“Amore vieni a salvarmi”. E’ questo il titolo del libro con cui Giorgio De Bona ha voluto raccontare la sua avventura. Quella avventura che avevamo riportato poco più di un anno fa su http://www.enordest.it nell’intervista doppia a Giorgio e al cognato, Gianluca Dal Borgo. L’avevamo intitolata “Miracolo nel ghiaccio”. Un titolo che per quanto forte, risulta ancora più azzeccato dopo aver letto il libro. “Amore vieni a salvarmi” (Editore Gruppo Albatros Il Filo nella collana Nuove voci Strade, 90 pagine) è stato presentato con successo in anteprima al teatro minimo di Chies d’Alpago davanti ad una platea gremita. Timido, Giorgio ha voluto vicino a lui come moderatore ed intervistatore l’amico Mauro Munaro.
Così, a luci spente, ha avuto inizio la serata, con una voce da dietro le quinte che leggeva uno stralcio del libro, il racconto della caduta nella dolina.
Le parole di Amore vieni a salvarmi

“Poi la vedo, una macchia scura. Ci sono già sopra e non si può tornare indietro. Vedo gli sci sospesi in aria per un attimo prima dell’impatto con la roccia. La macchia si apre e si rivela il mostro. Il mio corpo viene sbalzato in avanti e precipito a testa in giù. In una frazione di secondo capisco di non avere possibilità di arrestare la caduta e tutti i muscoli del corpo si preparano all’impatto. Precipito. Il grigio. Il bianco. Finirà? Non posso credere di essere davanti alla mia morte. Uno schianto. Cado ancora. No, ti prego fermati. Buio. Botte sul casco. Botte ovunque. Sempre più buio. I polmoni mi si svuotano per un colpo al torace. Tutto ha fine. Il silenzio scende attorno a me. Non ho mai chiuso gli occhi ma adesso non vedo che tenebre. Intendo tenebre perché non si è spenta una semplice luce ma sono stato inghiottito dalla terra stessa e niente può trarmi in salvo. Inferno”.
Le luci si accendono ed entra in scena Mauro

“La voce che abbiamo appena ascoltato, e che sicuramente avrete riconosciuto, è quella di Giorgio De Bona, protagonista di una incredibile avventura, fortunatamente con un lieto finale, durata 25 ore. Cosa sono venticinque ore nel contesto di una vita umana? Semplicemente una giornata più un’ora. Esattamente il tempo impiegato dalla terra per compiere un giro completo sul proprio asse, più un’ora. Ma in un sabato di metà dicembre 2021, venticinque ore sono state percepite da Giorgio come una sorta di sottile linea bianca che separa una vita passata, la sua, e che per ironia della sorte prepotentemente riemerge in superficie con tutti i suoi ricordi, i suoi affetti, e una vita, la sua, che di lì a poche ore potrebbe smettere di vibrare. E poi ci sono tante altre 25 ore e tutte queste da moltiplicare per ognuno dei familiari, degli amici, dei conoscenti che in quella giornata hanno dedicato a lui almeno un pensiero o una preghiera. La storia la ricordiamo tutti, perché è recente, forse perché nostrana, forse perché ha fatto il giro di tutti i mass media nazionali. Sta di fatto che nei giorni e nelle settimane successive all’accaduto, Giorgio, all’insaputa della stessa moglie e degli stessi figli, ha voluto affidare le sue personali venticinque ore a dei fogli di carta che ha numerato uno per uno, li ha pinzati tutti assieme e li ha spediti a chi pubblicare storie lo fa per professione. E il risultato è un libro intitolato “Amore vieni a salvarmi”. In questo titolo c’è tutto l’amore di Giorgio per la moglie, i suoi figli e l’amore per la vita”.
Da qui Giorgio inizia a raccontare e a raccontarsi. Con il suo stile asciutto, lo stesso usato nel libro, diretto
“Gli eventi anticipano gli intenti. Avrei voluto scrivere un libro, era uno dei miei sogni. Non di questo tipo, assolutamente. Però non si trova mai il tempo, non si inizia mai a fare un’attività che ti potrebbe gratificare. In questo caso, invece gli eventi te la sbattono in faccia e quindi sei costretto a fare quella cosa che ti saresti portato dietro chissà quanto. Invece la devi fare subito, adesso. E’ come accendere l’interruttore”.
25 ore scandite dalla musica

