Cosa c’entra Tonezza del Cimone con la mitica spada? Vediamo di capirlo giocando un po’ insieme. Vi avviso. Non sarà facile.
L’indovinello di Tonezza
Siamo di nuovo qui per scoprire un’altra meraviglia del nostro Veneto, oggi voglio “giocare difficile” vediamo chi arriva a capire dove siamo da queste prime due frasi d’autore: (Ammetto… sarà difficile capirlo!)
“Non ero destinato ad una vita umana, ma ad essere l’essenza di memorie future. La fratellanza d’armi è stato un breve inizio, un bel momento, che non può essere dimenticato. E poiché esso non sarà dimenticato, quel bel momento potrà ripetersi. Ora, ancora una volta, devo guidare i miei cavalieri a difendere ciò che è stato. E il sogno di ciò che potrebbe essere…[Re Artù dal film “Excalibur” di John Boorman]. E continuo con: “Quisquilie e pinzillacchere! (Anacleto). Merlino [Dal film “ La spada nella roccia” di Walt Disney].
Tonezza del Cimone
Ammetto d’avervi messo in difficoltà, anche perché se vi dicessi “Tonezza del Cimone”, anche così alcuni di voi non saprebbero ben identificare il posto, se poi ci aggiungo che il posto che vado a descrivervi è “solo” una passeggiata in quel di Tonezza, ma che bella passeggiata!
La partenza
Partiamo da Tonezza del Cimone, dov’è? Siamo in provincia di Vicenza, ma da Vicenza si deve iniziare a salire, fino ad arrivare ad un altipiano a circa 900 metri sul livello del mare! Il territorio comunale vede a sud la cima del Monte Cimone di Tonezza ed è contornato a est dalla valle del torrente Astico e ad ovest dalla valle del Rio Freddo, dalle pareti a precipizio, ora verdi di boschi, ora chiare per le sfumature dolomitiche delle nude rocce; a nord continua con l’altopiano dei Fiorentini, da cui in inverno, partono degli ottimi impianti di risalita per gli amanti dello sport su neve!
La storia di Tonezza

Anticamente Tonezza venne indicata come Montanea Thoneze (1292), Silva Theoneze (1306). Diverse le ipotesi sull’origine del toponimo, che potrebbe derivate da tofus, terreno duro, roccioso[, oppure dal termine veneto tonesar, ‘tuonare’. Altre interpretazioni provengono da diversi autori: il toponimo potrebbe derivare dal tedesco donnersberg, cioè monte del tuono. Pur non essendo uno storico a titolo personale propendo più per quest’ipotesi in quanto è da notare che pur essendo in Veneto, in questi luoghi siamo per l’esattezza nella terra Cimbra, che come è risaputo (non da tutti) si tratta di popoli dalle origini nordiche stanziati in queste terre da lungo, lungo tempo!
Ai giorni nostri
Tonezza negli anni 70/80 probabilmente ha conosciuto il suo massimo splendore sia economico e sociale, poi probabilmente i cambi climatici che non portano più la copiosa neve di una volta hanno fatto scemare l’interesse per il territorio, sono però stati bravi i cittadini a trasformare la stessa zona in un paradiso per lo sport e lo svago! Negli ultimi 10 anni, infatti, Tonezza ha sviluppato moltissime infrastrutture per lo svago ed il tempo libero; impianti sportivi d’avanguardia, 9 campi da tennis in terra battuta, campi da calcio, aree attrezzate per feste campestri, intrattenimenti all’aperto, percorsi vita. