Ottenuto il via libera alla “Nature Restoration Law”; la natura è la nostra ancora di salvezza, ma si sta deteriorando e il regolamento dell’UE sul ripristino della natura fissa una serie di obiettivi vincolanti per ripristinare gli ecosistemi, gli habitat e le specie: ed è la prima volta in assoluto! Come previsto dalle procedure di Legge, il testo della nuova normativa europea dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, con questo passaggio, si formalizzerà l’impegno in capo a tutti gli Stati appartenenti all’Unione a presentare alla Commissione dei piani nazionali per il recupero di almeno il 30% degli habitat che versano in cattive condizioni entro il 2030, quota che dovrà poi salire al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.
L’iter del ripristino della natura

L’iter è iniziato nel mese di giugno 2022, quando la legge era stata proposta nell’ambito della strategia europea per la biodiversità, che fa a sua volta parte del Green Deal e, dopo un intervallo di tempo non del tutto giustificato, il 17 giugno scorso il Consiglio europeo lo ha approvato.
Il testo finale adottato dai Ministri dell’Ambiente dei 27 stati membri, riuniti a Lussemburgo su richiesta del Belgio, nella sua attuale posizione di “Presidente di turno” del Consiglio, dopo una serie di stop negoziali, cioè, dovuti alle discussioni su vari emendamenti che, come al solito, hanno rallentato il tutto. Ci ha pensato il Governo austriaco a ridare impulso all’approvazione, perché la sua quota ha permesso di raggiungere il 66,07%, superando così di un punto o poco più la maggioranza qualificata, richiesta dal Regolamento parlamentare per queste votazioni, del 65%.
Italia contro il ripristino della natura

Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia sono rimaste sulle loro posizioni, contrarie alla norma, e hanno votato contro. Questa decisione sembrerebbe non essere condivisa dai cittadini perché, all’inizio dello scorso mese di maggio, un sondaggio su un campione sufficientemente rappresentativo in termini statistici (6.190 persone) nei sei stati membri contrari mette in luce che il sostegno dell’opinione pubblica, in media superiore al 70% e con picchi di consenso dell’85% in Italia, in 83% in Ungheria e 72% in Polonia, la Legge l’avrebbe avuto.
Come spesso accade, la Legge non è di certo risolutiva ma da qualche parte bisogna pur cominciare!

Ed è proprio a valle di questa considerazione che il ViceMinistro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, l’on. Vannia Gava spiega il no del voto dell’Italia e lo giustifica in questo modo: «L’ultimo colpo di coda di questa legislatura ideologica (ndr.: quella Europea) è l’approvazione del Regolamento sul Ripristino della Natura. Il voto favorevole dell’Austria, che arriva spaccata al suo interno, fa raggiungere la maggioranza in Consiglio Ambiente. L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi e ha lavorato a proposte migliorative per garantire il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica. Il Regolamento, così com’è, impatta negativamente sul settore agricolo dell’Unione, accrescendone gli oneri economici e amministrativi. Non possiamo ignorarlo e non possiamo votare a favore. Occorre più tempo».
La natura ha vinto?

Anche se il governo Meloni ha votato contro, quindi, il Regolamento sul Ripristino della Natura è stato approvato e, di conseguenza, anche nel nostro Paese si dovrà applicare perché, buono o cattiva che sia, migliorabile oppure no poco importa, la Nature Restoration Law è un elemento chiave della strategia dell’UE sulla biodiversità per ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale per catturare e immagazzinare il carbonio e per prevenire e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici.
L’importanza del ripristino della natura

Questa approvazione è importante anche alla luce della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, che sarà a fine anno in Colombia e dimostra che l’Europa può avere un ruolo di leadership nell’affrontare le crisi del clima e della biodiversità, sempre se riuscirà a tenere fede ai propri impegni, perché biodiversità e clima sono e devono restare una priorità strategica anche della nuova legislatura. Le nuove linee guida della Commissione, sviluppate insieme agli Stati membri e agli esperti, garantiscono che le aree ripristinate saranno fondamentali per il successo del ripristino, specialmente dove la natura può rigenerarsi riducendo le pressioni umane. Questo, nonostante tutto, è un risultato significativo per tutti i settori produttivi: un ambiente ripristinato favorisce crescita economica sostenibile ed ecosistemi resilienti. In questa prospettiva, le imprese avranno un ruolo chiave nel sostenere e implementare pratiche che rispettino e promuovano la biodiversità.
Nature restoration law (legge sul ripristino della natura): cosa prevede?

La particolarità della Nature Restoration Law risiede nel fatto che si tratta di un provvedimento che punta non solo a proteggere le aree naturali a rischio, ma anche a ripristinare quelle già degradate; non si parla solo di “protezione” della natura, ma di “ripristino” vero e proprio. La Nature Restoration Law stabilisce che i Paesi dell’UE ripristinino almeno il 30% delle aree terrestri e marine degradate, come foreste, praterie, zone umide, fiumi, laghi e coralli, entro il 2030. Gli obiettivi si intensificano, prevedendo il ripristino del 60% entro il 2040 e del 90% entro il 2050. È cruciale garantire che queste zone non si deteriorino nuovamente, attraverso piani nazionali di ripristino con obiettivi e attività chiari. Fino al 2030, sarà necessario dare priorità alle zone Natura 2000.
La Commissione Europea aveva già evidenziato benefici sia ambientali che economici: secondo le stime dell’esecutivo comunitario, ogni euro investito nel ripristino si tradurrà in almeno 8 euro di guadagno. L’esecutivo UE vigilerà sul rispetto della legge e dovrà presentare, entro un anno dall’entrata in vigore, una relazione sulle risorse economiche disponibili a livello comunitario per finanziare gli interventi necessari.
Siamo sulla buona strada per il ripristino della natura?

Dopo l’approvazione della Nature Restoration Law da parte del Consiglio UE, il Commissario Europeo all’Ambiente Virginius Sinkevicius ha affermato: «Siamo ancora sulla buona strada per invertire la perdita di biodiversità, iniziamo ora a lavorare insieme e dimostriamo che l’Ue è ancora all’avanguardia». Anche Pascal Canfin, Presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare dichiara, sottolineando che «Lontano dalle caricature con cui è stata descritta, questa legge ci consentirà di essere più forti di fronte agli impatti del cambiamento climatico».