E già in ospedale inizia a scrivere sul cellulare, a fissare i primi pensieri, i ricordi, per paura che svaniscano perdendo pian piano di dettaglio. E poi gli arriva in aiuto l’altra sua grande passione, oltre allo sci e alla montagna: la musica. Tornato a casa, sul comodino, lo aspettava un libro di canzoni, con testo originale in inglese e traduzione a fronte. Di queste ne sceglierà tre a rappresentare la sua esperienza. Diventate poi l’incipit dei tre capitoli, dei tre grandi momenti che hanno scandito queste venticinque ore, la sua personale battaglia, piccola e grande. All’inizio l’incredulità, la non accettazione di quello che gli è successo. Della situazione in cui si trova.
“How To Disappear Completely” – Radiohead
Io non sono qui
Questo non sta accadendo
Io non sono qui
Tra poco
Sarò andato
Il momento è già passato
Sì, è andato
E io non sono qui
Amore vieni a salvarmi dal buio

Si susseguono momenti di euforia, essendo risalito dal buio delle profondità della voragine, avendo rivisto la luce e l’imboccatura della dolina sopra di lui. A momenti di sconforto, avendo capito che oltre, da solo, non sarebbe potuto andare. Che da lì, senza aiuto, non sarebbe mai uscito. Di nuovo euforia sentendo gli elicotteri vicini, sicuro che stavano cercando proprio lui. E poi di nuovo sconforto, perché non si fermavano, perché non erano riusciti a vederlo, a capire che lui era proprio lì. Intanto le ore passavano e la luce lentamente si affievoliva. Avrebbero interrotto le ricerche e doveva prepararsi a passare la notte in quel buco.
“Waiting for the Night” – Depeche Mode
Aspetto che scenda la notte
So che ci salverà tutti
Quando ogni cosa è oscura
Ci protegge dalla dura realtà
Sto aspettando che scenda la notte
Quando ogni cosa è sopportabile
E lì nell’immobile, tutto ciò che senti è tranquillità
C’è una stella nel cielo
Che guida il mio cammino con la sua luce
E nello splendore della Luna
So che la mia liberazione arriverà presto
Infine l’opera volge al bianco. Il pensiero non può che finire lì, all’amore che dà speranza, e anche il titolo al libro Amore vieni a salvarmi
“Love rescue me” – U2
Amore, vieni a salvarmi
Vieni qui, parlami
Portami in alto e non farmi cadere
Nessuno mi è nemico
Sono le mie mani a imprigionarmi
Amore, vieni a salvarmi
Amore vieni a salvarmi. Giorgio trasmette emozioni tra musica e parole

Così Giorgio, timido e introverso, riesce finalmente a trasmetterci le tante e contrastanti emozioni di queste venticinque ore attraverso questo libro e con queste canzoni. Cantandole alla fine della serata in un medley arrangiato insieme a Matteo Losso, che lo accompagna con la chitarra elettrica. Non prima, però di consegnare un presente ai suoi “compagni di dolina” che erano venuti a salvarlo. Alex Barattin, Vittorio StoKa, Stefano Saviane e Dimitri De Gol del Soccorso Alpino, Nicola Calzolari, ritornato poi in dolina per recuperare e riportargli lo zaino, autore anche della foto in copertina, Daniele Casonato dei Vigili del Fuoco, Vittorio Romor e Marco Colleselli di Dolomiti Ski-Alp, l’amico Nello di Chies e le sue montagne, Luca Dal Paos del Cai Alpago.