Non ho trovato nessuno che venisse con me a Sanremo, è il vero motivo per cui non sono andato, quest’anno, al festival. E’ l’evento italiano più abbaccinante, non tanto per le canzoni ma per il caravanserraglio che propone. Entusiasmante, abbcacinante, fra l’altro la Liguria è temperata, al contrario delle nostre regioni, lontane dal mare. Due mesi fa un rappresentante di farmaci che ho conosciuto al distributore di carburanti, accanto alle mie proprietà, mi aveva chiesto di aiutare una sua amica farmacista. “Tu che sei un giornalista e che sei stato a Sanremo”. Già, l’ho già sentita.
Il mio Sanremo con “nessuno”

“Lei vuole andare al teatro Ariston ma non tutte le sere, dunque non comprare l’abbonamento per le 5 serate. E magari anche un aiuto a trovare una stanza non troppo lontana, da Sanremo”. Per quanto riguarda gli alloggi, un anno fa soggiornai forse a un’ora di auto, o quasi, e nell’albergo c’era una grande amica, Simona Rolandi, la meravigliosa conduttrice de La Domenica Sportiva, con il suo bellissimo compagno, sempre ospite in prima fila fra il pubblico e sempre con lei agli eventi di cui è conduttrice dello studio Rai, in particolare il volley. Sanremo mi avrebbe permesso di uscire dalla mia nevrosi, da Reggio Emilia, ma ultimamente sono uscito parecchio, fra sport e meno.
Sanremo 2021 stavolta “nessuno” non c’era

C’ero a Sanremo nel 2021 e conobbi Fabio Zeta, torinese di origine siciliana, comico che lavora su twitch, assieme alla compagna Franz, Francesca all’anagrafe. Lui vive di live, di doppi sensi, di commenti stupidissimi e ambigui di gentaglia con pseudonimo, anzi alcuni sono arrivati da me, su vannizagnoli.it, testata, con il roc, registro operatori della comunicazione, con pseudonimi ridicoleggianti. Immaginate, chessò, se io mi firmassi pesca sciroppata a commentare, chessò, Maurizio Crovato, gigante della Rai, che ho sempre apprezzato. Oppure un articolo di Orazio Carruba, che non ho mai visto ma rappresenta una firma che non si dimentica. Che credibilità potrei avere?
Ma torniamo al mio Sanremo, è bello, dovrei appostarmi all’uscita dal teatro per fermare i 30 campioni e manager e portavoce, già vissuto

Quella sera uscì Ema Stokholma, la conturbante voce di radio Rai, 2, la ufficiale del festival. Negò di essere se stessa, fossi tornato e l’avessi riconosciuta mi sarei presentato e se avesse negato le avrei urlato in faccia, perchè occorre distinguere fra giornalisti e influencer. Mi auguro, non scherzo, che Chiara Ferragni sia chiamata a rispondere delle sue responsabilità, perchè la beneficenza pelosa non mi piace. E l’anno scorso presentava il festival. Non mi piace, come Paola Egonu. Chiedo scusa ai lettori, ma sul personaggio del volley mondiale la penso come chi non la stima troppo. Ne parlo qui perché anche la Egonu è legata al Festival, l’anno scorso è stato tra le co-conduttrici e ha anche fatto un monologo.
I miei ricordi

Soprattutto, nell’Imperiese, inizierei a globtrotterellare, fra un luogo e l’altro, una stanza e l’auto, il parcheggio e la reception, a caccia di prese di corrente e di wifi, di personaggi da fiocinare, cioè da infilzare con i miei video racconti, e di artisti improbabili, comparse o qualcosa di più dai look più eccentrici delle mie giacche. Dei miei Sanremo ricordo un bellissimo, un fisicatissimo, che lavora per la Rai, non so bene in qualche posizione, lo vedi ballare alla festa finale. E’ uno che piace tanto alle donne. E anche agli uomini, generalmente è così. Sanremo è uno show bellissimo, ma sei io faccio il mio show, che spesso diventa anche vostro, qui su enordest.it, non seguo le musiche, le canzoni. “Sono solo canzonette”, cantava Edoardo Bennato. A Sanremo ci sono le redazioni e, soprattutto, gli artisti delle radio, tutte, tante, comprese le emittenti di nordest.
Queste sere le ho passate con “nessuno” in macchina, a cena, ad ascoltare le canzoni in auto, a computer, su Raiplay

Mi è piaciuta Fiorella Mannoia, quasi 70enne, l’ho conosciuta a Reggio Emilia, alla Rcf arena, per la Romagna, credo, nell’ultima estate. Ogni tanto, in auto, faccio karaoke e allora mi piacerebbe strepitare facendole il verso, con il suo Caffè nero bollente, rock scargagliato, alla Adriano Pappalardo, che ricordo da bambino molto prima dell’Isola dei famosi e simili. Resta un contesto super, strepitante e strepitoso, emozionante ed emozionale, editori, direttori, anche del mondo Rai, pubblicitari, manager, addetti stampa, eventi, coordinatori, presentatori, di tutto. Rammento, tre anni fa, una signora napoletana che li fa tutti, ma proprio tutti, i festival, ogni periodo di ferie ama incontrare, aspettare, conoscere i personaggi, della tv, direi. Io sono come lei, ma amo anche i passanti. E spesso i veri artisti sono per strada. Come questi.
Eccomi, qualcuno mi vercava?