Siamo nel pieno delle consultazioni del Presidente del Consiglio designato, Mario Draghi, per dare vita ad un nuovo governo. E’ stata una decisione rapida del Capo dello Stato dopo il fallimento dell’esplorazione affidata a Fico di ricomporre la maggioranza di governo dopo l’uscita di Italia Viva. Mentre scoppiavano le polemiche su chi avesse provocato la crisi, il Presidente Mattarella, vista la drammatica situazione del paese alle prese con il piano di vaccinazione e con la messa a punto del Recovery Plan, non poteva certo tirare per le lunghe.
Draghi per evitare elezioni anticipate
Escluse le elezioni anticipate, per i tempi stretti e pieni di ostacoli, pur sostenute come un mantra dai partiti di centro destra, non rimaneva che la via della formazione di un nuovo governo. Senza passare per le preliminari consultazioni il Capo dello Stato ha affidato il mandato a Mario Draghi. Personaggio di alto profilo, riconosciuto internazionalmente per la sua passata presidenza della BCE. Subito vi è stato un riflesso positivo nei mercati tanto che lo spread è diminuito e la Borsa di Milano ha segnato aumenti significativi. Allo stesso tempo la stampa internazionale ha riservato alla notizia della designazione commenti beneauguranti, vista l’autorevolezza e le riconosciute competenze di Mario Draghi.
Il conferimento
Il giorno successivo al conferimento del mandato si è notata una certa riluttanza delle forze politiche ad accogliere l’invito del Presidente della Repubblica. Dimostrando un arroccamento su vecchie impostazioni di logica di potere. Molti esponenti dei partiti della vecchia maggioranza sostenevano che il perimetro del nuovo governo doveva escludere la Lega. Altri ribadivano che il nuovo governo doveva mantenere il reddito di cittadinanza. Altri ancora erano scettici di entrare in un governo presieduto da un banchiere, da un esponente di rilevo della “finanza”.
Draghi cerca coesione
Sembravano dimenticare di aver fallito come alleati di governo, che erano andati in crisi perché incapaci di trovare l’accordo tra di loro. E’ inutile poi lamentarsi che la crisi fosse stata fatta al buio e fosse ingiustificata; procurata, d’altro canto, dagli stessi attori dai quali poteva arrivare l’intesa. In realtà, non volevano ammettere che il mandato del Capo dello Stato sottende la nascita di un “governo istituzionale” di alto profilo, con ampia maggioranza, che richiede pertanto la collaborazione di tutte le forze politiche. Potrebbe anche esser letto come un monito ai partiti incapaci di trovare un accordo per arrivare alla formazione di un governo.
Draghi riesce a rasserenare gli animi
Giorno dopo giorno il clima è via via rasserenato, si comincia prendere a coscienza che il tentativo di Mario Draghi dovrebbe portare alla formazione di un “governo di salute pubblica” con ampia partecipazione delle forze politiche visto il suggerimento di Mattarella, di formare un governo che “non deve identificarsi con alcuna forza politica”.
Un compito non facile
Un nuovo governo con un duplice compito: da un lato, gestire il piano di somministrazione dei vaccini per giungere in autunno ad una copertura del 70% della popolazione adulta e, dall’altro, completare il Recovery plan secondo i dettami della Commissione, rispettando i tempi per la sua presentazione.
La prospettiva
Al termine del primo giro di consultazioni di Mario Draghi si ha la percezione che si andrà a formare una maggioranza allargata fino alla Lega con il movimento 5 Stelle, dilaniato al suo interno da una fronda di dissidenti, e un PD e Leu imbarazzati per la presenza della Lega stessa. Vedremo se la prossima settima tutto si concluderà con la nascita dell’auspicato governo Draghi.