“Sono il gabbiano di nessunposto, perché nessunposto è la mia patria, nulla, nessun luogo mi lega a sé; volo da un’onda all’altra. Ieri guardavo il più bello tra gli zaffiri era ai miei piedi nel blu più profondo…”. Frammento dal “Diario poetico” di Elisabetta d’Austria, Sissi. L’imperatrice amava scrivere e aveva una passione smisurata per Heinrich Heine, il più grande letterato tedesco della generazione successiva a Goethe. Fu Heinrich Heine a scrivere quella frase premonitrice, ancora oggi evocativa e potente: “Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini.” L’instancabile e inquieta viaggiatrice Sissi arriva anche a Venezia, ci abita per qualche tempo, ospite delle sale dei Re, ma non sarà mai vero amore.
Il giudizio di Sissi

Per lei gli italiani sono rozzi e volgari. Antipatia e avversione reciproca, i veneziani osteggiavano il regime austriaco che significava privazione di libertà, censura, uso della polizia, arresti. Persino nell’edulcorata trilogia di Sissi, realizzata con molta cura negli anni ‘50 da Ernst Marischka, protagonista Romy Schneider, c’è una lunga sequenza con l’arrivo in città della coppia reale. Il silenzioso percorso lungo il Canal Grande, davanti a case e palazzi con i balconi completamente chiusi, è strepitoso.
Dove alloggiava in realtà Elisabetta d’Austria? Ovviamente in un Museo

Siamo nel cuore dell’area Marciana uno dei luoghi più rappresentativi di Venezia ulteriormente arricchito dalla straordinaria restituzione di uno spazio tornato alla sua identità originaria. Sono state infatti riaperte al pubblico venti sale del Palazzo Reale, situate all’interno del Museo Correr, che costituivano gli appartamenti privati utilizzati dagli esponenti di ben tre case regnanti lungo tutto l’Ottocento e fino al 1920.
Tante sale per tanti casati



All’indomani della caduta della Serenissima, la città sarà governata da tre casati: Napoleone Bonaparte, gli Asburgo e infine i Savoia. Ciascuno degli occupanti volle risiedere a Venezia in un proprio appartamento, modellato e arredato secondo passioni e gusto personale. Un viaggio nella storia politica e culturale del XIX secolo, travagliato, pieno di turbolenza, ma anche di splendore dato che la bellezza è sempre un bene inestimabile.
Dove si trovano le sale

Gli appartamenti Reali occupano il versante settentrionale del Piano Nobile delle Procuratie Antiche, un percorso parallelo e complementare a quello fronte piazza del Museo Correr, spettacolare infilata di sale decorate, fedelmente riallestite con buona parte dei ritrovati arredi e oggetti originali. Si parte dal fastoso grande Salone da ballo, cuore dell’Ala Napoleonica, per proseguire lungo l’affaccio posteriore delle Procuratie Nuove verso gli splendidi Giardini Reali, con superba vista del Bacino di San Marco e dell’Isola di San Giorgio, fin quasi agli edifici sansoviniani dell’antica Zecca e della Biblioteca Marciana.
Le sale come apripista per un Louvre veneziano

Si tratta del completamento di un lavoro iniziato nel 2000, su progetto scientifico di recupero della Fondazione Musei Civici di Venezia e Comune di Venezia con supporto della Soprintendenza e con il determinante sostegno del Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia presieduto con passione e grande esperienza da Jérôme-Francois Zieseniss, che ha saputo coinvolgere nel progetto mecenati di tutto il mondo. È stato lui a definire questo luogo: “il gioiello nascosto di Piazza San Marco”. Con l’apertura del percorso completo, il Museo compie un passo decisivo verso la realizzazione di quel “Grande Correr” che potrebbe essere il Louvre veneziano.
L’anello mancante

Un autentico spaccato di storia dell’arte e del costume, dai primi dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento. Tra la caduta della Serenissima nel 1797 e la nascita della Biennale nel 1895, sembrava che Venezia fosse sparita dalla scena artistica europea. Il Palazzo Reale, vera enciclopedia delle arti decorative dell’Ottocento, è invece l’anello mancante della storia millenaria del genio di Venezia.
Una mostra fotografica per le sale reali

Dopo i fasti degli imperatori questi saloni erano diventati uffici e archivi statali perdendo parte delle decorazioni e degli arredi, molti oggetti preziosi erano anche stati portati via dagli Asburgo al momento di lasciare Venezia. Il gioiello nascosto di Piazza San Marco è documentato in modo prezioso dalle splendide fotografie di Massimo Listri, tra i più importanti fotografi italiani. Possiamo ammirarle dal 20 luglio al 20 ottobre nell’esposizione allestita nel Salone da Ballo del Museo Correr.
La bravura di Listri
Gli scatti di Massimo Listri si avvalgono di uno straordinario uso della luce naturale e di tagli prospettici che esaltano i particolari diventando vere opere d’arte ricche di mistero e magia.
Dal suo occhio originale e pieno di talento sono nate immagini inedite capaci di stupire anche chi conosce bene il percorso di questi spazi museali.
Il restauro delle sale
Il prezioso restauro iniziato nel 2000, costato complessivamente circa sette milioni di euro, ha portato all’apertura nel 2012 delle prime nove sale dell’Appartamento Reale. Oggi il totale recupero di tutte le stanze offre al visitatore un secolo di storia e di tradizione artistica di grande livello con le tipiche specialità dell’artigianato veneziano: l’affresco, lo stucco, il marmorino, l’intaglio, l’ebanisteria, la vetreria, le arti tessili. Senza dimenticare la partecipazione di maestri come Francesco Hayez e Giambattista Canal.
Le sale e i loro capolavori

