“Il Covid non è finito, anzi questa variante che circola è più contagiosa delle altre. Ma grazie ai vaccini i danni sono molto limitati, per la maggior parte delle persone si riducono a una fastidiosa influenza. Ormai questo virus si è accasato tra le persone che stanno bene, che non hanno cioè patologie pregresse, a livello di un raffreddore più o meno pesante. Ma attenzione: bisogna che tutti facciano la quarta dose del vaccino. Ed è anche meglio ripristinare l’uso della mascherina nei luoghi chiusi e in quelli affollati. La mascherina è un freno importante ai contagi. Ci avete fatto caso? Lo scorso inverno, proprio per l’obbligo della mascherina, i casi di influenza sono notevolmente diminuiti”.


Il dottor Luigi Pizzini, 72 anni, titolare di tre farmacie a Marghera, gestore di uno degli Hub più affollati della città metropolitana, quasi all’uscita dell’autostrada da Milano, fa il punto sulla situazione e dice cosa si può fare.
Come è la situazione dei contagi?


“In farmacia si avvicinano soprattutto persone che sono venute a contatto con positivi e la percentuale dei nuovi positivi è del 15%. La situazione si fa pesante, per esempio, nell’ambito delle badanti e delle relative famiglie dove lavorano. La maggior parte dei contagiati ha fatto le prime tre dosi di vaccino, bisogna assolutamente fare in modo che tutti facciano anche la quarta dose, abbassando anche i limiti di età. Il limite dei 60 anni è, a mio avviso, sbagliato. A livello di scuola, per esempio, la massima diffusione è tra gli alunni e tra il personale di 40-50 anni. Per non parlare degli asili. Quello che crea problemi, poi, è che la gente ha difficoltà a essere seguita dal medico di base, in caso di positività il medico non va a fare la visita e questo crea situazioni particolari nei casi di anziani fragili”.
Quanti tamponi fate nel vostro centro?


“Non meno di cento al giorno. Il numero sale notevolmente il sabato e la domenica e in coincidenza con arrivi di turisti con aerei e navi. Nei mesi passati facevamo in media 500 tamponi giornalieri e in febbraio abbiamo toccato e superato i 600. In media su 500 tamponi la percentuale era di 100 positivi; oggi su 100 i positivi sono oltre la metà. Ma è cambiata la logica del controllo: oggi vengono solo quelli preoccupati di essere entrati in contatto con casi sospetti. I positivi devono stare a casa e usare la mascherina, per i familiari non è obbligatorio fare il tampone”.
Che problemi ci sono con i contagi?


“Il principale è legato alla carenza di farmaci – risponde la figlia -. Di tutti i farmaci usati anche per il Covid, per quelli necessari a stroncare la febbre nei bambini. Persino la Tachipirina scarseggia. Come pure gli sciroppi specifici. C’è una notevole carenza di farmaci perché non arriva la materia prima e non si tratta di un problema legato alla guerra in Ucraina, ma spesso a una speculazione internazionale. Le materie prima arrivano in gran parte dalla Cina e dall’India, noi controlliamo e l’Italia è il paese che fa i maggiori e migliori controlli.
Il nostro controllo è tanto serio che molti paesi europei, Germania compresa, acquistano dopo che i prodotti hanno passato il controllo italiano. Noi facciamo in Italia attrezzature per il mondo farmaceutico eccellenti, non ci batte nessuno. Però noi, come gli altri paesi produttori, abbiamo decentrato la fabbricazione di mascherine e di piccole attrezzature perché fuori costa di meno. Il nostro sistema è protettivo, costa alla fine di più, ma garantisce molto di più”.
Ha detto che bisogna tornare alla mascherina, ma è possibile?


“La gente viene preoccupata in farmacia, nota il contagio e chiede come difendersi. In chiesa vedo tutti con la mascherina, sugli autobus e sui tram quasi nessuno. Se vado a Venezia viaggio su mezzi sui quali nessuno usa la mascherina. C’è stata un po’ troppa fretta a togliere l’uso delle mascherine sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati. La politica è una cosa e la sanità un’altra: la seconda non può essere regolata dalle leggi della sola politica. Bisogna badare al bene comune non agli interessi di una parte.
Non dobbiamo dimenticare quanti morti ci sono stati per questa pandemia e quanti ancora stanno morendo, centinaia al giorno, cosa non trascurabile dopo due anni di diffusione del virus. In Italia si sono verificati finora più di 130 mila morti e nel solo Veneto sono state superate le 15 mila vittime. Cifre che fanno riflettere. Bisognerebbe muoversi ancora una volta per tempo, come è stato fatto e bene in passato per evitare i contagi. Le mascherine sono un segnale, come la presenza maggiore del medico di base per aiutare la gente, ma il sanitario deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Occorre aumentare la sanità nel territorio, presidiarlo, il tutto va ripensato meglio e per farlo bisogna studiare un nuovo modello”.
Allora, per fermare questi contagi?


“Dobbiamo vaccinare tutti dai 12 anni in su con la quarta dose. Ora è possibile farlo in farmacia. Il Governo che si è appena dimesso ha varato una norma per la quale la farmacia può fare il vaccino anticovid e quello antinfluenzale. Dal 24 ottobre tutte le farmacie sono autorizzate, anche se non tutte hanno accettato. Il ministro Speranza ha dato all’utente una grandissima possibilità e una grande comodità. Sul sito trovi subito tutte le indicazioni sull’utente, anche se può farlo gratuitamente.
E lo Stato alla fine riesce anche a risparmiare. In una farmacia sono in grado di fare almeno trenta vaccini al giorno per il Covid e per l’influenza, non si butta via niente, non si sprecano dosi. La Sanità non è una spesa, è una risorsa. In una stagione una farmacia può fare un migliaio di vaccini antinfluenzali. Certo quest’anno è una novità, vediamo. La gente deve ricordare che i vaccini hanno salvato il mondo da quando ci sono. Ho l’età per ricordare che da bambino aveva compagni di classe alle elementari che erano stati colpiti dalla polio e ne avrebbero portato le conseguenze per tutta la vita. Il vaccino di Sabin, che tra l’altro regalò i diritti della scoperta, hanno evitato a milioni di bambini di restare handicappati. I vaccini vanno potenziati non demonizzati”.