“La Carta della Nuova Umanità non è un tentativo improvvisato, ma si radica profondamente nel percorso spirituale, culturale ed anche politico elaborato per più di un ventennio dai “laboratori” Darsi Pace, un movimento nato alla fine del secolo scorso ad opera del poeta e filosofo Marco Guzzi (qualcuno lo ricorderà anche come conduttore di Radiodue 3131, una delle più longeve trasmissioni radiofoniche della radio italiana) – ricorda Marco Castellani, astrofisico ricercatore all’Osservatorio astronomico di Roma. –

Il movimento, fin dalla sua nascita, coerentemente con il suo motto Liberazione interiore -> Trasformazione del Mondo si occupa anche di elaborare forme di convivenza sociale più relazionali ed umane, accostando, ad una parte di denuncia delle storture dell’attuale modello neoliberista, una parte propositiva, che trae linfa da un paziente lavoro personale, basato sullo studio di testi e sulla meditazione. La proposta spirituale di Darsi Pace inerisce all’ambito cristiano, ma come offerta apertissima a ogni persona in ricerca, a qualsiasi fede appartenga”.
Dottor Castellani, da quale percorso specifico nasce la proposta della Carta per una Nuova Umanità?

“La proposta culturale è particolarmente solida, come ciascuno può facilmente verificare, e si appoggia principalmente su una collana di testi chiamata Crocevia e pubblicata dalle Paoline, che ha già pubblicato decine di volumi importanti, i quali costituiscono il fondamento teorico-pratico dei gruppi Darsi Pace. La collana tenta di fornire chiavi interpretative adeguate alla fase storica di grandi trasformazioni che stiamo vivendo, una fase per cui il Papa stesso ha usato la dizione cambiamento d’epoca”.
Siamo ad un cambiamento d’epoca: la Carta riparte dalle parole, a chi si rivolge?

“La Carta della Nuova Umanità nasce, a mio avviso, dall’esigenza di condividere un momento di sintesi dell’attività che ho descritto, che credo possa essere anche una offerta rivolta verso l’esterno del movimento, a chiunque si trovi in ricerca e avverta un senso di insufficienza – a volte dolorosa – nell’ordine attuale delle cose e nell’assetto della società. In sé è un documento apprezzabilmente sintetico, si può leggere in un paio di minuti: tuttavia ogni frase può essere espansa ed approfondita in maniera virtualmente infinita, può essere ripresa in una sorta di lavoro di scavo, utile per far venire a galla il nostro vero desiderio e la nostra voglia di costruire un mondo migliore. Questo, non con vane speranze o velleitarie ansie rivoluzionarie, ma tornando ad una operatività umile e consapevole.
Per le sue caratteristiche, per il luogo stesso in cui si è originata, la Carta mi appare dunque come una offerta credibile, in quanto ben radicata in un percorso culturale, psicologico e spirituale. Anche necessaria, come un tentativo proposto a tutti per superare la stagnazione in cui spesso ci sentiamo immersi, tanto a livello sociale e politico quanto personale”.
Nella Carta si parla di una umanità che insorge e proclama, schierandosi contro la violenza e la guerra…

“Nella Carta vi è una chiara denuncia del sistema della guerra, che è ben più ampio degli stati di guerra, ma ne è ultimamente alla radice. Vi si legge infatti che Il sistema della guerra è agli sgoccioli, sopravvive solo intensificando le strutture della violenza, del controllo, e della menzogna. A mio avviso è una lettura tanto semplice quanto esatta del reale. In fondo è sotto gli occhi di tutti come certi meccanismi di manipolazione del consenso, di pubblicità invasiva, anche di controllo sociale, si siano intensificati negli ultimi anni, anche e soprattutto durante la pandemia.
Questo potrebbe indurre a disperare nella vera possibilità di liberazione dell’uomo, se non ci soccorresse la constatazione ultimamente rincuorante che legge in questa recrudescenza semplicemente una evidenza di un sistema agli sgoccioli, che non può che mascherare la sua debolezza con una parossistica intensificazione del suo malevolo operare. Oltre questa cortina di fumo, la debolezza ormai manifesta apre inediti scenari di liberazione, di cui possiamo senz’altro essere lieti. Davvero, come dice la Carta, è tempo di mobilitarci, di aggregarci, di crescere insieme”..
Qualcuno potrebbe dire però che i pacifisti sono vigliacchi e non difendono gli aggrediti dagli aggressori… Come si può rispondere alla violenza di uno stato che invade un altro stato?