Con gli ultimi restauri, le bellissime Sale Reali oggi si percorrono tutte in una scenografica infilata, 20 stanze reali per arciduchi, re, imperatori. Possiamo scegliere in base alla nostra sensibilità cosa osservare con più interesse. Senza dimenticare che Napoleone distrusse con disinvoltura l’antichissima chiesa di San Geminiano ricostruita nel ‘500 dal Sansovino per far posto al grande Salone da ballo. La chiesa custodiva un’opera del Tintoretto: “L’Annunciazione del martirio di Santa Caterina” che David Bowie, appassionato d’arte acquistò nel 1987.
Da Bowie torniamo a Sissi
Pensando al grande Duca Bianco, torniamo a passeggiare tra le sale di questo magico museo curiosando nella stanza da studio e nel Boudoir di Sissi. Le pareti sono tutte in finissimo marmorino. Tra le ghirlande spiccano fiori policromi come mughetti e fiordalisi, i preferiti dell’imperatrice che abiterà a Venezia per molti mesi, lascerà la città nel maggio del 1862.
Ci sono le stanze di Francesco Giuseppe adibite a studio e per il ricevimento degli ospiti. Poi il salotto di Re Umberto, la camera del Re Vittorio Emanuele II.
Una curiosità nelle sale
Esiste anche il Salotto di Venezia unita all’Italia, stanza dominata dall’affresco realizzato da Giacomo Casa: Allegoria di Venezia accolta dall’Italia, con putto recante il risultato del plebiscito.
La più affascinante, è a mio parere, la Sala Moresca

In stile islamico o moresco viene realizzata per Massimiliano d’Asburgo che commissiona una stanza in sintonia con due avventurosi viaggi che lo avevano ispirato, in Turchia e in Egitto. Uno straordinario tono di verde illumina completamente la stanza, sulle pareti si stende una trama unitaria con le tipiche archeggiature polilobate, il soffitto è arricchito da policromie e dorature. L’autore di queste islamiche decorazioni è un veneziano: Giovanni Rossi.
Massimiliano d’Asburgo era fratello di Francesco Giuseppe
Incantato dalla bellezza selvaggia di uno sperone carsico a dirupo sul mare decise di far costruire una residenza per lui e l’amata moglie Carlotta: il Castello di Miramare. Una storia sfortunata la sua, nel 1857 riceve la nomina di viceré del territorio Lombardo Veneto. Tuttavia, dopo pochi giorni, suo fratello revoca l’incarico. Motivazione: un sovrano troppo moderno, estraneo ai piani dell’impero austriaco.
In seguito, accetta l’incarico di Imperatore del Messico, ma viene fucilato dagli oppositori repubblicani nel 1867. L’evento turba moltissimo gli intellettuali dell’epoca convinti che Massimiliano sia stato abbandonato dalle potenze europee.
L’omaggio di Manet

Édouard Manet gli dedica il celebre dipinto: L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano. Franz List compone in suo onore una marcia funebre. Giosuè Carducci scrive la poesia Miramar. L’incipit è sufficiente per trascinarci tra i flutti senza speranza.
“O Miramare, a le tue bianche torri / attediate per lo ciel piovorno / fosche con volo di sinistri augelli / vengon le nubi”.
VENEZIA NELLE FOTOGRAFIE DI MASSIMO LISTRI

Museo Correr 20 luglio – 20 ottobre 2022
LE SALE REALI
NUOVI PERCORSI DEL MUSEO CORRER
Per informazioni:
Museo Correr, Venezia, Piazza San Marco,
Ingresso per il pubblico: Piazza San Marco, Ala Napoleonica, Scalone monumentale
Il nuovo percorso delle Sale Reali (dalla sala 10 alla sala 20) sarà aperto al pubblico dal 15 luglio 2022 con ingressi contingentati previa prenotazione.
Foto: Massimo Listri ©
Interessante questo percorso storico degli appartamenti privati del Palazzo Reale, situati all’interno del Museo Correr.Elisabetta,imperatrice d’Austria,donna di grande bellezza e intelligenza e di carattere indipendente, poteva comprendere con i suoi sentimenti filomagiari le classi dominanti ungheresi, certamente non la spinta patriottica e l’anelito alla libertà degli italiani sottoposti al regime austriaco. Era troppo lontana, per cultura, tradizione e conoscenza dell’anima italiana
Dott.ssa Elisabetta, anche oggi, con questo nuovo articolo rimango stordito da tanta bellezza che la Sua favolosa Città ci offre. Intanto le belle foto che ha pubblicato a corredo dell’articolo, immagino di Massimo Listri, parlano da sole. Ho provato stupore di fronte a tanta raffinata bellezza. Questo progetto ll gioiello nascosto di Piazza San Marco è una delle cose più belle che ho visto arrivare da Venezia in questi ultimi anni. Mostrare al pubblico e conservare queste sale legate a tre diverse famiglie governanti, e occupanti la più elegante Città italiana, è stata un’operazione di grandissimo valore culturale. La Sua proposta di creare il Grande Correr mi sembra bellissima, non perchè Venezia sia priva di Musei, ma perchè ci sia un luogo strettamente museale, bello già di per sé, dove raccogliere tutte le opere d’arte non collocate nel loro contesto. Complimenti per il Suo articolo.