Sul tema legato al terrorismo in Italia sono stati girati molti film tra questi “Guido che sfidò le Brigate Rosse”, “Il caso Moro”, “Una fredda mattina di maggio”, “Documenti su Giuseppe Pinelli”, “Romanzo di una strage”, “San Babila ore 20:un delitto inutile”, e l’elenco potrebbe allungarsi. Ora il regista Claudio Noce ha portato in concorso al Festival di Venezia il suo “Padre Nostro” (in questi giorni nelle sale cinematografiche di tutta Italia), ambientato nel 1976 (nel pieno degli anni di piombo) e dedicato ad un fatto realmente accaduto. L’attentato a suo padre il vice questore Alfonso Noce, all’epoca responsabile dei servizi di sicurezza del Lazio.
La storia di Padre Nostro


In quell’attentato firmato dai NAP (Nuclei Armati Proletari), persero la vita l’agente di polizia Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella. Il vice questore rimase ferito alle gambe. La trama del film è incentrata su quel tragico episodio visto attraverso gli occhi di Valerio (Mattia Garaci), il figlio undicenne del vice-questore, che nel film indossa volutamente i panni di un magistrato con il nome di Alfonso Le Rose (P.Francesco Favino). Il ragazzino (nella realtà è il fratello maggiore del regista in quanto all’epoca Claudio Noce aveva due anni) assiste a tutta la scena dell’attentato dalla terrazza di casa, un bel condominio in una zona verde di Roma. Corre giù assieme alla madre e incrocia gli occhi del terrorista agonizzante sull’asfalto.
La realtà
Quella scena, quel drammatico ricordo, a tratti enfatizzato nel corso del film, sarà il tema portante di tutta la trama. Assieme allo strano rapporto che s’instaurerà tra il padre (dopo il ritorno a casa dall’ospedale) e il figlio. Il piccolo Valerio intuisce il clima di paura e di terrore che ruota attorno alla figura di suo padre. Il quale a sua volta cerca di nascondere tutto con la complicità della moglie(Barbara Ronchi) per non spaventare il figlio. Valerio per risposta si nasconde dietro a figure immaginarie e miti sportivi dell’epoca quale il bomber Giorgio Chinaglia. Fino a quando incontra un ragazzo un po’ più grande di lui, Christian (Francesco Gheghi già visto nel film “Mio fratello rincorre i dinosauri”) apparso quasi dal nulla, come fosse una sorte di Lucignolo. Tra i due verrà a crearsi una solida amicizia adolescenziale che viaggia in perfetta contrapposizione con la cattiveria e la violenza degli adulti.


Le concessioni al film per Padre Nostro
Per motivi di sicurezza il magistrato Le Rose decide di portare tutta la famiglia nella sua casa in Calabria (splendide le riprese del mare calabro sia tirrenico che ionico e della foresta silana). Dove come per magia (il regista in questo frangente gioca un po’ con la fantasia), arriva anche Christian. Che verrà presentato da Valerio alla sua famiglia. Bellissima la scena in cui il magistrato Le Rose dorme con un lenzuolo sopra il corpo e i due ragazzini lo osservano in silenzio. C’è il richiamo al “Cristo morto” di Andrea Mantegna.


Padre Nostro e un grandissimo Favino
Sulla trama ci fermiamo qui per non svelare il finale del film che tutto sommato scorre piacevolmente. Forse più nella seconda parte che nella prima dove i primi piani dedicati a Valerio appaiono un po’ stucchevoli. Sfuma la violenza e prevale decisamente la storia familiare, tipica di un uomo di legge nato nel Sud. L’interpretazione di P. Francesco Favino, premiato con la Coppa Volpi a Venezia, effettivamente è magistrale. Dopo il ruolo di Buscetta nel film “Il traditore” di Marco Bellocchio e quello di Bettino Craxi in “Hammamet” di Gianni Amelio, l’attore romano conferma di essere ormai il numero uno del cinema italiano. Una chicca nel finale la canzone “Impressioni di settembre” della Premiata Forneria Marconi
Durata del film 120 minuti. Regia Claudio Noce. Interpreti: P.Francesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, A.Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Paki Menduri, Giordano De Piano
Grazie Valter x la tua semplice e precisa analisi… Andrò al più presto a vederlo. A mio avviso Favino è il miglior interprete italiano di questi anni