Dalia Moretti è una scrittrice di romanzi rosa di successo che, nel dicembre del 2020, in piena pandemia, torna al suo piccolo paese in Friuli in attesa che il suo compagno si negativizzi dal Covid. Alle soglie dei cinquant’anni, vive da decenni a Roma e ha quasi perso i contatti con le amiche dei tempi della scuola. Ritornare (così si intitola infatti il primo capitolo) significa rientrare in una comunità ristretta dove tutti si conoscono, riprendere delle relazioni che sono state vitali ma che, pur messe da parte per lungo tempo, riemergono con forza. Negli anni Ottanta del secolo scorso, in quel paesino friulano, cinque ragazze erano inseparabili: insieme a Delia, Claudia, Freya, Gina e Luana vivevano la loro adolescenza tra scuola, centro ricreativo e discoteca. Ma, improvvisamente, il 6 giugno del 1988, quella più anticonformista, Luana, detta Lulù, scompare nell’indifferenza generale.
Nessuno cerca Lulù

Nessuno la cerca veramente, nemmeno la sua famiglia. Tutti pensano che sia scappata chissà dove, anche le sue amiche che provano, per quell’assenza, addirittura una specie di sollievo. «Lulù era sempre stata un elemento di disturbo, e nel tempo era diventato sempre più difficile conciliare le nostre abitudini con le sue e reggere la riprovazione dei nostri genitori nei confronti di una compagna così poco raccomandabile. Non sapere dove fosse e cosa stesse facendo era inquietante, ma la vita senza di lei era diventata più semplice, almeno per noi.» (p. 95) Soltanto Mattia, un ragazzino che aveva con lei una relazione segreta, sembra soffrire davvero per la sua mancanza e non si rassegna alla perdita.
Le cartoline di Lulù

Oltre trent’anni anni dopo, ripiombando in quella realtà che sembra immutata, Dalia ritrova le amiche, ognuna con una vita molto diversa dalla sua. Gina gestisce con il marito un agriturismo e sembra la più risolta: una donna solida, che non fa un dramma del suo sovrappeso e sorride alla vita. La sempre bellissima Freya è chiusa in una casalinghitudine forzata e determinata da un marito violento che la controlla a vista. Claudia, che segue le orme del padre e lavora nella farmacia di famiglia, si è separata e non ha più nessun rapporto con l’unica figlia. Si rivedono, riprendono a frequentarsi.
La tranquilla vita di provincia, a poco a poco, rivela un passato con lati dolorosi: il suicidio di una ragazza, il ricovero della sorella in una comunità di suore, storie di tossicodipendenza. E una scatola che Dalia ritrova in camera sua riporta alla memoria delle cartoline che Lulù, dopo la scomparsa, le aveva spedito per alcuni anni da posti diversi, senza mai, però, farsi viva davvero, ma alimentando così l’idea che se ne fosse andata dal paese volontariamente.
Le indagini

Ma qualcosa non quadra e Dalia, assieme alle altre, comincia a indagare, a fare domande, a cercare di capire cosa sia successo veramente a Lulù. Dopo tanti anni non è facile, i ricordi sono nebulosi e anche chi potrebbe sapere qualcosa al riguardo non appare collaborativo. Soltanto Wanda Miniussi, la compagna di scuola di allora, bullizzata ed emarginata, che è diventata vicequestore, aiuterà il gruppo a cercare la verità.
Il mistero di Lulù

Il romanzo prende quindi le tinte del giallo e sviluppa un’indagine tesa a svelare un mistero che si fa, pagina dopo pagina, sempre più fitto. Alla base di tutto emergono profonde riflessioni sul rapporto di amicizia tra donne e sul controllo che il mondo esercita sul sesso femminile spacciandolo per cura. Riflessioni che portano Dalia a pensare «che culo che ho avuto. Ho bevuto troppo, ho limonato con sconosciuti, sono andata feste dove non conoscevo nessuno. Non ho mai incontrato uomini che mi volessero fare veramente del male. Sono stata fortunata. È questo che ci ripetiamo.
La sopravvivenza alla vita non è scontata, è fortuna. […] Essere donne e non avere paura è impossibile, In un mondo che non dice mai agli uomini di non diventare il pericolo, non avere paura sarebbe stupido. La paura è la spia della nostra esistenza. Sono donna, accetto di essere preda, e le prede vivono in uno stato di allerta costante. Non avere paura, rifiutarla, vivere come se il pericolo non esistesse è un atto di sfida che chiama una punizione mai proporzionata alla violazione, ma del tutto adatta allo scopo: fare in modo che le altre assistano alla distruzione della ribelle e imparino qual è il loro posto.» (p. 86)
L’omertà sulle ricerche di Lulù

Tutto ciò è ancora più vero in provincia: le comunità piccole tendono all’autoconservazione, quindi la reticenza, il silenzio su ciò che può accadere di brutto al suo interno è quasi doveroso. «Un paese è come un bosco: in superficie ogni pianta sembra isolata, ma le radici nella terra si intrecciano e si parlano. Un bosco e un paese sono un unico organismo» per cui tacere diventa fondamentale per il mantenimento del sistema, mentre in città ci si conosce di meno e per tale ragione manca questo tipo di controllo.
I piani temporali

La narrazione si sviluppa attraverso diversi piani temporali, si alternano capitoli ambientati tra il 2020 e il 2022 ad altri che raccontano episodi avvenuti negli anni Ottanta, Novanta e all’inizio di questo secolo, alcuni narrati in terza persona, altri in prima. Due infatti sono le voci narranti, oltre a Dalia entra in campo – nella seconda e nella quarta parte – Gina, che diventa deus ex machina di una situazione che conta su una squadra tutta al femminile dove gli uomini ci sono ma in qualche modo fanno da contorno, rimanendo un poco sullo sfondo. Meglio non dire di più, per non incorrere nello spoiler, rovinando la soluzione del mistero.
La scrittura di Giulia Blasi è fluida, disinvolta e al tempo stesso controllata nello sviluppo di un plot che ha la necessità di gestire i diversi colpi di scena al fine di tenere il lettore sempre con il fiato sospeso.
L’autrice

Giulia Blasi è scrittrice, conduttrice radiofonica e giornalista specializzata in tematiche di genere e diritti civili. Ha pubblicato Nudo d’uomo con calzino (Einaudi 2009), Il mondo prima che arrivassi tu e Siamo ancora tutti vivi (Mondadori 2010, 2013), Se basta un fiore (Piemme 2017), Manuale per ragazze rivoluzionarie (Rizzoli 2018, disponibile in BUR), Rivoluzione Z (Rizzoli 2020), Brutta. Storia di un corpo come tanti (Rizzoli, 2021) divenuto nel 2024 spettacolo teatrale (regia di Francesco Zecca, interprete: Cristina Vaccaro). Nel 2023 per Piemme ha pubblicato Scintilla nel buio. Luna. Il sito dell’autrice è www.giuliablasi.it.
Giulia Blasi, Cose mai successe, Milano Rizzoli, 2024.