Ivo Prandin continua a riflettere con i suoi pensieri virali in libertà ragionando su questa situazione che ci vede lottare contro un nemico invisibile. Pochi pensieri ma densi di spunti. Tanto più ora che siamo da domani ufficialmente in zona rossa. Ecco cosa ci regala questa settimana.
Non aprire quella porta
A volte il pericolo bussa alle nostre porte, e le cronache registrano le sue malefatte. Un pericolo che cammina e parla: con voce priva di inflessioni, ben impostata, chiede di entrare, “nel tuo interesse” con proposte allettanti. Ma è come il Lupo nella famosa fiaba. Purtroppo, spesso noi gli apriamo, fiduciosi e anche curiosi, ignari dell’identità di quella mascherina che si affaccia alla nostra intimità. Non è un Virus travestito da procacciatore, anche se gli assomiglia negli effetti deleteri, non è nemmeno un mendicante: sono sciacalli che vanno in coppia, come il Gatto e la Volpe, a caccia di vittime cui succhiare denaro. Recitano una parte, vendono menzogne e ogni tanto qualcuno, più o meno ingenuo, più o meno fiducioso, entra diritto nella loro trappola. Che fare? Almeno ri-leggere Pinocchio, e meditare.
Meglio dire giamburrasca
Proviamo a pensare insieme a quanto cambiano il significato e il peso di una parola nei nostri rapporti con gli altri. Un tempo – ma solamente un anno fa! – dare del pestifero a un ragazzino iper vivace era consuetudine e si pensava a un giamburrasca: quel nome, quel personaggio erano sulla bocca di ogni genitore o educatore. Da parte sua, pestifero era parola di uso corrente, forse perché non se ne conosceva il significato originale, che è “portatore di peste”. A proposito di epidemie ricorrenti, ho letto che nel suo La peste (1947) Albert Camus ha voluto “obbligare il lettore a porre a sé, al di là del problema della malattia, quello del male e dell’innocenza” (citazione rubata ad autore dimenticato).
Qualcuno si … converte
Non sembra, perché le cronache non lo evidenziano, ma qualche negazionista finisce per cadere nella trappola del virus. Ne ho trovato notizia in una intervista al professor Massimo Antonelli, del Comitato tecnico scientifico sulla pandemia. In un’intervista, lo scienziato ha detto: “Negazionisti? Ne abbiamo curati tanti al Gemelli [il grande ospedale di Roma]. Una volta fuori, si sono scusati: Professore, le prometto che farò di tutto per aiutarvi”.
Un “regalo” dalla Natura
Questo è un pensiero d’altri, ma va bene nel contesto: “….. in un mondo così antropizzato aumenteranno le occasioni di contatto fra gli esseri umani e gli animali portatori di nuovi virus. In generale, ecosistemi più poveri, e soffocati dai manufatti umani, comportano una riduzione dei servizi che l’ambiente regala alla nostra vita (dalla fertilità dei suoli all’assorbimento di gas serra), e un aumento dei rischi anche per la salute umana.” Telmo Pievani, La Lettura
Come un buon vino invecchiando migliora