologiche il 30% delle uve lavorate, crisi del settore a causa della riduzione della domanda per gli alti costi del vino sul mercato
“Anche quest’anno le uve provenienti da coltivazioni biologiche dei Soci hanno toccato il 30% del totale delle uve lavorate – continua il presidente Tromboni -. Il comparto biologico sta vivendo, negli ultimi anni, una crisi di mercato legata alla riduzione di domanda da parte dei consumatori probabilmente legata al prezzo delle bottiglie in vendita. Questo sta mettendo in crisi il settore anche in relazione al fatto che i crescenti costi di produzione non sono più compensati dalla redditività. I nostri Soci mi dicono di essere in forte difficoltà in quanto il prezzo delle uve non copre adeguatamente i costi di produzione e si teme che, se perdura questa situazione di mercato, il comparto biologico subirà una riduzione e ciò sarebbe un peccato oltre che una sconfitta della ricerca della “naturalità” che invece sembra essere un obiettivo dei consumatori.”
Cambiamenti climatici, aumento dei rischi e copertura assicurativa delle produzioni contro fenomeni estremi
“Il tema dei cambiamenti climatici è sempre al centro delle nostre attenzioni. Come dicevo prima anche quest’anno è stato caratterizzato da eventi atmosferici che sono dai più definiti “anomali” ma che, invece, sono diventati la “normalità” – aggiunge il presidente Tromboni -. Di fronte a questo l’indirizzo che la Cantina di Cona dà ai propri Soci è quello di essere sempre attenti alla situazione meteo, per essere efficaci con i trattamenti fitosanitari, dal momento che il clima di questi ultimi anni ha favorito la veloce progressione di fitopatologie molto impattanti come la peronospora, in tutte le sue forme, insieme all’oidio e ad una serie di marciumi che inficiano la qualità e la quantità di uva producibile. Un’altra indicazione specifica è quella di coprire la produzione con polizze assicurative contro gli eventi atmosferici non controllabili.”
Vitivinicoltura sempre più sostenibile, prodotti fitosanitari a basse concentrazioni e irrigazione a goccia
“Il settore vitivinicolo sta andando sempre di più verso una visione sostenibile dal punto di vista ambientale – conclude il presidente Tromboni – sempre più aziende, infatti, stanno aderendo ai sistemi di lotta integrata alle fitopatologie con l’uso razionale dei prodotti presenti sul mercato consapevoli del fatto che l’ambiente è una priorità assoluta. Un esempio concreto è l’utilizzo di prodotti fitosanitari a basse concentrazioni e, dal punto di vista del risparmio idrico, dell’uso di sistemi di irrigazione a goccia che massimizzano l’effetto irriguo senza “sprecare” la risorsa acqua.”