Negli ultimi anni sono state sperimentate numerose soluzioni in ambito agricolo per far sì che anche questo settore fosse reso il più sostenibile possibile. Tra le diverse soluzioni innovative sperimentate troviamo l’agrivoltaico, un’implementazione che permette lo sviluppo delle energie rinnovabili sfruttando i terreni agricoli per produrre energia solare senza compromettere la produzione agricola. L’agrivoltaico è una delle tecnologie innovative per produrre energia pulita che maggiormente stanno andando incontro al successo negli ultimi mesi, perché si tratta di una soluzione innovativa e sostenibile che permette agli agricoltori di generare energia pulita mentre coltivano i loro terreni
Cos’è un impianto agrivoltaico
Quello dell’agrivoltaico è un settore ancora poco diffuso, che si genera dalla fusione di due settori, quello agricolo e quello fotovoltaico. Consiste nel produrre energia rinnovabile tramite i pannelli solari, senza compromettere le attività agricole in genere. Si tratta di un sistema integrato di produzione di energia solare e agricola che massimizza la produzione di energia pulita, incrementando contemporaneamente la resa agricola grazie all’ombreggiamento reso possibile dai pannelli solari, facendo diminuire l’impatto del calore sulle coltivazioni.
Grazie all’agrivoltaico, quindi, siamo in grado di produrre energia elettrica mantenendo la coltivazione diretta dei terreni e l’allevamento di bestiame, utilizzando impianti che rispettano la produzione agricola.
Come funziona l’agrivoltaico
In un impianto agrivoltaico, i pannelli fotovoltaici si posizionano a circa 5 metri da terra e sono liberi di ruotare attorno a uno o due assi tra loro ortogonali, cioè a 90 gradi.
Ogni gruppo di pannelli può sostenere anche 32 moduli fotovoltaici che generano ombra “in movimento” per il 15-30% del terreno agricolo sottostante, percentuale regolabile secondo necessità. Il movimento dei pannelli fa sì che questi seguano il sole, evitando che si facciano ombra tra di loro e aumentando la produzione di energia pulita fino al 30% rispetto agli impianti fotovoltaici fissi.
I vantaggi dell’agrivoltaico
I vantaggi che il sistema agrivoltaico offre sono parecchi, perché questa struttura permette di:
creare zone d’ombra che proteggono i terreni coltivati dagli eventi climatici;
ridurre i costi energetici;
ridurre la carbon footprint (letteralmente: “impronta di carbonio”), cioè le emissioni di gas serra causate dall’attività agricola;
raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality (produco tanto gas serra quanto riesco a riassorbirne);
utilizzare i terreni non coltivati in maniera proficua;
diminuire l’evaporazione dei terreni;
recuperare le acque meteoriche;
innovare i processi agricoli, per renderli più ecosostenibili e competitivi.
I test
Oltre a tutto questo, alcuni test eseguiti dagli Agrivoltaico Open Labs (letteralmente: Laboratori Aperti per l’Agrivoltaico) hanno dimostrato, che unendo la tecnologia fotovoltaica con l’attività agricola, si ottiene una resa maggiore per unità di superficie coltivata, con incrementi non solo teorici: per il foraggio, un aumento del 40%; per le fragole: +18% tra i pannelli, +14% sotto i pannelli, e +36% utilizzando la retroilluminazione a led; per il timo: +20%, origano +15%, melanzane +30% e peperoni +60%.
Si è testato anche l’impiego di erbe aromatiche, fiori e miscele di specie floreali e arboree in grado di richiamare specie impollinatrici, facendo nascere, ad esempio in Spagna e in Grecia, nuovi allevamenti di api domestiche, dove si produce miele di altissima qualità.
I contro dell’agrivoltaico
Come in tutte le cose, anche nell’agrivoltaico ci sono e svantaggi; vediamo alcuni di quest’ultimi.
Costi di progettazione e montaggio elevati;
progettazione più costosa perché, tra l’altro, richiede un accordo tra l’operatore agricolo e l’operatore elettrico;
manutenzione costosa, perché necessita di un controllo continuo e, quindi, genera costi più elevati rispetto a quelli di un impianto fotovoltaico tradizionale.
Il settore agrivoltaico in Italia
Nel nostro Paese, l’agrivoltaico non è ancora sviluppato a dovere per alcuni motivi, tra i quali ci sono:
mancanza di una disciplina specifica a livello nazionale e, quindi, un indirizzo uniforme;
la solita, asfissiante, impeditiva burocrazia italiana che dilata i tempi necessari a ottenere i permessi per la realizzazione degli impianti;
la mancanza di incentivi, che mira a rendere meno economico questo sistema, con lo scopo di preservare i terreni agricoli.
Nonostante la “solita” Italia, però, abbiamo i primi campi agrivoltaici, al Sud della penisola
Puglia: a Laterza (TA) è stato realizzato il primo impianto agrivoltaico in Italia; su una superficie totale di 7 ettari, 4 sono stati destinati all’installazione di un impianto di 972 kW, con i pannelli posati a più di due metri di altezza.
Sicilia: regione sita a bassa latitudine, il che consente maggiori investimenti in campo agrivoltaico. Recentemente, è stato realizzato un impianto a Scicli (RG), esteso su 22 ettari, 17 dei quali con la coesistenza di pannelli e coltivazioni, mentre i rimanenti 5 sono destinati alla piantumazione; altri due parchi agrivoltaici sono entrati in funzione da Aprile di quest’anno, uno a Mazara del Vallo (TP) e l’altro a Paternò (CA).
Sardegna: a Ottobre dello scorso anno ha preso il via un progetto agrivoltaico da 13,789 MW chiamato Primmariu, nel territorio comunale di Villacidro (VS).
Ma ci siamo anche noi veneti!
Veneto: un impianto agrivoltaico con una potenza di 9 MW circa sarà installato lungo l’autostrada A27 tra i comuni di Marcon (VE) e Mogliano Veneto (TV). L’impianto sarà dislocato su un appezzamento di 2,7 ettari, che ospiterà una parte dell’installazione che utilizzerà inseguitori solari e una copertura dinamica, mentre altri 4,7 ettari ospiteranno un sistema fotovoltaico senza inseguitori. Inoltre, altri 5 ettari saranno a disposizione di prati permanenti e pascoli e altri 5,8 ettari ospiteranno diversi tipi di colture, tra cui patate, grano, mais, sorgo, orzo, frumento e barbabietola da zucchero. Sono previsti anche 70 alveari per le api.
Agrivoltaico a misura di Europa
Anche l’Europa si sta muovendo nella direzione dell’agrivoltaico. Il progetto SYMBIOSYST, finanziato da 18 diversi partner europei, mira a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative per migliorare la competitività dell’agrivoltaico in Europa e minimizzare l’impatto su ambiente e paesaggio, promuovendo un agrivoltaico “su misura” in grado di stimolare iniziative e investimenti. Ancora in fase di progettazione, il piano prevede che vengano attivate reti di sistemi agrivoltaici innovativi e sviluppati prodotti, soluzioni e servizi che verranno poi testati sul campo e su quattro diversi scenari agricoli, differenziati in base a localizzazione, clima, dimensione e tipo di colture.