“Riguardo all’ambito – diciamo – propriamente militare, è chiaro che esisteranno sempre ambiti estremi nei quali il ricorso ad un certo grado di violenza come ultima difesa, appare inevitabile. Per venire al caso di maggiore attualità, ove le cose appaiono ben più complesse, ritengo che lavorare realmente per la pace non significa dare ragione alla Russia, o comportarsi da vigliacchi (mi pare più vigliacco spedire armi e per il resto lavarsene le mani). Significa invece, mi pare, perseguire il vero interesse nazionale e dello stesso continente europeo. Dobbiamo lottare contro la polarizzazione totale del mondo, fare in modo che emerga una reale terzietà europea, che non si schiacci né sugli Stati Uniti né sulla Russia né sulla Cina”.
Qual è dunque il ruolo auspicabile per l’Unione Europea?

“Personalmente ritengo che, come Unione Europea, non possiamo essere attori credibili, se continuiamo a fornire armi all’Ucraina, rendendoci così parte attiva nel conflitto e contribuendo direttamente alla spirale di violenza e morte. Oggi quasi solo il Papa pronuncia chiare parole di Pace, mentre tutti i grandi giornali sono tornati a percuotere i tamburi di guerra. Legittimo domandarsi a chi giova la recrudescenza del conflitto, se vi sono potenze ed entità economiche che beneficiano di questo immane strazio.

Lecito domandarsi, come molte personalità del mondo scientifico, culturale e spirituale stanno facendo – penso al fisico Carlo Rovelli, al direttore di Avvenire Marco Tarquinio, fino allo stesso Marco Guzzi – se questa guerra scatenata dalla Russia non sia stata anche accuratamente stimolata dalle potenze del blocco occidentale. Senza poter entrare qui in considerazioni geopolitiche, ricordo sinteticamente che è sempre il Papa a notare che ci sono fattori internazionali che hanno contribuito a provocare la guerra. Al di là delle opinioni di ognuno su questo conflitto, dico che tutto questo ci invita ad una riflessione, che va ben al di là della logica dualistica e propagandistica di aggressore ed aggredito, che semplifica brutalmente il dato di realtà”.
Nella Carta si dice anche che tutti i parametri di riferimento e i paradigmi culturali su cui si fonda la società sono ormai superati. Cosa significa?

“Non mi propongo certo come interprete autorevole della Carta, ma senz’altro ti posso dire come leggo io questo passaggio. Ho la sensazione da tempo che ci aggrappiamo a strutture e modelli di pensiero che hanno ormai esaurito la loro carica propulsiva, senza riuscire a creare qualcosa di veramente nuovo e contemporaneo. Già Jung avvertiva che la cosa più difficile è essere realmente contemporanei. In politica, definizioni come destra e sinistra che ancora vengono riproposte pertinacemente, in realtà non dicono più nulla a gran parte di noi. Ce lo mostrava acutamente Giorgio Gaber, qualche anno fa. Così, per cambiare ambito, un certo modo di comunicare anche il tesoro della tradizione, e perfino -per chi crede – la stessa fede, sembrano non trovare un reale ambito di interesse, fatte ovviamente salve tutte le possibili eccezioni”.
Anche i giovani sembrano disillusi, quanto è urgente un rinnovamento radicale?

“Basta osservare, cosa che è anche in linea con la mia professione di scienziato. Diceva Carrel che molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore. Allora osserviamo le giovani generazioni, con uno sguardo onesto e senza pregiudizi. Quanta passione politica troviamo in un giovane oggi? Quanto disincanto invece? Ricordo bene il clima degli anni Settanta del secolo scorso, in cui sono cresciuto.
La passione politica era fortissima: magari le forme di lotta e un certo quadro teorico era sbagliato, fuorviante e la storia l’ha dimostrato, ma la passione in quanto tale è pura e quella c’era. Il punto è proprio questo: l’idea di cambiare il mondo è potente e connaturata alle donne e agli uomini di ogni tempo. Per chi crede, è una tensione innestata dalla stessa venuta di Cristo sulla Terra. Ora ci abbiamo in pratica rinunciato, coltivando invece una pericolosa disillusione, che fa male e ci fa male. Non è tutto questo segno della necessità urgente di un rinnovamento, di un ricominciamento?”.
Siamo in una fase di crisi strutturale, ma i vecchi saperi non sono anche un baluardo contro l’estrema incertezza e la difficoltà di operare strategie?

