Il Veneto si conferma protagonista della prima linea di interventi per la conservazione della biodiversità: Life Brenta 2030 e nuove progettualità per il Medio Brenta: un esempio virtuoso di gestione integrata del territorio. Come già più volte mi avete sentito affermare, e sempre con il supporto di dati scientifici, io ritengo fermamente che la tutela e la conservazione delle aree naturali protette rappresenti una necessità assoluta del nostro tempo ma anche, e soprattutto, del tempo futuro!
L’importanza delle aree protette
In un mondo che sempre di più soffre (anche) a causa dei cambiamenti climatici, le aree ecologiche protette rappresentano sia isole felici sia spazi fondamentali per la conservazione della biodiversità e il mantenimento degli equilibri ecologici; questo perché non solo ospitano specie animali e vegetali che ordinariamente vivono nel nostro Paese, ma anche quelle specie viventi rare o minacciate, alle quali in particolare forniscono un habitat consono alla loro specifica natura. In più, queste aree forniscono preziosi servizi ecosistemici che contribuiscono al benessere delle comunità locali, anche quelle umane, offrendo opportunità di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del territorio. Quindi, lavorare per la loro protezione è una responsabilità che richiede l’impegno congiunto di tutti, enti, organizzazioni e cittadini, perché la natura è un patrimonio da custodire e da tramandare obbligatoriamente alle generazioni future.
La tutela delle aree protette del Medio Brenta
Un esempio concreto di questo impegno è quello messo in atto proprio nel Veneto. La collaborazione di sette grandi “firme” ha dato vita al piano “After-Life” per il Medio Brenta, un progetto ambizioso che ha già raggiunto risultati di grande rilievo e importanza con l’iniziativa europea “Life Brenta 2030”, iniziata nel 2019 e ora in via di conclusione. Nei giorni scorsi nella sede del Consiglio di Bacino Brenta a Cittadella (PD), tra i rappresentanti del Bacino stesso, di ETRA SpA, di Etifor (società di consulenza ambientale nata all’interno dell’Università di Padova), del Comune di Carmignano di Brenta, del Dipartimento TESAF (il Dipartimento del Territorio e dei Sistemi Agro-Forestali, sempre dell’Università di Padova), di Veneto Acque e di Veneto Agricoltura è stato firmato l’accordo durante una conferenza stampa in cui sono stati presentati il piano e i nuovi progetti in partenza.
L’iniziativa Life Brenta 2030, dotata di un budget di 2,6 milioni di euro cofinanziato al 60% dal programma europeo LIFE, ha coinvolto il territorio del Sito Natura 2000 “Grave e Zone Umide della Brenta” con risultati che sono andati oltre ogni più rosea aspettativa, nel percorso già iniziato e portato avanti per il raggiungimento di un futuro “Climate Positive”. Con il piano “After-Life”, si definisce il processo di transizione verso una fase successiva di medio periodo, fino al 2030, che vede la collaborazione tra i partner di progetto, i quali si sono impegnati a continuare le azioni di governance, conservazione, comunicazione, disseminazione e sensibilizzazione del territorio in oggetto. Un piano da oltre 3 milioni di euro che testimonia la volontà di garantire la tutela dei siti naturali dell’area Natura 2000 del Medio Brenta con risorse proprie, già reperite o da reperire.
La nuova “governance” del Medio Brenta
La principale novità in ordine alla governance del progetto è l’istituzione di un Comitato di Indirizzo composto da cinque rappresentanti delle amministrazioni locali del territorio, con funzione propositiva rispetto alla gestione dell’area. “Il Consiglio di Bacino Brenta potrà affidare l’operatività a ETRA e dotarsi così di supporto tecnico-scientifico per l’identificazione delle priorità gestionali dell’area”, precisa Flavio Frasson, presidente del CdA di ETRA. Una volta insediato il Comitato, si avvieranno le convenzioni attuative con i soggetti predisposti all’operatività e all’assistenza tecnico-scientifica. Il Consiglio di Bacino Brenta si impegna a dare seguito agli impegni identificando risorse economiche, una figura responsabile all’interno dell’organizzazione e l’avvio delle convenzioni necessarie alla gestione del sito Natura 2000.
“Siamo di fronte ad un progetto ambizioso, estremamente concreto, che ha messo le basi per dare una svolta nella gestione di un sito Natura 2000 di notevole importanza”, fa eco a Frasson, Alessandro Leonardi di ETIFOR. “L’enorme investimento da parte di tutti i partner locali e tecnico-scientifici sta restituendo un fiume più pulito, più sicuro e più verde per il futuro delle nuove generazioni”.
“Il LIFE Brenta 2030 costituisce così un ottimo esempio di sostenibilità, replicabilità e trasferimento nell’ambito dei progetti Europei, caratteristiche essenziali per la buona gestione della spesa pubblica, nell’interesse della collettività”, concludono all’unisono i rappresentanti degli enti sottoscrittori.
Nuovi progetti per un futuro sostenibile
Il piano “After-Life” si compone di quattro nuovi progetti:
- InnWater, progetto Horizon Europe che svilupperà strumenti, metodologie e tecnologie per migliorare i contesti di governance del settore dell’acqua potabile in Europa, grazie a un caso-studio locale guidato da Etifor e dal Consiglio di Bacino Brenta.
- WasteReduce, un progetto Interregionale Italia-Croazia che si propone di migliorare la gestione dei rifiuti in tre aree protette e nei siti Natura 2000, grazie ad azioni di monitoraggio, prevenzione e riduzione dell’impatto dei rifiuti; nella realizzazione di questo progetto sono coinvolte Etifor ed ETRA.
- NatConnect 2030, un ambizioso progetto LIFE della durata di 9 anni che coinvolge buona parte delle regioni del nord Italia dell’Arco Alpino e del fiume Po. Altamente strategico per la Natura a livello europeo, è uno dei 12 progetti nei quali la Commissione Europea ha investito ben 233 milioni di Euro; partner di progetto è il Bacino Brenta, che vi partecipa con l’obiettivo della gestione integrata della rete Natura 2000.
- MAP-Brenta, un altro progetto LIFE che ha come obiettivo quello di perfezionare le strategie di conservazione e di gestione del Sito di Rete Natura 2000 ZSC/ZPS IT3260018 “Grave e Zone Umide della Brenta”, proponendosi di coinvolgere anche la popolazione locale in attività di monitoraggio delle eventuali situazioni di emergenza naturalistica.
Questi progetti, insieme al piano “After-Life”, testimoniano l’impegno concreto e la visione a lungo termine per la tutela e la valorizzazione dell’area del Medio Brenta. Una sfida che unisce istituzioni, enti di ricerca, associazioni e comunità locali in un obiettivo comune: garantire un futuro sostenibile per un territorio di inestimabile valore naturalistico e culturale.