“Per la barbabietola da zucchero siamo di fronte a un’ottima crescita del prezzo: da un prezzo inferiore ai 400 euro/tonnellata del 2019 a più di 800 euro/tonnellata nel 2023,un bel balzo, dovuto in gran parte alle scarse produzioni del 2022 – esordisce Carlo Pasti, titolare dell’azienda agricola La Frassina nella zona di Caorle.– Il prezzo dello zucchero sul mercato ci sta aiutando molto. Il fatto di essere alla ricerca di una nota distintiva della produzione italiana ci permette di ottenere un prezzo leggermente più alto rispetto alla “commodity”. Insomma il made in Italy attira i consumatori e questo rende possibile una buona remunerazione della coltura.
In Italia, nel 2024, siamo finalmente tornati sopra quota 30.000 ettari coltivati! Dai 34.000 ettari coltivati nel 2019 eravamo poi scesi al minimo di 26 mila nel 2023, ma quest’anno ci sta regalando una bellissima ripresa! In risposta a queste quotazioni ci troviamo per la prima volta, dopo l’abolizione delle quote di produzione, a dovere limitare l’accettazione delle richieste di coltivazione da parte di agricoltori che vogliono di seminare barbabietola, perché la cooperative CoproB riesce a lavorare al massimo la produzione correlata a circa 32.000 ettari”.
Nel 2024 una crescita del 30%: 8630 ettari in Veneto e 3050 nel veneziano
L’anno scorso in Veneto erano 6600 gli ettari coltivati a barbabietole, di cui 2300 nella nostra provincia. Le intenzioni di semina per il 2024 vedono una forte ripresa con 8620 ettari in regione e 3050 nel veneziano: una crescita superiore al 30%! Ad aprile la semina delle barbabietole si avvierà alla conclusione, il prodotto sarà poi raccolto da metà luglio a fine ottobre.
A la Frassina 120 ettari coltivati a barbabietola, ma anche vigneti per vini locali
Carlo Pasti è uno dei maggiori produttori di barbabietole del veneziano con i 120 ettari coltivati a barbabietola a la Frassina, l’azienda di cui è amministratore. Oltre alle barbabietole, l’azienda La Frassina (complessivamente 550 ettari) è dedicata a colture estensive (mais, soia, frumento) e a vigneti che producono Chardonnay, Lison, Merlot, Cabernet Sauvignon, Refosco e Prosecco. Dal 2010, Carlo Pasti e la sorella Lucia fanno parte anche della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Coprob, cooperativa dei produttori: il patto per la vendita di zucchero italiano a Barilla e Ferrero, Coop, Esselunga
CoproB, l’azienda di produttori di cui Carlo Pasti fa parte, continua sulla strada della differenziazione dello zucchero italiano rispetto a quello che arriva dall’estero: in primis cercando di aumentare le produzioni certificate, poi producendo “specialità” richieste dai grandi consumatori con linee innovative come Nostrano e Infundo (per i maestri pasticceri e gelatai).
Pasti e la barbabietola
“Grandi aziende dell’agroalimentare italiano come Barilla e Ferrero si sono impegnati a sostenere i produttori di CoproB comprando zucchero italiano -dice Carlo Pasti.-CoproB mira a promuovere lo zucchero 100 per cento italiano anche grazie alla grande distribuzione tramite COOP, Esselunga ed altri e stiamo puntando anche a nuove linee: una produzione biologica che possa fare la differenza sul mercato e una produzione di zucchero di barbabietola grezzo barbabietola grezzo – nostrano – senza processo di raffinazione (il saccarosio è bianco per sua natura. Per ottenerlo si procede alla raffinazione del succo della bietola. Il Nostrano non subisce il processo di raffinazione; ndr)”.
Il presidente Tromboni: “la richiesta di riforma della Pac anche a tutela delle produzioni locali, compresa la barbabietola”
Per Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia, le problematiche principali che anche agricoltori titolari di aziende agricole d’eccellenza, come La Frassina, si trovano ad affrontare sono fondamentalmente di due caratteri: la difficoltà tecnica di proteggere le colture col progressivo diminuire dei prodotti fitosanitari utilizzabili e il sempre più oneroso e defatigante lavoro di ufficio in risposta alla crescente burocratizzazione imposta dalla comunità europea e dal nostro stato. “Le proteste, a cui abbiamo assistito in tutta Europa, – conclude il presidente– sono il chiaro segnale che la PAC ha bisogno di un profondo rinnovamento e questo è il nostro impegno per difendere le produzioni agricole del nostro territorio”.