Quando il business è rock, nel vero senso della parola. La pietra, dall’estrazione alla modellazione fino al suo impiego in svariati ambiti, appartiene da millenni alla nostra storia. Ancora oggi rappresenta un pilastro dell’economia del paese con un export in continua crescita. Sulla scia dell’Industria 4.0, la manifattura è in piena fase di ammodernamento tecnologico. E l’elemento centrale che guiderà le imprese verso un futuro sempre più complesso nel quale, oltre ai fattori competitivi, bisogna tenere conto anche dei costi energetici, dell’efficientamento e della sostenibilità. E’ la trasformazione digitale. Tra le realtà pesantemente coinvolte da questa trasformazione rientrano le imprese della lavorazione delle pietre e del marmo, per via degli elevati consumi di energia e acqua richiesti sia durante il taglio delle pietre che nelle fasi successive, come la lucidatura e la levigatura.
Numeri in crescita per il marmo


La lavorazione delle pietre naturali è una delle attività produttive più antiche al mondo, ma di vitale importanza per l’economia del paese: secondo i dati dell’Associazione Italiana Marmomacchine, solo nella prima metà del 2022 sono stati esportati prodotti per un valore di 1 miliardo e .565 milioni di euro. Numeri in crescita nonostante le crisi globali. Oltre un miliardo e mezzo di euro il suo valore nei primi nove mesi del 2022. E’ quanto emerge dalle statistiche ufficiali elaborate dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine (Associazione Italiana Marmomacchine – www.assomarmomacchine.com). Nel 2021 si era ritornati ai livelli di pre-pandemia per segnare poi un ulteriore crescita del 13,9% fino ad un volume nei primi tre trimestri dello scorso anno di 1.562,6 milioni di euro. Parliamo di marmi, travertini, graniti e pietre naturali in genere, sia grezzi che lavorati e semilavorati. Questi ultimi rappresentano oltre l’80% del totale. 1.274,5 mln di euro di lastre e prodotti finiti che per il 30%, pari a 381,5 mln, è rappresentato dal mercato statunitense. A seguire la Germania con 124 mln, Francia e Svizzera con più di 70mln. Poi Arabia Saudita, Regno Unito, Austria, Emirati Arabi Uniti, Australia e Canada per chiudere la top ten. Di minor pregio e valore aggiunto le esportazioni dei materiali grezzi vedono in testa la Cina con 141,2 mln seguita dall’India con 36,1 mln.
L’accordo


Una crescita continua nonostante la flessione dell’ultimo periodo. A preoccupare le aziende sono le l’aumento dei costi di produzione e dei prezzi record dell’energia.
Per affrontare queste nuove sfide si è mossa AsMaVe. Il Consorzio Marmisti Veronesi puntano, infatti, sull’ammodernamento, in piena Industria 4.0, l’efficientamento, la sostenibilità, la trasformazione digitale.
Per far fronte alle richieste, tenendo conto dei rincari dei costi energetici, AS.MA.VE Consorzio dei Marmisti Veronesi ha stipulato un accordo con il data provider Maxfone per permette ai propri associati di accedere in maniera agevolata a soluzioni di raccolta e analisi dei dati di consumo dei processi produttivi, al fine di compiere la trasformazione digitale prevista dall’Industria 4.0 ed avere un maggior controllo dei costi delle risorse.
Le parole del presidente del consorzio del marmo veronese


“Il costo dell’energia è sempre stata una delle voci primarie, per noi marmisti, nel calcolo del costo di produzione. Negli anni ’80, con i primi personal computer, avevo personalmente realizzato un programma per raggiungere tale scopo. Sapere che oggi, solo schiacciando un bottone, puoi conoscere in tempo reale i costi per ogni linea di produzione, mi fa pensare a quanto la tecnologia possa aiutare l’imprenditore.” Ha ribadito Donato Larizza, Presidente di AS.MA.VE.
Maxfone e il marmo


Sul percorso che ha portato alla partnership, Paolo Errico, Amministratore Delegato di Maxfone, commenta: “Abbiamo affrontato questo mercato immedesimandoci nei bisogni degli imprenditori, che si riassumono in tre obiettivi: avere sotto controllo i costi di ogni processo e commessa grazie ai dati delle macchine 4.0 (e non) analizzati in tempo reale; l’intelligenza artificiale (AI) per ottimizzare le routine di lavorazione in base ai consumi elettrici e idrici, in modo da accendere gli impianti nelle fasce orarie in cui l’energia costa meno o quando viene prodotta da pannelli fotovoltaici; infine, monitorare attraverso specifici sensori IoT tutte le altre inefficienze, come le perdite di aria compressa.”
E i risultati non sono tardati ad arrivare: “La risposta delle imprese è stata incredibile. Abbiamo clienti (di cui molti associati AS.MA.VE) che oggi sono grado di gestire in tempo reale listini dinamici proprio grazie all’analisi dei costi, efficientando i processi con una consapevolezza diversa: quella dei dati, il vero spirito delle azioni 4.0.”
Cos’è Maxofone
Maxfone è il primo enhanced data provider europeo indipendente che si occupa di acquisire e trasportare dati fornendo informazioni di valore e analisi comportamentali in tempo reale. Il processo di lavorazione dei dati si sviluppa attraverso i competence center IoTSolutions e SocialMeter. IoTSolutions analizza i dati aziendali, generati da sensori e device intelligenti, per migliorare l’efficienza dei processi; mentre SocialMeter analizza i
dati di mercato, condivisi online dalle persone, per ricavare informazioni sui trend di consumo. Nel 2018 Maxfone è diventata la prima azienda italiana con un brevetto nazionale 1020015000040566 (estensione USA pending) di Big Data Analysis per “apparecchiatura e metodo di acquisizione, analisi e monitoraggio dati”.
L’adozione della filosofia data driven non porterà benefici solo nel perimetro dell’ottimizzazione dei costi, che è fondamentale per la vita stessa delle imprese. Essere più efficienti è infatti l’unica strada possibile per affrontare un’altra grande sfida: quella della sostenibilità.