Il primo concorso internazionale di idee sulla costruzione del Ponte sullo Stretto fu indetto dal Ministero dei Lavori Pubblici italiano nel 1969 ma l’opera trovò la sua configurazione definitiva solo nel 1992. Nel 2003 venne approvato il progetto preliminare e nel 2006 la Società Stretto di Messina affidò la progettazione definitiva, esecutiva e la costruzione dell’opera al consorzio Eurolink, di cui è capofila il Gruppo Webuild.
Lo studio di fattibilità sul Ponte sullo Stretto
Il 20 dicembre del 2010, Eurolink consegnò il progetto definitivo al termine di studi e analisi dettagliate sul territorio. Il 29 luglio del 2011 la società Stretto di Messina approvò il progetto definitivo. Il progetto prevede la costruzione del ponte sospeso più lungo al mondo, con una lunghezza complessiva di 3.660 metri ed una campata sospesa di 3.300 metri. L’impalcato avrà una larghezza totale di 61 metri e le due torri poste a terra saranno alte 399 metri. Il sistema di sospensione sarà formato da due coppie di cavi, ciascuna del diametro di 1,26 metri, con sviluppo totale di 5320 metri tra i due blocchi di ancoraggio.
Come dovrebbe essere il Ponte
Si prevede che la carreggiata del ponte potrà accogliere due strade a 3 corsie per direzione (due di marcia e una di emergenza) e una sede ferroviaria a doppio binario. Il progetto del ponte prevede l’attraversamento di 6 milioni di veicoli l’anno e di 60.000 treni, avvicinando così in maniera reale gli oltre 5 milioni di abitanti siciliani al resto del continente.
Teoricamente, l’opera potrebbe iniziare da subito, ciò a voler significare che i lavori di costruzione potrebbero partire già nei prossimi mesi e, una volta dato il via alla costruzione, il ponte potrebbe essere realizzato in soli 6 anni; naturalmente il condizionale è d’obbligo (avete presente la Salerno-Reggio Calabria? Beh, mi riferivo proprio a questo . . .).
I costi del Ponte
L’importo preventivato per la costruzione del Ponte sullo Stretto, riferito alla sola opera di attraversamento, è pari a €. 4,5 miliardi. A questi, devono essere aggiunti i costi per la realizzazione delle opere di collegamento e, se consideriamo che il costo del solo ponte equivale a circa il 40% dell’importo totale delle opere, possiamo ben immaginare la portata del progetto e la ricaduta sull’economia reale!
Oltre al ponte, sono previste opere di collegamento sui versanti Sicilia e Calabria, funzionali al Ponte stesso, per un valore di circa €. 5,3 miliardi. A questi costi, deve essere aggiunto quello di circa €. 1,1 miliardi necessari alla costruzione di tutte le opere non strettamente funzionali al Ponte, tra le quali le tre stazioni della metropolitana di Messina e un centro direzionale in Calabria, oltre alle indispensabili opere di mitigazione ambientale, cioè tutte quelle opere che, in ogni progetto di intervento, soprattutto quando di enormi dimensioni come questo, devono perseguire il miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi o, quanto meno, devono cercare di garantire che non vi sia una diminuzione delle loro qualità.
Le caratteristiche tecniche e di sicurezza dei lavori per il Ponte sullo Stretto
Per quanto riguarda la stabilità strutturale e, di conseguenza, la sicurezza di coloro che lo attraverseranno, il progetto del ponte prevede che l’opera avrà i requisiti di integrità strutturale più elevati al mondo, compatibili con un sisma di magnitudo 7,5 della scala Richter; insomma, farà invidia ai Giapponesi!!!
Ma un’opera di quelle dimensioni, “lanciata” sullo stretto di Messina, è senza dubbio esposta all’azione del vento, sia per la struttura sia per il traffico di attraversamento: e quindi?
Gli studi realizzati hanno portato all’elaborazione di una tipologia di impalcato aerodinamicamente stabile, capace di resistere a venti di 300 km/h. Il Messina Type Deck (cioè, il tipo di impalcato aerodinamicamente stabile previsto per la costruzione del ponte) permetterà il transito al traffico veicolare con venti fino ai 158 km/h, mentre le analisi effettuate prevedono la percorribilità ferroviaria a 120 Km/h di velocità dei treni, in condizioni di raffiche di vento fino a 150 Km/h e a 60 Km/h, in condizioni di raffiche di vento fino a 190 Km/h.
Effetto economico e nuovi posti di lavoro con il Ponte
Gli studi economici fatti intorno a quest’opera maestosa, prevedono che il Ponte sullo Stretto incrementerà la ricchezza prodotta su scala nazionale di €. 2,9 miliardi l’anno, il che equivale allo 0,17% del Pil (Prodotto interno lordo). In termini di lavoro, tra assunzioni dirette e indotto, costruire il ponte significherà creare 10mila nuovi posti di lavoro già nel primo anno di cantiere, mentre nel complesso saranno 100.000 i nuovi posti di lavoro tra diretti e indotto, e almeno 300 le imprese coinvolte.
Non è tutto oro quel che riluce
I detrattori sostengono che il progetto sia vecchio (effettivamente, il 1969 non è proprio l’altro ieri . . .), che sia costosissimo e che provocherà impatti negativi incalcolabili, senza risolvere le “disastrose” condizioni del trasporto di Sicilia e Calabria, tra strade vecchie e poco manutentate, autostrade quasi inesistenti e ferrovie con binari unici e treni a gasolio. La prima obiezione mossa da Legambiente è che il Ponte non migliorerà la mobilità tra le due sponde. Secondo una valutazione del Ministero dei Trasporti del 2021, infatti, il 76,2% dei passeggeri che utilizza il trasporto navale lo fa senza auto al seguito.
Una soluzione alternativa e più economica, ad esempio, proposta da Legambiente, è investire in traghetti che trasportino treni interi, senza necessità di smontarli. Così, i convogli fino a sette carrozze potrebbero entrare ed uscire direttamente dai traghetti. Ulteriore critica, infine, in merito alla biodiversità. In quei luoghi, sono presenti due Zone di Protezione Speciale e 11 Zone Speciali di Conservazione e gli impatti sull’ecosistema marino sarebbero disastrosi, dato che quell’area è caratterizzata da migrazioni e passaggi di cetacei, del tonno rosso, del pesce spada, oltre che specie abissali e praterie di Posidonia oceanica.
Inaugurato sul Danubio il gemello
Però, da altre parti, le cose così si sono fatte. In Romania, è stato già inaugurato il Ponte di Braila, costruito sul Danubio e che ha caratteristiche molto simili a quelle del Ponte sullo Stretto, perdi più, costruito con le stesse tecnologie. Questo ponte è, di fatto, un modello in scala 1:3 del nostro; è un ponte sospeso sul Danubio che ha una campata centrale di 1.120 metri, è lungo 1.975 metri ed è dotato di 4 corsie di marcia, con corsie di emergenza e piste ciclabili e pedonali e garantisce trasporti più rapidi per 7.000 veicoli al giorno.
Piaccia o no, si tratta non solo di unire due sponde ma, in alcuni casi, due popoli.