“Mi viene in mente al proposito una frase del Faust di Goethe, Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo. Il tesoro della sapienza accumulata fin qui è inestimabile, ma deve essere fatto parlare, cioè deve tornare vivo ad ogni momento, altrimenti è solo un peso morto, non rivela il suo potenziale, non serve. Fedeltà alla tradizione – diceva il compositore Gustav Mahler, in una frase ripresa anche dal Papa – significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri.
Credo sia per questo che la Carta riconosce che noi non siamo definibili né di destra né di sinistra, né progressisti né conservatori, ma siamo al contempo gli eredi legittimi di tutte le tradizioni culturali e politiche degli ultimi secoli. Ovvero non rinneghiamo niente di ciò che è stato, anzi ne rivendichiamo l’eredità, per tutto quello che si è dimostrato giusto e valido. Non ha alcuna utilità attardarsi ad adorare le ceneri, mentre quel che ci è chiesto dalla storia è usare ciò che ci è stato donato, per forgiare qualcosa di nuovo. Ma questa è la regola di sempre, la tradizione va trattata come una cosa viva, non come un tesoro da mettere sotto vetro”.
E’ difficile modificare i vecchi paradigmi: nel pensiero comune siamo ancora fermi alla fisica newtoniana, mentre nel frattempo anche la relatività di Einstein, pure straordinaria, mostra dei limiti, non riuscendo a spiegare l’infinitamente piccolo…

“Per questo mi è agevole appoggiarmi innanzitutto alla storia della cosmologia, che è del resto una disciplina estremamente umana. Difatti, ad ogni stadio di sviluppo dell’umanità corrisponde un modello di cielo, da essa elaborato secondo il grado via via raggiunto di maturità e consapevolezza. Per questo il cielo ci parla di noi! Per gli antichi il cielo era la dimora delle stelle fisse, il luogo della perfezione di enti immutabili e sempre uguali a sé stessi. Era la teorizzazione di una cosmologia statica, in altre parole.
Tanto presente nella nostra mente e nella nostra coscienza che perfino un indiscusso genio come Albert Einstein, quando si accorse – poco più di un secolo fa – che le equazioni da lui stesso formulate gli parlavano di un universo instabile per espansione (o contrazione), non volle crederci e forzò la sua teoria introducendo artificiosamente una costante cosmologica che avesse il compito di congelare tutto in un sistema fisso, come ancora credeva che fosse l’universo. Ironia della sorte, la costante, poi rigettata da Einstein che la definì “il più grande errore della mia vita”, ora è tornata in auge, ma in relazione al ruolo dell’energia oscura, e non certo per ritornare ad un cosmo statico. Tutt’altro!”.
Ora la fisica quantistica, ci dimostra che Tutto è in movimento, la stasi è soltanto una tentazione mentale, da superare…

“La cosmologia moderna ci parla infatti di un cosmo in espansione accelerata, cioè un universo che non solo si espande, ma lo fa oggi più di ieri, e domani lo farà ancora di più! Ci rendiamo conto del cambio di paradigma che comporta assorbire davvero queste nozioni, peraltro ormai ampiamente corroborate da tutte le ricerche più recenti? Il punto è che noi fatichiamo ad incarnare queste evidenze scientifiche, la nostra mente è per larga parte ancorata a quanto abbiamo creduto per millenni, è impastata di universo statico, della sensazione che le cose ultimamente sono uguali a sé stesse e non possano cambiare.
Ma niente è più lontano dal vero di questo, e se psicologicamente possiamo comprendere e giustificare la nostra fatica nell’assorbire i nuovi concetti, non per questo ci conviene indugiare in una vecchia fisica, cioè in un vecchio modo di pensare; incapace ormai, per quanto si diceva, di portare nuova linfa al nostro agire”.
Il movimento “Darsi Pace” ha proposto a tutte le persone in ricerca, di radunarsi intorno ad una Carta della Nuova Umanità, di firmarla. Perché ognuno di noi dovrebbe rispondere a questo invito?

“Ti posso confessare al proposito, che sono rimasto piacevolmente stupito quando ho realizzato che – in quest’epoca di Big Data e di capitalismo della sorveglianza – per firmare la carta non fosse richiesto alcun dato personale che potesse portare a rintracciare il firmatario, in alcun modo. Per capirci, non serve dare email o telefono, o indirizzo. Basta mettere nome e cognome.
Questa evidenza semplice mi ha spiazzato perché ho capito che firmare non è – come in altri contesti – un espediente per poterti poi ricontattare, per cercare di affiliarti o includerti in qualche proposta (sia pur virtuosa) o percorso (sia pure splendido) o altro. Affatto: firmare vuol dire, senza secondi fini da parte di nessuno, testimoniare l’accordo ideale con quanto è scritto nella carta, equivale a dire sì, condivido tutto questo, condivido la necessità di un rinnovamento, non voglio più essere complice della perpetrazione di un mondo statico, ci sono anche io, per favore contatemi. Dunque proprio contarsi mi pare il primo, umilissimo passo, di questo inizio di rinnovamento. Un rinnovamento che procede in modo molto realistico, senza grandi promesse, senza sconvolgimenti violenti, senza roboanti proclami”.
E se la Carta rischiasse di rimanere soltanto “sulla carta”?

