L’insostenibile leggerezza dei social o l’onerosa pesantezza delle cronache giudiziarie? Potrebbe titolarsi così la disputa tra il presidente del Veneto, Luca Zaia e l’attore Natalino Balasso. Battaglia tra pro e contro, a suon di post offensivi e prese di posizione. La collera ai tempi di facebook, corre come il venticello del Barbiere di Siviglia. “Calunniate, calunniate, qualche cosa resterà”, era la frase attribuita a Voltaire. Anche per dire che ciò che si vorrebbe cancellare, inevitabilmente resta. Balasso ora rimuove il post, “but mud sticks” direbbero gli inglesi, il fango rimane attaccato.
Zaia e Balasso in tribunale
La storia dunque è destinata tra un mese a finire nelle aule giudiziarie per diffamazione. Davanti al Gip del Tribunale di Venezia dovrà comparire il comico Natalino Balasso. La controparte offesa, il presidente della Regione Veneto, per difendere la sua reputazione. Due persone pubbliche a confronto, il comico e il politico. La satira contro un eletto dal popolo. Anche nel medioevo i giullari ogni tanto facevano una brutta fine.
Quando è cominciato
Tutto inizia il 7 maggio 2020, sui social appare un post di un artista famoso, Marco Forieri, musicista della band, ora disciolta, dei Pitura Freska. Comincia pressappoco così: “io me lo ricordo il pr Luca Zaia alla discoteca Odissea di Spresiano, ci propose delle troie per il dopo concerto…ora fa il presidente della regione”. Marco Forieri fa rimuovere immediatamente il messaggio: é totalmente falso, non abbiamo mai suonato all’Odissea di Spresiamo, diffidiamo chiunque a diffonderlo. Noi, Luca Zaia non lo abbiamo mai incontrato.
Zaia e Balasso anche su Youtube
Ma nel frattempo scattano centinaia di “mi piace” e di condivisioni. 1120 like per la precisione e 113 commenti, la maggior parte feroci e offensivi verso Zaia, tra cui quello del l’attore. Un anno dopo arriva la querela e la raccomandata del tribunale di presentarsi il 18 giugno davanti al Gip. Balasso reagisce male e appare in video stile Beppe Grillo in difesa di Ciro. Un po’ rancoroso. Per cui la maschera tragica prevale su quella comica. Su YouTube (oltre 110 mila visualizzazioni, 8057 mi piace e 483 no) mette in scena la spettacolo “Il problema di Luca Zaia”. Tra il serio e il faceto racconta come è nata la querelle.
Zaia risponde
Il Governatore durante la consueta conferenza stampa in diretta tv per la pandemia risponde piccato alla domanda di un giornalista: “Con Balasso problemi zero, riconosca che ha fatto una cazzata. Chieda scusa e finiamola lì.” Poi Zaia spiega nei dettagli: “Io avrei commesso un reato, favoreggiamento alla prostituzione. Il diritto di satira non c’entra nulla con la querela. C’è una cosa però su cui non transigo, è la mia reputazione. Non metto nessun bavaglio ai comici, si può risolvere tutto in 5 minuti e senza impegnare i tribunali, basta chiedere scusa”.
Tocca a Balasso
La replica del comico non tarda ad arrivare. “E così abbiamo scherzato. Da un anno c’è gente che lavora per costruire una trappola giuridica attorno al sottoscritto e a quasi 200 persone, quando bastava tirare su un telefono. Ma abbiamo scherzato…intasiamo la macchina della giustizia”. Definisce il presidente un regnante d’altri tempi, che dà un buffetto al suo suddito indisciplinato. E se il giudice fosse già del parere opposto? Si chiede il comico. “In fondo era un racconto goliardico fatto in modo scanzonato. Non so di cosa devo chiedere scusa. Dovevo essere contattato che il post condiviso era stato smentito dallo stesso autore”, l’arringa finale.
Anche l’Odissea dice la sua
Nel frattempo giunge puntuale anche la querela della discoteca Odissea di Spresiano. Si sentono diffamati in quanto citati. Mai assistito a concerti dei Pitura Freska nei nostri locali.
Zaia – Balasso una commedia veneta
Penultima parte di questa commedia tutta veneta. Balasso rimuove lo screenshot mantenuto sulla sua pagina fb e chiede indirettamente scusa. “Mi dispiace che abbia sofferto e ci sia rimasto male”. Io francamente non sapevo perché sono stato denunciato. “Signor presidente della Regione Veneto, io non ho problemi a chiedere scusa e ad ammettere i miei torti quando lancio accuse sbagliate, ma in questo caso io non ho lanciato nessuna accusa, nessuno mi ha contattato per dire che il post condiviso era stato smentito dal suo autore”. Ai titoli di coda Balasso, come Beppe Grillo, se la prende con i giornalisti “che leccano il culo”.
Aspettando il 18
Ora resta che aspettare la mattina di venerdì 18 giugno, Tribunale di Rialto. La cronaca di questi giorni parla di 11 indagati per aver offeso e minacciato nei social il presidente della Repubblica. La diffamazione ai tempi oscuri del Covid si è fatta più carogna.
La mia proposta
Io ho una piccola proposta: davanti alla porta del tribunale c’è un antico bacaro , si chiama “Al mercá”. Sistemiamo tutto davanti a due bicchieri di prosecco? In fondo bastano meno di cinque minuti.