Luisa Ronchini è approdata a Venezia all’inizio degli anni ’60 del ‘900. L’ho incontrata nella libreria internazionale anarchica di rio terrà dei Nomboli, nei pressi di campo S. Polo. Lavorava come ceramista nel laboratorio di Silvano Gosparini, riferimento del gruppo di anarchici che gestivano la libreria e la galleria. Luisa partecipava attivamente alle iniziative che si svolgevano in rio terrà dei Nomboli e presto ne divenne un costante elemento di animazione.
Libri e dischi
Nella libreria che presentava prevalentemente libri legati alla cultura anarchica, era possibile acquistare anche dischi (altrimenti introvabili) di canti sociali italiani nuovi e tradizionali prodotti da Italia Canta di Torino, contenenti le composizioni del gruppo di Cantacronache, e dai Dischi del Sole di Milano, prodotti dalle Edizioni Avanti e contenenti canti popolari e sociali di varie regioni eseguiti sia da cantori popolari che da musicisti del nascente Nuovo Canzoniere Italiano[1].
Luisa e Venezia
Luisa, prima di venire a Venezia, amava molto cantare ed eseguiva soprattutto il repertorio leggero con particolare attenzione alle canzoni cosiddette all’italiana, molto adatte alla sua voce potente ed espressiva.
In libreria ascoltando le canzoni dei dischi esposti aveva appreso canti popolari e sociali di varie regioni e le ricantava in frequenti serate in galleria, accompagnata da amici chitarristi.
Va detto che in quel periodo, siamo tra il 1955 e l’inizio degli anni ‘60, l’interesse per la cultura popolare si stava diffondendo in particolare nel mondo della cultura e dei giovani, così come stavano riprendendo, dopo il periodo bellico, le ricerche etno-musicologiche.
Un evento importante fu la venuta in Italia di Alan Lomax, musicista e ricercatore americano tra i più significativi al mondo
In collaborazione con lo studioso Diego Carpitella, fondatore dell’archivio discografico nazionale, realizzò in un anno un viaggio in tutte le regioni italiane registrando per la prima volta in ciascuna di esse numerose testimonianze e canti. Ampio uso dei materiali di questa ricerca fece anche la Rai trasmettendole in programmi dedicati che costituirono una novità per la programmazione nazionale.
Luisa, attraverso la libreria, prese contatto con le Edizioni Avanti ed in particolare con Roberto Leydi che aveva seguito il lavoro di Lomax e stava curando la pubblicazione di una collana di dischi di canti popolari delle diverse regioni italiane.
Leydi si dimostrò interessato alla proposta di Luisa, che aveva iniziato a raccogliere alcuni canti veneziani, e le propose di incidere il disco dedicato alla cultura popolare del Veneto. Luisa accettò e si impegnò a continuare la ricerca individuando anche altre fonti. Contemporaneamente Leydi le inviò copia delle registrazioni che Lomax aveva effettuato a Pellestrina, espressione del lavoro e della cultura lagunare.
Io e Luisa
Ci conoscevamo appena Luisa ed io quando, verso la fine di settembre dl 1964, avemmo modo di avvicinare per la prima volta le nostre attività musicali.
Nella primavera del ’64 avevo concluso il mio percorso per diventare insegnante elementare di ruolo superando il concorso che in quel periodo era stato effettuato. Questo evento fece sì che il primo ottobre dello stesso anno entrassi in servizio presso la scuola elementare di Murano, iniziando così il mio percorso di insegnante elementare.
Un gruppo importante
Vania, un’amica insegnante, stava per trasferirsi a Roma e decise di invitare amici e compagni ad una cena di saluto a casa sua. Così pochi giorni prima di iniziare l’anno scolastico ci fu un incontro piuttosto numeroso a casa della nostra amica. Tra gli altri c’era anche il gruppo degli anarchici, tra i quali Luisa con il suo chitarrista.
Durante l’estate appena terminato avevo musicato tre testi in dialetto scritti da Mario Isnenghi, che nel il mio ultimo anno di magistrali aveva sostituito il mio anziano professore di lettere.
Mario creò un personaggio, il prete veneto don Odino, e lo descrisse alle prese con la sua vita “pastorale” in alcuni momenti critici degli anni 50/60: prima e dopo le elezioni del 1951, le seconde della neonata Repubblica italiana. Io le musicai e le feci ascoltare a Mario che propose di proporle agli amici a casa di Vania. Così quella sera arrivai armato di fisarmonica.
Luisa e le canzoni sociali
Aprì il dopo-cena Luisa, che io non avevo ancora ascoltato, eseguendo alcune canzoni sociali e le prime raccolte a Venezia, di cui io non immaginavo nemmeno l’esistenza. Mi colpì la sua voce dall’escursione amplissima e dal timbro profondo e caldo. Cantava con molta enfasi, tipica della canzone melodica, riscuotendo attenzione e meraviglia.
Dopo alcune canzoni Luisa si fermò per prendere fiato e Mario intervenne spiegando quello che avevamo fatto mentre io sfoderavo la mia fisarmonica.
Eseguii un paio delle canzoni e tra gli ascoltatori, dopo l’iniziale stupore, scoppiarono risate e applausi.
