“Oggi inizia la grande «battaglia» e per l’Italia ci sono argomenti per respingere l’istanza croata che presenta diverse criticità”. Inizia così la nostra intervista a Franco Passador.
Passador dove sta sbagliando l’UE?
“In primis la manifesta malafede del Governo Croato che dieci anni fa, in sede di negoziati per aderire all’UE, aveva rinunciato a chiedere la tutela per questa menzione tradizionale dei propri vini. Nonostante sia tradizionale almeno sull’isola di Hvar. Il Governo Croato avrebbe dovuto agire come fece l’Ungheria, con Tokaij, nel 1993”.
Chi è
Franco Passador è direttore generale di ViVO Cantine, una delle più importanti realtà produttive del Veneto Orientale, con 10 cantine, 70 milioni di chili d’uva lavorata, 30 milioni di bottiglie esportate e un fatturato consolidato che supera i 110 milioni di euro. Solo nel Veneto orientale si producono 40 milioni di bottiglie di Prosecco ed esportate circa il 70 per cento.
Passador, cosa ne pensa della questione Prosek?
“Ciò viola il diritto dei produttori italiani ad utilizzare in modo esclusivo, in conformità ai regolamenti europei 1151/2012 e 1308/2013 le denominazioni di origine che includono il segno geografico «Prosecco». Inoltre viola gli standard Wto, che riconoscono e tutelano le menzioni geografiche e non analogamente le menzioni tradizionali”.
Passador è un danno per i consumatori?
“Viene violato il diritto dei consumatori a non essere indotti in equivoco da omofonie e rimandi di qualsiasi genere che possano indurli a scambiare un prodotto per un altro, come ha chiarito di recente la sentenza Champanillo della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
La conclusione
“Adesso è tutto da giocare. Dopo l’uscita sulla Gazzetta ci sono 60 giorni per il ricorso. Tocca a noi produttori ma anche al Governo intervenire perchè si compia uno scempio simile che avrebbe ricadute devastanti sulla nostra produzione e su un prodotto addirittura tutelato dall’Unesco come patrimonio”