Antonio Tiberi ha corso un Giro d’Italia da protagonista assoluto, e alla prima esperienza da capitano in una corsa di tre settimane ha chiuso al quinto posto, con la vittoria della Maglia Bianca nella classifica dei migliori giovani. Un bilancio decisamente positivo per l’alfiere della Bahrain – Victorious, classe 2001 e miglior prospetto da diversi anni a questa parte per l’Italia nelle grandi corse a tappe. Solidissimo a cronometro, super competitivo sulle grandi salite, ancora un po’ acerbo quando si tratta di rispondere a scatti secchi.
La carriera da juniores diventa campione del mondo juniores

Antonio Tiberi, nato a Frosinone il 24 giugno 2001 corre per il team Bahrain Victorious. È stato campione del mondo a cronometro Juniores nel 2019 ed è professionista dal 2021. Si avvicina al ciclismo all’età di 8 anni correndo tra i Giovanissimi della Anagni Cicli Nereggi. Fra gli allievi ottiene 25 vittorie, otto nel 2016 e ben diciassette nel 2017, tra cui la prova a cronometro ai campionati italiani; tra gli Juniores coglie invece diciassette successi, sette nel 2018 e dieci l’anno dopo,] tra cui la cronometro ai campionati del mondo di Innsbruck.
Tiberi vinse nell’internazionale di San Vendemiano; nel 2021 passa professionista

Nel 2020 passa alla categoria Under-23 con i colori del Team Colpack Ballan: con la nuova maglia fa sue tre corse, tra cui il Trofeo Città di San Vendemiano. Negli ultimi mesi dell’anno, in qualità di stagista alla Trek-Segafredo, partecipa alla Freccia del Brabante. Nel 2021 passa definitivamente tra i professionisti con la medesima squadra, facendo il suo esordio, neanche ventenne, all’UAE Tour, gara del calendario World Tour. In stagione si classifica terzo al Tour de Hongrie, gara a tappe di classe UCI 2.1 vincendo anche una tappa.
Il 2023 e l’incredibile vicenda giudiziaria

Inizia la stagione 2023 con un ottavo posto nella classifica generale del Tour Down Under, prima gara stagionale del World Tour Il 28 febbraio 2023 viene reso noto, in concomitanza con la condanna del tribunale, che l’anno prima, il 21 giugno 2022, ha sparato con un fucile ad aria compressa e ucciso il gatto dell’ex Capitano reggente e Segretario di Stato per il turismo della repubblica di San Marino Federico Pedini Amati. Il fatto ha destato grande scalpore e polemiche, finendo sulle cronache di tutti i quotidiani nazionali, sportivi e non. A seguito del gesto, viene condannato a pagare 4.000 euro di multa e sospeso dalla Trek-Segafredo fino al 20 marzo, saltando così il Trofeo Laigueglia che lo vedeva tra i favoriti.
Viene ingaggiato dalla Bahrain Victorius

Il 28 aprile risolve il contratto che lo legava alla squadra statunitense. Viene quindi ingaggiato dal team Bahrain Victorious, con il quale partecipa alla Vuelta come gregario a servizio dei suoi nuovi capitani, ma dove riesce a mettersi in luce terminando 18º in classifica finale. Corre il Tour of the Alps 2024 con i gradi di capitano e lo conclude al terzo posto.
Tiberi può essere il futuro italiano dei “grandi giri”

Tiberi può essere il futuro italiano dei grandi giri, e lo speriamo perché ne abbiamo bisogno. È cresciuto piano piano, e non è stato per niente sfruttato nelle categorie giovanili, anche se sta correndo la quinta stagione da professionista. È un passista-scalatore, che predilige l’uso del rapporto e spesso accelera da seduto. Non è veloce in volata, ma in un gruppetto non parte battuto. E poi c’è l’entusiasmo, il sorriso, un modo positivo di gestire la tensione, di sdrammatizzare le situazioni.
Sulla salita di Prati di Tivo scatta due volte davanti a Tadej Pogačar

Non ha paura di prendersi sulle spalle le responsabilità: sulla salita di Prati di Tivo, quando tutti i migliori erano a ruota della maglia rosa Pogacar quasi intimoriti e demotivati, è proprio Tiberi a fare due accelerazioni in faccia allo sloveno. E si ripete anche sull’arrivo di Cusano Mutri, in questo caso ben spalleggiato dal compagno (preziosissimo: dormono anche in camera insieme) Damiano Caruso. A Cusano Mutri guadagna 9” su Uijtdebroeks, e piace questo modo di pedalare attento ma spavaldo quando serve, quelle occhiate all’indietro per vedere dove sia la maglia rosa, con cui divide pure i procuratori, i fratelli Carera. Certo, il Giro d’Italia non è la Vuelta, e affrontare la corsa rosa da protagonista, da italiano, con tutta la pressione di un risultato da centrare e le aspettative di un intero movimento, è molto diverso.
Tiberi lo vedremo alla Vuelta di Spagna

Tiberi ha corso il Giro per la prima volta, e per lui quindi è tutto da scoprire. La tensione, lo stress, il percorso, le insidie, i trabocchetti. Il vantaggio, inestimabile, è avere al suo fianco Damiano Caruso, il siciliano secondo nel 2021 alle spalle di Bernal. L’ha preso sotto la propria ala e gli consente di “annusare” pericoli. Tiberi piace perché non ha paura di sbagliare: deve osare e sfruttare la sua posizione per infilarsi in una fuga o proporre un attacco inaspettato, cogliere l’occasione. Adesso queste sensazioni potrà impiegarle alla Vuelta di Spagna.