Dopo la mia breve esibizione Luisa riprese le sue canzoni inserendo anche qualcuno dei canti tratti dalla registrazione di Lomax.
Come nasce un’amicizia e un gruppo
Alla fine, prima di chiudere l’incontro con un brindisi collettivo, Luisa mi avvicinò complimentandosi per le canzoni e per la mia esecuzione musicale e canora. Quindi mi parlò dell’idea di formare un gruppo di ricercatori ed esecutori del repertorio popolare e mi invitò ad andarla a trovare per approfondire la sua proposta ed eventualmente incominciare ad attuarla.
Qualche giorno dopo ci incontrammo nello studio di Romano Perusini, pittore e compagno di Luisa, e dopo una robusta chiacchierata decidemmo di dare vita al gruppo del quale non avevamo ancora deciso il nome e che nella sua prima composizione era formato la Luisa, il chitarrista Franco Baroni ed io.
Alla fine dell’anno venne a Venezia Michele L. Straniero per registrare le testimonianze di alcuni partigiani della nostra zona. Passò in studio da Romano e ascoltò sia Luisa che me.
Nasce il Canzoniere Popolare Veneto
Qualche tempo dopo ci telefonò per invitarci ad uno spettacolo a Mantova dove incontrai per la prima volta Ivan delle Mea, Paolo Ciarchi, Giovanna Daffini e altri componenti del Nuovo Canzoniere Italiano che stavano preparando la ripresa dello spettacolo “Bella ciao”, dopo il debutto “agitato” avvenuto al festival di Spoleto.
In quell’occasione ci presentammo per la prima volta con il nome che avevamo scelto per il gruppo: “Canzoniere Popolare Veneto”.
Ci trovavamo quasi ogni sera a provare per costruire un nostro repertorio e ad ascoltare registrazioni effettuate sul campo da Luisa.
Alberto D’Amico
Alla metà del mese di marzo Romano ci propose di ascoltare un ragazzo che aveva sentito cantare in Piazzetta di San Marco, sotto la colonna del Todaro, e che gli era sembrato bravo e molto interessato alle nostre canzoni. La sera dopo lo accompagnò nello studio, dove eravamo presenti Luisa ed io e ce lo presentò. Si trattava di Alberto D’Amico, persona che io avevo conosciuto in ben altre circostanze, durante manifestazioni studentesche e politiche, poiché era uno dei giovani di destra più noti.
Rimasi un po’ stupito di tanto interesse e glielo feci capire. Mi rispose che stava rivedendo la sua vita e le sue posizioni assunte fino a quel momento. Affermò anche che l’interesse per il nostro lavoro era sincero e che intendeva approfondirlo. Se ne andò da quell’incontro, dopo aver ascoltato un po’ delle nostre canzoni, con un pacco di dischi da ascoltare ed eventualmente da imparare.
Dopo un paio di settimane ritornò, ci fece sentire che aveva incominciato ad imparare la chitarra e che aveva già scritto una sua prima canzone.
Da quel momento il Canzoniere Popolare Veneto acquistava una seconda voce maschile e un nuovo autore
A settembre di quell’anno, il 1965, tutto il gruppo prese parte al primo folk festival internazionale di Torino ricevendo così il primo riconoscimento nazionale.
Nel frattempo i nastri registrati in particolare da Luisa e da me aumentavano di numero e il materiale raccolto e quello composto da Alberto e da me ci permise di raccontare la nostra città e la sua laguna con una rappresentazione costituita interamente di canzoni popolari e d’autore:“Tera e aqua”.
La registrazione dal vivo effettuata a Milano fu riportata in un LP dal titolo “Addio Venezia addio”
La mia partecipazione all’attività del Canzoniere Popolare Veneto durò fino al 1975, ma il gruppo, integrato da Emanuela Magro, bellissima voce, e dal chitarrista Michele Santoro proseguì fino alla fine del 1980 incidendo numerosi CD, tra i quali due con canti popolari veneti interpretati da Luisa, e presentando concerti e spettacoli in numerose città d’Italia e all’estero.
Ciao Luisa
Luisa morì nel mese di luglio del 2001 dopo una malattia rara, causa di una degenza ospedaliera molto lunga e dolorosa.
Compivamo entrambi gli anni in febbraio e quell’anno ci eravamo ripromessi di festeggiarli assieme.
[1] Di Cantacronache i partecipanti più noti erano il musicista Sergio Liberovici, il poeta Franco Fortini, gli scrittori Italo Calvino, Gianni Rodari e Umberto Eco, i cantanti e autori Fausto Amodei, Margot, Michele L. Straniero. Ma altri attori e cantanti che parteciparono alle varie incisioni.
Ricostruzione molto puntuale e dettagliata.Luisa aveva una voce eccezionale. Da “ferma” partiva senza sforzo alcuno giungendo a estensioni jncredibili, timbro squillante, purezza cristallina.Un fenomeno.Sembrava totalmente veneziana lagunare nella pronuncia. Aggiungi che era un periodo di creativita’ collettiva e di disponibilita’ curiosa e partecipe da paŕte del pubblico.Insomma, formidabili quegli anni.
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