Non bastava la lotta che gli Stati membri dell’UE stanno contrastando contro il terrorismo invisibile chiamato covid-19, ora anche la lotta al terrorismo visibile che è ritornato a colpire l’Europa in Francia e in Austria, a un settimana di distanza, nel cuore del vecchio continente. Prima a Nizza, dove ha agito un tunisino di 21 anni che era sbarcato a Lampedusa alcuni mesi fa ed era stato, poi, trasferito nel centro di identificazione e foto-segnalato dalla questura di Bari. Nei confronti di Brahim Aoussaoui era stato emesso un decreto di respingimento del prefetto di Bari accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro sette giorni. Decreto non rispettato. Da allora di lui si sono perse le sue tracce, per poi riapparire in Francia nella città di Nizza.
Il terrorismo torna a colpire
Dopo qualche settimana, un gruppo di terroristi, di origine albanese, collegato all’ISIS, ben coordinato, certamente con basi logistiche, appoggi, tecniche di penetrazione, ha mosso una serie di attacchi studiati nei minimi dettagli in vari punti della capitale austriaca per distrarre le forze di sicurezza viennesi. Il bilancio è stato di 4 morti e una quindicina di feriti, gettando nel caos la città.
La cosa che ha colpito è che questo gruppo era armato sino ai denti. Uno degli attentatori, ucciso dalla polizia austriaca, portava addosso una cintura esplosiva con l’intento di farsi saltare. Nelle città francesi, invece, i terroristi avevano usato armi bianche.
L’attacco a Vienna
Quello di Vienna è il primo attacco di matrice jihadista nella storia austriaca. Che non va paragonato con gli attentati accaduti nel 1979 e nel 1981 rivendicato da un gruppo terroristico palestinese che colpì per ben due volte la Sinagoga. L’Austria, dopo gli attentati terroristici compiuti in Europa, non ha mai abbassato la guardia. La motivazione di fondo di questa forte preoccupazione sta proprio nel fatto che durante la lotta al terrorismo dell’ISIS presente nel territorio siriano ed iracheno, alcuni cittadini austriaci avevano combattuto arruolandosi nelle fila dello Stato islamico.
È vero che l’Austria è molta attenta e minuziosa nell’effettuare i dovuti controlli per stanare la presenza di cellule terroristiche nel suo Paese, grazie all’intervento delle autorità di Vienna nell’aver sventato una gamma di attacchi negli ultimi anni, come, ad esempio, l’attacco terroristico che stava per consumarsi, durante le festività natalizie, nelle vicinanze della cattedrale di Santo Stefano.
Il terrorismo e l’Europa
Gli ultimi attacchi non hanno lasciato passivi alcuni Stati dell’UE. Si pensi alla Francia e alla Germania che hanno stilato una dichiarazione congiunta. Ribadita la necessità che l’intera Unione Europea deve adottare un’azione unanime, senza distinguo tra Paesi membri, contro il terrorismo internazionale. Nel documento anche posta la questione del miglioramento dello scambio di informazioni su soggetti che costituiscono una minaccia terroristica, estremista e violenta.
Le preoccupazioni
Il terrorismo transnazionale resta un fenomeno preoccupante e, pertanto, necessita di una risposta attraverso una rete compatta. Ormai, i gruppi terroristici a livello globale sono sempre più organizzati e coordinati. Gli attacchi sono preparati all’estero, i responsabili fuggono tramite frontiere colabrodo, come pure contano su flussi di denaro che scorrono mediante una rete di conti internazionali. Ecco l’importanza di un coordinamento fra Stati in maniera efficacia, nel senso che devono condividere le loro informazioni e conoscenze.