Ci sono uomini che fanno la guerra e altri che dipingono angeli. Ecco perché il messaggio dell’arte è così universale e prioritario. Leggendo Le vite di Giorgio Vasari scopriamo questa annotazione: “…mentre Massimiliano imperadore faceva guerra ai Viniziani, fece Tiziano, secondo che egli stesso racconta, un angelo Raffaello, Tobia et un cane nella chiesa di San Marziliano, con un paese lontano, dove in un boschetto San Giovanni Batista ginocchioni sta orando verso il cielo, donde viene uno splendore che lo illumina”.
Una mostra per gli inizi di Tiziano

Questa tela conservata a Venezia nella chiesa della Madonna dell’Orto è attualmente tra i pezzi forti (in verità lo sono tutti) della mostra evento: TIZIANO 1508. Agli esordi di una luminosa carriera a cura di Roberta Battaglia, Sarah Ferrari, Antonio Mazzotta. Gallerie dell’Accademia – Venezia, sino al 3 dicembre.
17 opere autografe del genio cadorino e una decina di confronti con dipinti, incisioni e disegni di autori a lui contemporanei come Giorgione, Sebastiano del Piombo, Albrecht Dürer, Francesco Vecellio, talentuoso fratello di Tiziano.
L’omaggio a Tiziano

Ho quasi la sensazione che la mostra sia stata organizzata solo per me perché oltre al dipinto della Madonna dell’Orto, c’è il mio preferito: L’arcangelo Raffaele e Tobiolo conservato proprio alle Gallerie dell’Accademia. Mi ritrovo spesso assorta nel contemplarlo e fotografarlo. Tiziano ha realizzato questa magnifica tavola nel 1508 ed è stata giustamente scelta come grandiosa icona dell’esposizione e copertina del catalogo edito da Mandragora di Firenze.
Anche Sgarbi e Zecchi presenti

Anteprima stampa alla presenza di Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura, e Stefano Zecchi consigliere delegato Cultura – Città di Venezia. Con loro, il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia e i curatori dell’evento.
Una mostra di studio e approfondimento ha sottolineato Zecchi, ricordando che di Venezia si parla spesso in occasione di criticità, trascurando la sua energia creativa.
Venezia città ideale

Occasione privilegiata per scoprire gli albori scintillanti di Tiziano e riflettere su quello che sarà l’anno di svolta, il 1508, quando Tiziano ha quasi vent’anni. È originario di Pieve di Cadore nel cuore delle Dolomiti, montagne incantate che porterà sempre nell’anima e sulle sue tele.
La Venezia del primo Cinquecento era probabilmente il luogo migliore al mondo per un giovane artista. La sua ascesa avviene in un contesto dominato da celebri maestri come Bellini e Giorgione, che lui ben presto oscurerà diventando il pittore ufficiale della Serenissima.
Una mostra dossier

Una mostra dossier ha evidenziato Giulio Manieri Elia, la prima totalmente autoprodotta e autofinanziata. Grazie a queste opere possiamo comprendere meglio il contesto di una personalità senza pari e la sua sfolgorante ascesa.
La svolta si compie nel cuore di Rialto, al Fondaco dei Tedeschi, oggi icona di stile e del lusso e riferimento culturale con terrazza panoramica su Venezia. Il Fondaco era una sorta di “piccola città” dove i mercanti dell’Europa centrale soggiornavano e si rifornivano di merci. La notte tra il 27 e il 28 gennaio 1505 un pauroso incendio lo distrusse. Venne ricostruito in soli tre anni “presto e bellissimo”.
Giorgione e Tiziano, due geni a confronto

Giorgione e Tiziano realizzano la decorazione delle pareti esterne, impresa di eccezionale importanza. Opere che sono state strappate per salvaguardarle dalla rovina e che possiamo ammirare alla mostra. Consumate e misteriose, emanano il fascino dell’effimero. La Nuda di Giorgione rappresenta l’unico lacerto superstite della decorazione ad affresco realizzata dal pittore per la facciata sul Canal Grande del Fondaco. Per conservarla venne staccata dalla facciata nel 1937. La Giustizia in veste di Giuditta di Tiziano, monumentale frammento strappato nel 1967, era collocata sulla facciata laterale, sopra il portale d’accesso in corrispondenza della calle che dalla chiesa di San Bartolomeo conduceva al Fondaco.
Due geni a confronto: il classicismo di Giorgione e il modernismo di Tiziano ispirato dai dettami michelangioleschi che conquisterà pubblico e critica. Una plasticità innovativa riscontrabile anche nel suo Arcangelo Raffaele e Tobiolo.
Le tracce di Tiziano