“La Carta non è una proposta debole, perché – come abbiamo iniziato a capire anche dai piccoli estratti qui proposti – è molto chiara e non fa sconti. Nemmeno è soggiogata da tentazioni di piccolo cabotaggio molto di moda. Penso specificamente qui a passaggi come ci impegniamo a trasformare o a sostituire queste classi dirigenti gravemente compromesse con il sistema della guerra e della menzogna. Non manca insomma un giudizio chiaro sulla situazione sociale e politica odierna. Si tratta ultimamente di scegliere, se rimanere sulla strada del lamento o accogliere una proposta realistica per lavorare ad un mondo nuovo. Facendolo – per citare la stessa Carta, qualche passo indietro, con grande umiltà, con grande pazienza, e con grande realismo, ma anche con grande fiducia.
Sarà interessante vedere quante persone parteciperanno alle prossime iniziative di presentazione della Carta, quante firme arriveranno

Mi piace perché è un inizio di costruzione molto preciso e molto realistico, mi fa ben sperare. La storia ha fatto piazza pulita delle rivoluzioni velleitarie e soprattutto l’idea di cambiare il mondo senza lavorare su di sé, al contempo, ha prodotto innumerevoli guai ed è da abbandonare con grande urgenza.
La Carta non propone un paradiso in terra da ottenere chissà come o chissà contro chi, ma invita ad un lavoro cordiale e costante, ben sapendo che siamo noi i primi che dobbiamo ogni giorno liberarci dalla violenza. E i nostri sforzi di liberazione interiore sono la fonte primaria delle nostre iniziative rivoluzionarie. Per tutto questo io ho firmato e invito ognuno a prendere in considerazione la possibilità di firmare, se si riconosce nel testo della Carta stessa. Perché l’universo statico ha concluso storicamente il suo ciclo di vita, ma deve ancora essere lasciato andare dalla nostra mente. Possiamo iniziare a farlo, anche firmando la Carta”.
PER INFORMAZIONI https://cartadellanuovaumanita.it/
È un’iniziativa che non si ferma ai singoli eventi come manifestazioni, conferenze o altro destinati a cominciare e finire. Spero che le adesioni arrivino ad una così detta massa critica che migliori questo pianeta mal ridotto.
Grazie
Grazie un miliardo di volte moltiplicato 1000!
Con l’occasione vorrei esporre delle mie gratuite proposte ,le quali affido a chi come voi é autentica e trasparente Meritocrazia:
PROGRAMMA RIUNIONE NAZIONALE LISTE CIVICHE :
Fino ad oggi le liste civiche si sono formate seguendo un nominativo di partito politico o di una personalità più influente nell’ambito sociale o politico.
ADESSO INVECE VANNO FORMATE DELLE LISTE CIVICHE CHE SEGUISSERO UN PROGRAMMA POLITICO E CHE IN SEGUITO,OGNI LISTA, POTESSE RAPPRESENTARLO IN MODO UNANIME.
Una lista civica è una lista elettorale che si presenta alle elezioni (comunali, provinciali, regionali o parlamentari) senza essere espressione diretta di un partito politico.
Quindi per fare avvenire una reale e concreta svolta,vanno riunite le liste civiche,le quali rappresentassero i Comuni,le Province e le Regioni e in tali liste vanno integrate le sigle che rappresentassero le varie organizzazioni come associazioni,fondazioni,
federazioni,confederazioni,
sindacati e varie altre politiche popolari.
Tali liste devono venire sottoscritte e quindi certificate presso il congruo territorio di appartenenza.
Integrare la sigla di un gruppo associativo in una lista civica, sta a significare che il Comitato presidenziale di tale organizzazione ha votato in modo unanime per seguire un determinato programma politico popolare e che questa partecipa a divulgare il programma e i relativi progetti verso gli iscritti della propria organizzazione,in modo che anche quest’ultimi potessero poi scegliere se partecipare al fine del progetto e ai relativi programmi politici.
