Si chiama speedball e negli anni ’80 e ’90 ha sterminato un numero imprecisato di persone. Molte di loro erano famose e prendevano lo speedball per trovare la spinta giusta da una mostruosa miscela composta da eroina e cocaina. Una delle vittime più illustri dello speedball è stato John Belushi stroncato da questo malefico crack quarant’anni fa. Da quel giorno, come spesso accade a chi muore giovane e in circostanze drammatiche, Belushi è entrato di diritto nella storia del cinema per non uscirne più.
Come sarebbe stato Belushi?
Come sarebbe stata la carriera dell’attore americano di origine albanese se la sua dipendenza dalla droga non l’avesse portato all’autodistruzione? E’ difficile dirlo. Belushi che era già uno dei migliori attori della sua generazione, probabilmente avrebbe continuato a mietere successi in coppia col suo amico Dan Aykroid. Ma è inutile parlare di quello che poteva essere e, purtroppo, non è stato. Analizziamo quello che Belushi ci ha lasciato: pochi film (otto) ma alcuni fondamentali nella storia del cinema.
Come iniziò Belushi
In realtà, la fama di John iniziò prima in radio e poi in televisione, dove diventò popolarissimo nel famoso show “Saturday Night Live”, lo spettacolo che lanciava i migliori giovani comici statunitensi in circolazione. Nello show Belushi si scatenava in una miriade d’imitazioni, spaziando dalla musica, al cinema, alla politica e alla storia. Memorabili quelle di Joe Cocker, Marlon Brando, Henry Kissinger, Mussolini e Ghandi. La sua comicità irriverente e politicamente scorrettissima, oggi forse verrebbe bocciata in nome del politicamente corretto che sarà pure giusto ma non fa ridere nessuno. Belushi non risparmiava nessuno, era un fiume in piena, pieno però di talento.

Arriva Animal House
Le sue qualità colpirono il produttore Ivan Reitman che decise di puntare su di lui per il film “Animal House”. Non sempre il passaggio dalla tv al cinema funziona. La storia è piena di personaggi che in televisione hanno successo ma che al cinema non rendono. John Belushi non solo superò l’esame ma diventò subito uno star. “Animal House” sbancò contro qualsiasi previsione il botteghino non solo in America ma anche oltre oceano, diventando negli anni un super classico della comicità. La punta di diamante del film era proprio Belushi che nella pellicola pronunciava una serie di battute che sarebbero passate alla storia. Su tutte quella detta dal suo personaggio, Bluto, che esclama: “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”.
Belushi e la droga

Ma quando il gioco si fa duro, diventa anche più veloce, frenetico e per stare al passo John cadde nella tentazione della droga. L’inizio del suo successo corrispose con l’inizio della sua fine. Dopo il successo di “Animal House” il telefono di Belushi diventò rovente per le offerte ricevute. Su tutte quella di Spielberg che lo scritturò per il ruolo del pilota folle in “1941 Attacco a Hollywood”. Prima ancora di questo film, lo chiamò Jack Nicholson, nell’inconsueta veste di regista, per il suo western comico “Verso il sud”.
La coppia vincente
Ma da lì a poco arriverò la proposta per il film più importante della sua vita: “The Blues Brothers”, dove John fece coppia col suo amico del cuore Dan Aykroyd, riproponendo i fratelli Blues che tanto successo avevano avuto nel “Saturday Night Live”.
Belushi fa la storia
La regia venne affidata a John Landis, lo stesso di “Animal House”, che realizzò un capolavoro della cinematografia. La storia originalissima, i fratelli Blues (Aykroyd e Belushi) che devono salvare l’orfanotrofio dove sono cresciuti, e la colonna sonora superlativa con alcune delle più grandi star del firmamento musicale (Ray Charles, James Brown e Aretha Franklin) lanciarono il film nella storia.
Addio “Jake”

Dopo i fasti dei “The Blues Brothers”, Belushi girò solo due film prima di morire prematuramente: “Chiamami aquila” e “I vicini di casa”. Due pellicole diverse dalle precedenti, dove John dimostrò che poteva fare anche altro rispetto agli irresistibili personaggi demenziali dei primi lavori. E John avrebbe fatto sicuramente altro perché quando un attore ha talento può fare tutto. Parallelamente, però, Belushi stava distruggendo la sua vita. Lo speedball era per lui ormai una macabra abitudine che a soli 33 anni lo strapperà alla vita.