Le Colonete fa 44. Tutto è iniziato in una sera del marzo 1979, ai tavoli di una trattoria veneziana, l’Antica Carbonera. Un progetto tra amici, l’idea di portare al grande pubblico l’opera di artisti noti e meno noti, ma senza alcuna scala di valori, senza passare per i giudizi un po’ snob della critica d’elezione. Un modo di fare festa, o almeno così credevano – in assoluta buona fede – i protagonisti di quella che sarebbe divenuto un appuntamento fondamentale per la comunità dei veneziani.
Mai il “marangon de soaze” Aldo Bolgarelli, il dottor Giovanni Puppin, lo “spezier”, lo “scaleter” Luciano Dal Col e l’oste Toni Maistrello avrebbero pensato che il fenomeno sarebbe stato, nei decenni futuri, così importante. Con loro, a fare l’impresa, il fotografo Antonio Viola, l’ottico Vittorio Benvenuti e tanti pittori che, di lì a poco, avrebbero aderito entusiasti: Romeo Bassuto, ad esempio, Paolo Domestici, Giorgio Zane, fra i primi.
Come sono nate le Colonete
Una piccola, grande comunità di amatori, che ben presto diede vita all’Associazione Culturale Ponte dei Dai de le Pignate e dei Farai (forse i dai erano dadi da gioco, e i veneziani erano abituati all’azzardo, i Farai sta per “fanali”, che si approntavano dietro San Marco, e le pignate sono le pentole, all’epoca della Serenissima per lo più in terracotta). La zona è quella tra Merceria dell’Orologio e San Luca, a poca distanza dalla Piazza, nei pressi della chiesa di Santa Croce degli Armeni. In seguito, l’associazione ha preso il nome “Le Colonete”, dal nome del Rio Terà de le Colone, sotto i cui portici, ogni anno, si svolge da quel 1979 l’esposizione.
Ci sono passati tutti, da Guidi a Music, da Santomaso a Vedova, da Licata ad Eulisse, oltre a tante altre figure non necessariamente celebri: è questo il bello, la trovata geniale degli amici dell’Antica Carbonera. Una mostra collettiva dove i maestri si mischiano con esordienti e dilettanti, uniti dalla passione per l’arte, da un certo gusto per la sfida al sistema, e dal piacere di brindare in compagnia. E peccato per chi non ci sta.
Anche perché, a sfogliare l’album delle edizioni passate, si può ricostruire con precisione la storia sociale e culturale della città, già alle prese con il decrescere del numero degli abitanti, le acque alte, la trasformazione (spesso in peggio) delle tradizioni locali.
Da vetrina internazionale a provincia dell’impero globalizzato?
A guardarla attraverso il filtro de Le Colonete, non del tutto: anno dopo anno, gli organizzatori hanno continuato ad assegnare premi e riconoscimenti a personalità contemporanee del panorama lagunare, da Virgilio Guidi a Giuseppe Santomaso, da Virgilio Boccardi a Renato Cardazzo a Ferruccio Gard, solo per citarne alcuni. Pittori e giornalisti, grandi galleristi, critici, scrittori e pionieri del fare arte a Venezia, come Silvano Gosparini e Nicola Sene del Centro Internazionale della Grafica.
Un panorama tutt’altro che sterile, dunque, assieme locale ed aperto alle nuove tendenze: «È la “venezianità” il timbro genuino ed inconfondibile di questa originale istituzione – ha commentato il critico d’arte Toni Toniato – e il fattore o meglio, il talismano, del suo enorme successo popolare, ma è pure quella la ragione della sua vitale attualità nel continuare, infatti, ad essere testimonianza della cultura in corso, e perciò a divenire, a propria volta, “storia”».
Le Colonete ne fanno 44
Una storia che continua anche quest’anno, con la 44^ Edizione della Mostra, appena inaugurata e aperta fino al 29 settembre, con i patrocini della Regione Veneto, della Citta metropolitana di Venezia e del Comune. Oltre cinquanta artisti espositori, fra grandi nomi, artisti conosciuti a livello locale ed altri meno noti, sotto gli stretti portici di fronte all’omonima trattoria. Oltre a questo, nelle intenzioni della presidente Paola Turra e della vicepresidente Carla Erizzo – a loro volta artiste di vaglia, ben note al pubblico, che ci lavorano instancabili tutto l’anno – il desiderio profondo di fare comunità, illuminando ogni Edizione con l’attribuzione di alcuni riconoscimenti a chi fa più bella la città con il proprio impegno emotivo ed intellettuale, con la propria opera. Una targa rossa, per dire grazie; un applauso per riconoscersi vicini.
I premiati delle Colonete
Quest’anno sono stati premiati l’artista, pittore e scultore Tobia Ravà e il performer, regista e direttore artistico Mattia Berto. Scelta felice: Ravà, con le sue visioni numerologiche, tra ebraismo e logica matematica, ha dato di Venezia e dei suoi mondi una visione inconfondibile ed affascinante; Berto, dal canto suo, è l’artefice di un meraviglioso e salvifico “teatro di cittadinanza”, in una logica inclusiva che rispecchia il miglior volto della città.
Scelta anche raffinata, intelligente; scelta di futuri possibili. Inoltre, l’Associazione ha voluto ricordare, a cento anni dalla sua nascita, Luigina De Grandis, pittrice, incisora, scrittrice ed allieva prediletta di Bruno Saetti. Per Turra ed Erizzo, è una maniera concreta per ripensarci uniti, per riproporre la specificità di un’arte tutta lagunare. Come a dire, siamo sempre quelli di Ca’ Pesaro, quelli dell’ARCO (Il Centro di Unità della Cultura di Ferruccio Bortoluzzi, Giovanni Poli e Giorgio Zecchi, fra gli altri), quelli del Fronte Nuovo delle Arti. E costruiamo, come sempre, anche sui sogni.
44^ Edizione Incontro Artistico “Le Colonete”
Collettiva di Artisti Contemporanei e Maestri del Novecento
Orario di apertura 15:30-19:30; chiuso il lunedì, fino al 29/09
Grazie Francesca bell’articolo …
Cara Francesca ti ringrazio con stima e affetto. Sei una critica e storica dell’arte ad altissimi livelli. I miei più sentiti COMPLIMENTI!!!!!!!!!