Due agosto 1980: la data è entrata tragicamente nella nostra storia, come il giorno della “Strage di Bologna”. Un attentato di marca neofascista alla stazione ha provocato un’esplosione costata la vita a 85 persone e causando anche 200 feriti. Erano le 10,25. Nella sala d’aspetto di seconda classe era stata collocata una bomba a tempo con 23 chili di esplosivo. L’orrore fu immenso, la giustizia tardò molti, troppi anni, per trovare i colpevoli. Un viaggio lungo tra verità nascoste, depistaggi, servizi segreti, personaggi inquietanti.
Strage di Bologna. Per non dimenticare
Per arrivare a conclusioni che da certe parti sono state messe più volte in discussione. “Finché non si sarà verità saremo tutti meno liberi”, dice l’on. Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna. Dai Manifesti dell’Associazione, a difesa della verità storica, della giustizia e della memoria, si distinguono le parole: “I famigliari delle vittime impediscono con le armi della verità e della giustizia la riscrittura della storia, l’occultamento della verità sulle stragi, la liquidazione della memoria”.
L’Italia non può dimenticare la criminale esplosione di quel tragico 2 Agosto 1980 né tutto quello che aveva preceduto in anni inquietanti e sanguinoso l’attentato di Bologna
Dalla banca di Piazza Fontana a Piazza della Loggia a Brescia, al treno Italicus; per citare soltanto i fatti più drammatici e sconvolgenti per la nostra storia repubblicana. Non bisogna dimenticare che furono gli “anni di piombo” nei quali il terrorismo, da destra e da sinistra, tentò di far saltare le regole della democrazia e di piegare lo Stato alla violenza. Bologna resta lo specchio di un’inchiesta che si è più volte quasi smarrita, si è rincorsa e ritrovata, è stata osteggiata e combattuta.
Sono passati 43 anni dal più sanguinoso attentato della nostra storia repubblicana, anni nei quali si sono visti i mandanti e gli esecutori beneficiare di imponenti coperture e depistaggi che hanno intralciato le indagini e la ricerca della verità. Ora le famiglie delle vittime vogliono ribadire “con forza a tutte le più alte cariche dello Stato e alle Istituzioni democratiche che è necessario continuare a indagare, trovare i mandanti e scoprire le trame più o meno nascoste che hanno tenuto l’Italia ostaggio di servizi segreti deviati e gruppi terroristici. È doveroso svelare gli interessi politici ed economici da cui scaturì quel bagno di sangue”.
Bolognesi e la strage di Bologna
Dice Paolo Bolognesi: “Il 6 aprile 2012 è arrivato a sentenza, in primo grado, il processo ai mandanti della strage che, grazie alla enorme mole di documenti raccolti, chiarisce e amplia il quadro mostruoso e atroce di connivenze, depistaggi e abusi di potere che si sono consumati prima e dopo l’eccidio del 2 agosto, oltre a confermare gli esiti giudiziari precedenti. Viene confermato in modo eclatante che la strage fu progettata e finanziata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti”.
OR.S. A e l’intervista sulla strage di Bologna
OR. S. A.,Organizzazione sindacati autonomi e di base, “nel ribadire che giustizia non è vendetta ma indice di progresso e libertà, guarda ai giovani affinché si rendano protagonisti della vita democratica italiana con il loro impegno civile e sociale, per un’Europa in cui la libertà, il pluralismo democratico e la cultura, siano valori difesi e sostenuti strenuamente e quotidianamente” ha concesso a Ezio Ordigoni, Segretario Confederale OR.S.A. del Veneto, di intervistare per www.enordest.it Bolognesi proprio sulla strage di Bologna.
Come valutate le motivazioni dell’ultima sentenza del processo ai mandanti?
“La sentenza del processo ai mandanti rafforza il quadro probatorio nei confronti dei neofascisti dei NAR: Fioravanti, Mambro e Ciavardini già condannati e aggiunge la figura di un altro terrorista legato a doppio filo con i Servizi Segreti italiani: Paolo Bellini. La sentenza mette in luce un segmento importante delle istituzioni italiane che hanno favorito, finanziato, appoggiato e organizzato il progetto stragista del 1980, ponendolo in linea di continuità̀ con le stragi precedenti.
