Giuliano Pisani presenta, venerdì 17 marzo alla libreria “Il Libraccio” in via Altinate 63 a Padova, il suo romanzo dal titolo “Raphael”. Un romanzo originalissimo, che mescola stili e contenuti diversi, una novità nel panorama editoriale attuale. Vi si intrecciano più storie, apparentemente tra loro lontane, nello spazio e nel tempo. Con un filo conduttore. Un misterioso dipinto di Raffaello che non dovrebbe esistere.
La prima storia
Una prima storia riguarda le vicende di due gesuiti, l’italiano Rodolfo d’Acquaviva e il catalano Antoni de Montserrat, che da Goa, in India, compiono, nella seconda metà del XVI secolo, un lungo viaggio per incontrare il Gran Mogol Akbar nella sua capitale, la leggendaria e bellissima Fatehpur Sikri.
La seconda
La seconda storia è ambientata ai giorni nostri e ha come protagonisti due giovani innamorati, Catherine Mercier, studiosa della cultura indiana e assistente dell’anziano professor Surendranath, e Giulio Corsi, docente di storia dell’arte all’università di Venezia.
Il commissario
La terza riguarda le indagini del commissario Chetan Krishan della polizia di Mumbai per venire a capo dell’omicidio per strangolamento dello stesso prof. Surendranath.
Il Raffaello misterioso
Su tutte queste vicende aleggia un misterioso dipinto di Raffaello, carico di valori simbolici. Il lettore viene letteralmente catturato dai continui cambi del piano narrativo, che avanzano verso un punto d’incontro che si svela soltanto alla fine e fanno di questo romanzo un avventuroso viaggio nel tempo passato e nella realtà contemporanea. Vi si scorgono anche i tratti distintivi del suo autore: la fiducia nella ragione e nei valori che l’umanità sa esprimere, il solido riferimento etico nelle scelte cui la vita ci chiama.
Genesi del romanzo. Tutto nasce da una tela di Raffaello
All’autore del romanzo giunge un’email con l’immagine di una tela, ritrovata In India, che porta la firma di Raffaello. Pisani la identifica subito come una copia del Grand Saint Michel del Louvre. Già questo costituisce un assurdo, non tanto di attribuzione, quanto storico: questa copia non dovrebbe esistere, perché per contratto il Saint Michel donato a Francesco I di Francia da Papa Leone X nel 1518, vivo Raffaello, doveva restare un unicum. Il cartone preparatorio, oggi scomparso, era stato donato da Raffaello ad Alfonso I d’Este, duca di Ferrara.
La notizia della morte di Raffaello
Il romanzo si apre nel momento in cui il duca Alfonso apprende che Raffaello è morto (aprile 1520). Come colmare l’immenso iato tra questa data e il pieno Novecento, tra l’Europa e l’India? Ci riesce una storia intensa e avventurosa. Giulio Corsi, brillante storico dell’arte veronese, a cui l’autore regala alcune sue clamorose scoperte sul ciclo giottesco della Cappella Scrovegni di Padova, è a Berlino per una conferenza sul tema e lì incontra Catherine Mercier, che studia sanscrito e bengali a Londra col suo maestro, il prof. Surendranath.
Il colpo di fulmine tra i due non riesce a staccare Catherine dal suo progetto di vita, tanto che quando il suo maestro si trasferisce in India decide di seguirlo, lasciando solo una email di saluto, senza altra notizia. Giulio è disorientato, disperato. Passano i mesi. Una notte il professor Surendranath viene strangolato in casa, a Mumbai, in circostanze misteriose. La tragedia e una presunta minaccia spingono Catherine a scrivere un’email a Giulio. Una confidente di entrambi rivela dove si trova la ragazza. Giulio la raggiunge.
Un’indagine attraverso il tempo
Due indagini parallele sull’omicidio, quella molto rischiosa di Catherine e Giulio e quella ufficiale del commissario Krishan ci fanno risalire fino al tempo dell’Imperatore moghul Akbar, seconda metà del XVI secolo. L’epoca e la personalità di Akbar mostrano tutto il loro fascino, in mirabili incontri con la teologia e la poesia di Kabir. Illuminante per l’indagine è la decifrazione di un testo in latino, che un gesuita, padre Antoni de Monserrat, ha nascosto tra le pagine di due libri per rispettare un giuramento. Conduce a un coevo delitto compiuto con le stesse modalità di quello del professore per opera di una setta integralista che risponde al nome di Rubra Deva, evidentemente ancora operante.
Raffaello in India?
Akbar, fautore di una riforma religiosa che mirava a conciliare tutte le fedi, individuava nella comune credenza negli angeli l’inizio e il simbolo di quella conciliazione. Operava radunando nel suo famoso “divano” o sala del consiglio (un’architettura di straordinario interesse, simile, come dirà Jung a un mandala) sacerdoti, filosofi, profeti, saggi di ogni fede. L’iniziativa non gli sopravvisse, ma la figura di San Michele Arcangelo dominava la sua fantasia. L’autore immagina che tre gesuiti di una missione attestata sia dallo storico secentesco Daniello Bartoli che da uno di loro, appunto Antoni de Monserrat, avrebbero portato in dono ad Akbar la tela di Raffaello, nascosta poi, dopo la sua morte, in una tomba monumentale all’interno della grande moschea di Fatehpur Sikri per salvarla dalla setta dei fanatici, e recuperata da chi si tramandava il segreto solo di recente a causa di un restauro della moschea.
Il caso resta aperto
L’arresto e il suicidio degli assassini non chiude il caso: gli inquirenti, che nulla sanno del quadro, sospettano un livello più alto, mentre Giulio cerca di capire il mistero di questa copia. Catherine e il lettore apprendono la storia di Raffaello, ma solo il penultimo capitolo ne svela la genesi.
Finalmente Raffaello è libero
Raffaello viene liberato da alcuni luoghi comuni e la serietà della sua intelligenza creativa è mostrata con documenti e intuizioni felici. Giulio Corsi e l’autore si sovrappongono e completano come è giusto, perché a nessun romanzo deve mancare quel tanto di autobiografico che ne costituisce il pathos e il fascino.
L’autore
Giuliano Pisani, filologo classico e storico dell’arte, è autore di numerosi studi, edizioni e traduzioni dal greco e dal latino (Platone, Plutarco, Marsilio Ficino). Ha fornito una lettura innovativa della Cappella degli Scrovegni ne I volti segreti di Giotto, Rizzoli, 2008 (Premio del Libraio 2009 per la Saggistica). Ha innovato anche gli studi su Raffaello, Tiziano e Canova. Attivo promotore culturale, ha ideato nel 1994 il Premio letterario Campiello Giovani. Socio effettivo dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti e di varie altre prestigiose accademie, è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Grazie professore. Ho letto Raphael ottimo volume. Sarò’ comunque presente!