Per permettere tale unione, occorre quindi proporre innanzitutto un programma politico e legislativo,il quale potesse trovare ampia condivisione e efficiente e efficace partecipazione collettiva,quindi andrebbe stabilità in prima istanza una nuova forma di Governo e un nuovo sistema di Stato e quindi intanto i 3 poteri costituzionali vanno costruiti in modo completamente nuovo.
Io
Cinzia Tinti,propongo quindi di leggere e soprattutto di studiare e di valutare la proposta di questa nuova Costituzione,in quanto potrebbe essere uno spunto,su cui decidere il programma da potere seguire in modo unanime 👇
https://sfero.me/article/-nuova-costituzione-nome-mite
L’unione di tali liste civiche, devono poi rappresentare l’Assemblea Costituente,la quale dovrebbe poi nominare i Comitati che dovranno formare l’Assetto del nuovo Governo e l’insieme dei Comitati del Governo dovrebbe venire nominato in qualifica di Assemblea Costituente permanentemente .
Una volta nominata l’Assemblea Costituente Permanente e governativa,l’Assemblea Costituente anch’essa formata da Comitati e per ogni settore, dovrà poi rappresentare il sindacato unico da istituire in Costituzione .
In quanto i partiti politici vanno cancellati dalla Costituzione, questi vanno sostituiti con Comitati e relative Assemblee e per ogni Settore e Fattore.
Le Assemblee che rappresenteranno i Settori del Governo Centrale e dei Governi Comunali,dovranno essere proposte e estratte dalle Università .
Le Assemblee relative ai Comitati del Sindacato unico, dovranno essere proposte e estratte dalle organizzazioni associative popolari,previo la valutazione esercitata dall’Assemblea Costituente relativa al Sindacato .
NB:
L’assemblea Costituente è indispensabile crearla prima e questa rappresenterà poi il Sindacato unico da istituire in Costituzione….NB: secondo la Costituzione italiana il Sindacato è un’associazione NON riconosciuta!
Questa volta sarà il Sindacato unico a proporre e a pretendere che il Parlamento della Repubblica italiana venisse sciolto,in quanto tale Sindacato (Assemblea Costituente) dovrà avere il diritto e il dovere di eleggere i Comitati del Governo Centrale e dei Governi comunali e le leggi fondamentali della nuova Costituzione.
Una volta formate le Assemblee che saranno relative ai Comitati governativi settoriali,queste elaboreranno insieme ai Comitati le leggi e i programmi da integrare in Costituzione e saranno poi le Assemblee dei Governi comunali a votare le leggi e i programmi.
Il Referendum abrogativo verrà sostituito con il Referendum propositivo, quest’ultimo sarà l’unico sistema di voto,sia per esprimere fiducia e sia per valutare la sfiducia.
Anche i Tribunali dovranno utilizzare tale metodo,per esprimere la valutazione in riferimento ai verdetti,alle sentenze e alle condanne.
UNA VOLTA CHE SARÀ DETTATO IL SINDACATO UNICO IN COSTITUZIONE:
Le associazioni,le fondazioni,le federazioni,le confederazioni e le liste civiche CESSERANNO DI ESISTERE,perché il cittadino potrà aderire in qualità di rappresentante di sé stesso nei relativi Settori o Fattori e tale soggetto potrà partecipare in modo individuale e singolare in tali determinati spazi e per merito del proprio grado di studio e previo le relative competenze professionali e operative.
🔵Nel link sottostante sono elencati gli indirizzi che formamo la base per creare tale evoluzione 👇
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=164040203265617&id=100089789133155
🔵 Per formare sui territori dei Comitati spontanei e per poi promuoverli ,esiste il sito Astensione Costituente,il quale offre una piattaforma molto intelligente 👇
https://www.astensionecostituente.it/
Anche tali Comitati potranno poi,semmai sottoscriversi alle liste civiche .
🔵PER POTERE COMPRENDERE LA NECESSITÀ DI TALE RIVOLUZIONE NON VIOLENTA, BISOGNA INNANZITUTTO COMPRENDERE NOI STESSI E LA STORIA DA CUI PROVENIAMO,QUINDI SAREBBE MOLTO UTILE LEGGERE CON ATTENZIONE INTESTI CHE SONO A DISPOSIZIONE CLICCANDO SUL LINK SOTTOSTANTE:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=165705726432398&id=100089789133155
Cinzia Tinti
Approvo al cento per cento il lavoro ciclopico di Marco Guzzi