Ogni anno, il 1° d’aprile, pensiamo ad Antonio Damascelli, il padron Tony, del giornalismo italiano. “Compare Alfio”, voce del verbo comparire. “Compare Alfio”, ovvero Alfio Caruso, siciliano. Damascelli, classe 1949, pugliese, era il capo dello sport de L’Indipendente. Concordammo un’intervista a Franco dal Cin, quando era alla Reggiana e aveva portato Futre. “Non ho mai voluto fare intervista”, mi rispose Francesco, all’anagrafe veneziano di Chioggia, “Faccio un’eccezione per Damascelli”. L’intervista non uscì mai. Avrei però debuttato su L’Indipendente con “La Russia massaggia la Reggiana”, con Ghennady Belenki, in realtà bielorusso, che sarebbe stato collega di mia moglie, Silvia Gilioli, a Medical center. Belenki massaggiatore, fisioterapista, in realtà, poi al Sassuolo, in serie A.
Damascielli

Damascelli, dunque, il 1° aprile del 1994, fece una pagina con pesce d’aprile e da alcuni anni io la propongo a vuoto, dove collaboro. Anche quando scrivevo tanto, a livello nazionale, nessuno ha più avuto il coraggio di Tony da due anni alla posta dei lettori a Il Giornale, ereditata da Ariel Feltri, bergamasco, fratello maggiore di Vittorio. “Gentile signor”, risponde Damascellli, ai lettori, grande juventino.
Dunque, quest’anno, forse, per la prima volta, pubblico fuori da vannizagnoli.it, testata, una galleria di pesci d’aprile sportivi. Sono notizie scherzose, dei sogni. Impossibili, ma con una base di realizzabilità.
A Modena, nel volley, ritorna Catia Pedrini, la contestatissima e bellissima presidentessa del triplete e del ritorno di Julio Velasco

Si riprende la società, dal momento che l’ex vice Giulia Gabana non è andata oltre la coppa Cev, un anno fa. Modena ha chiuso all’8° posto, è uscita dal playoff raggranellando solo 2 set al Panini e ora si batte per un difficile ritorno in Europa. Manca alla pallavolo lo sguardo di Catia, di cui ho raccontato con Giuliana Ligabue, la prima moglie di Antonio Barone, già proprietario di Modena volley.
Basket, si dimette Ettore Messina
Da allenatore – non lo farà mai -, resta a Milano da amministratore delegato o simile, comunque da direttore dell’area tecnica. Al suo posto Sergio Scariolo, è un ritorno a Milano, del ct della Spagna. Alla Virtus Bologna Luca Banchi è in crisi, va rivalutato il lavoro del tecnico bresciano a Bologna e anche a Milano. E’ finita la pazienza di Giorgio Armani nei confronti di Ettore Messina. Sperava nella stessa occasione Simone Pianigiani, pluriscudettato a Siena grazie alle manovre accertate di Ferdinando Minucci, che divenne persino presidente di Lega.
Sempre per il basket

Gianni Petrucci si dimette da presidente federale: “A 79 anni lascio tutto, sono rimasto nello sport fin troppo, largo ai giovani”. Invece si candiderà anche per il prossimo quadriennio, Giulio Andreotti, Franco Carraro erano o sono dilettanti in confronto all’eternauta della poltrona.
Coni, è lotta per la successione di Giovanni Malagò, che rinuncia al terzo mandato

Si battono due fra i suoi tanti antagonisti, per la presidenza del Coni, Angelo Binaghi, del tennis, che l’ha criticato pubblicamente su Sky, spiazzando Angelo Mangiante, nel giorno della coppa Davis, e Paolo Barelli, legato a Claudio Lotito, riabilitato dalla Len e dunque ora ripartito di slancio, in Forza Italia.
Calcio e non solo.
Si rivedono tutti gli albi d’oro dello sport italiano, alla luce dei milioni di debiti di proprietà salvate dal fallimento, dai figli e figliocci dello sport italiano.
Soprattutto, si levano gli scudetti condizionati dagli arbitraggi, dunque cambia la storia della serie A. Per esempio, il titolo conquistato da Marcello Lippi alla Juventus il 5 maggio del 2002 va all’Inter, di Hector Cuper e Massimo Moratti. E molti dirigenti sportivi finiscono sotto processo e anche qualche capitano d’industria che raggiunge nella classifica particolare Calisto Tanzi, insomma. E il popolo riscrive gli albi d’oro. Al Parma, due scudetti, strameritati, con festa per il centro ducale e dallo stadio Ennio Tardini. E poi due settimane di festa a serie A ripresa.
Bel pesce di aprile!

A proposito di pesce d’aprile, il giorno prima di Juventus-Lazio semifinale di Coppa Italia alcuni siti online di grandi e piccoli giornali hanno dato la notizia che la dirigenza bianconera aveva esonerato Massimiliano Allegri e che già si facevano i nomi del sostituto, primo tra tutti Thiago Motta, attuale allenatore del Bologna, la squadra sorpresa del campionato che sta insidiando alla Juve il terzo posto e quindi la partecipazione alla prossima Champion’s. Persino credibile da sembrare vera perché la Juve viene da nove partite non propria belle e nelle quali ha raccolto pochissimi punti. Tanto da perdere il secondo posto in classifica e vedere il terzo in pericolo. Niente di tutto questo, si è trattato decisamente di un pesce d’aprile con qualche ora di ritardo. Ma ha funzionato: la Juventus ha battuto nettamente la Lazio mettendo una seria ipoteca per la finale e Allegri, per la prima volta dopo due mesi, ha persino sorriso davanti alle telecamere e non ha risposto male ai giornalisti. Questo sì è un pesce d’aprile!