Il particolare della mano dell’Arcangelo di Tiziano che occupa tutta la parete d’ingresso alla mostra è stupefacente. Secondo i curatori il progetto nasce per valorizzare quest’opera che secondo Vasari è stata eseguita nel 1508. L’idea è di mettere alla prova la datazione, a cui pochi storici dell’arte hanno sinora creduto, verificando le varie attribuzioni grazie ad una visione d’insieme delle opere esposte, alcune frutto di prestiti importanti e internazionali.
Il fascino

Da sempre le attribuzioni rappresentano un terreno minato con veri scontri tra critici su date e autori. Naturalmente Sgarbi ha calorosamente alimentato le polemiche ipotizzando che un’opera in mostra, per la resa espressiva e il colore, appartenga a Tiziano e non a Giorgione.
Tutto questo non può che aumentare il fascino di un evento che oltre alla bellezza indaga sui misteri dei grandi protagonisti della storia dell’arte.
I “gioielli” di Tiziano

Dalle polemiche alle meraviglie di un gioiello proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma: Angelo con tamburello, tavola restaurata ed esposta per la prima volta in una mostra, frammento di una pala d’altare collocata in origine nell’antica Chiesa di Santa Maria dei Servi a Ferrara e in seguito smembrata. Capolavoro giovanile che attesta la libertà pittorica proto – impressionistica del pittore cadorino. La mostra è allestita nella sale al pianterreno dedicate alle esposizioni temporanee, un’occasione per ammirare le opere con la nuova illuminazione a led sostenuta dalla Fondazione William de Kooning che il prossimo anno sarà presente negli spazi delle Gallerie con un’inedita esposizione sul soggiorno dell’artista americano in Italia.
Quanti luoghi da scoprire e conoscere, se solo fossimo capaci di guardare la bellezza! Sapremmo anche vedere quella che non esiste più o è stata collocata in altri spazicome gli affreschi di Giorgione e Tiziano. Ma Venezia è ormai sopraffatta da un turismo incapace di comprenderne gli aspetti significativi e magici e dubito che il ticket d’ingresso possa risolvere il problema dei flussi. Pedaggio che dovrebbe pagare anche l’Arcangelo Raffaele perché travestito da viandante non avrebbe le carte in regola per entrare in città gratuitamente.
“TIZIANO 1508. Agli esordi di una luminosa carriera”
Gallerie dell’Accademia
9 settembre – 3 dicembre 2023
Le foto dell’allestimento e della conferenza stampa sono state realizzate da Matteo De Fina
Dott.ssa Elisabetta la sua città è uno scrigno di tesori. Si apre il portone di un palazzo o di una chiesa e si trovano pietre preziose, ogni regione vorrebbe avere tanta ricchezza. In questo caso parliamo di uno straordinario artista veneziano, un ingegno locale, un artista nato nel Veneto felix e conosciuto in tutto il mondo. Comprendo la sua ammirazione per queste opere, ben 17, se poi solo la Madonna dell’Orto è in grado di rapirla figuriamoci un’intera mostra. Il Rinascimento italiano ha in Tiziano uno dei più grandi rappresentanti, ma quello che mi stupisce è che la sua formazione non sia stata accademica in senso tradizionale, ma l’affiancamento con altri maestri nella città di Venezia è stata molto più utile di qualsiasi accademia. Insomma il contesto culturale di Venezia e italiano del Rinascimento era di altissimo livello e ora perchè stiamo trasformando questa città in una Las Vegas culturale, da mordi e fuggi. Spero che Tiziano, con tutti i suoi ritratti, a partire da Raffaele e Tobiolo attiri nuovi persone che per scelta vogliano lavorare e abitare in una città considerata la più bella e originale del mondo. Non so se Vittorio Sgarbi ha ragione sulla attribuzione Tiziano – Giorgione, però lo stimo molto e la sua presenza è uno stimolo ulteriore.