Un gruppo di potere senza scrupoli che ha continuato ad operare anche negli anni successivi in base a patti criminali di cui fa parte anche la strage del 2 agosto 1980. La sentenza pone in evidenza il ruolo della Procura della Repubblica dell’epoca al cui vertice c’era il Procuratore Ugo Sisti legato al SISMI piduista del generale Musumeci da un lato, e dall’altro proprio alla famiglia Bellini. Pagine che spiegano l’infedeltà̀ alla giustizia e alle istituzioni che avrebbero dovuto prevenire la strage e che invece l’hanno favorita ed hanno successivamente cercato in ogni modo di coprirne i responsabili”.
Chi sono i mandanti e finanziatori della strage di Bologna?
“L’anno scorso abbiamo scritto il seguente manifesto: ‘la sentenza di primo grado del processo ai mandanti conferma la strage è stata ideata dai vertici della loggia massonica p2 è stata protetta dai vertici dei servizi segreti italiani eseguita da terroristi fascisti’. Licio Gelli – ideatore, Ortolani(vice di Gelli) – finanziatore, Federico Umberto D’Amato -organizzatore, Mario Tedeschi- depistaggio mediatico, terroristi fascisti esecutori materiali aderenti ad Avanguardia Nazionale, NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) e Terza Posizione. Il primo finanziamento è avvenuto il 16 febbraio del 1979 circa un anno e mezzo prima della strage stessa.
Ed è stato erogato all’ex senatore Missino Mario Tedeschi direttore del Borghese per cominciare a creare piste alternative per confondere le indagini che sarebbero scaturite dopo la strage. Dalla lettura della sentenza emergono le raffinate strategie del depistaggio, anche mediatico, basate sulla conoscenza preventiva del progetto stragista e sull’obbiettivo d’indirizzare l’opinione pubblica su altre piste inesistenti come quella palestinese, definitivamente franata e mostratasi per quello che era: una provocazione disinformativa confezionata dagli organizzatori della strage e dai depistatori di SISMI e SISDE. Sia chiaro in tutto questo non c’è niente di aggiunto o di inventato, niente che non corrisponda alla verità ufficiale. Sembra fantapolitica, invece è la drammatica realtà. Ogni parola è negli atti e nella sentenza”.
Quale fu il ruolo di Licio Gelli e della P2 nella strage di Bologna?
“Una pronuncia che mostra in tutta la sua violenza il potere criminale che Licio Gelli edificò in Italia. Grazie ad appoggi e grazie a connivenze di ogni genere intessute nel mondo militare prima e in quello economico dal 1975 in poi. Emerge anche il potere di ricatto che Gelli aveva tramite archivi e dossier, conservati nella sua base di Montevideo in Uruguay. Interessante è scoprire che Mike Leeden, agente della CIA, lì si recò a ripulire l’archivio, prima che esso fosse inviato alla magistratura italiana”.
Chi era Paolo Bellini?
“Paolo Bellini è un terrorista appartenente ad Avanguardia nazionale con un percorso criminale che spazia dal furto all’omicidio politico ad attentati vari. Per ragioni economiche poi collabora con le forze dell’ordine e diventa anche il braccio armato di ‘ndrangheta e mafia. Sarebbe stato lui a suggerire gli attentati contro i monumenti storici”.
Pensate che questa sentenza abbia fatto giustizia sulla strage di Bologna?
“Ancora giustizia non è stata fatta. Mancano sicuramente i nomi di quei politici che hanno permesso tutto ciò. Coloro che sapevano e per convenienze politiche nominavano in posti chiave nei servizi e nei ministeri affiliati alla loggia massonica P2. Ora si è aperto un grande varco per capire lo scenario che sta dietro la strage e molto è stato compreso. Ora nessuno potrà dire non si sa nulla sulla strage. Se si vuole conoscere il materiale c’è. Chiaramente se si vuole sapere!”.
Come evitare che una simile tragedia come la strage di Bologna si trasformi in una delle tante ricorrenze?
“Credo che un rischio anche concreto possa esserci. Posso dire quello che noi mettiamo in cantiere ogni anno, cerchiamo di “vitalizzare” la memoria dell’evento andando nelle scuole, facendo concorsi per ricordare. Con la musica, con opere grafiche , ogni anno coinvolgiamo una miriade di studenti in queste operazioni e non solo studenti italiani. Riteniamo che alimentare la memoria rinnovandola sempre ed inserendola nel contesto storico possa essere un modo per arrivare alla completa giustizia”.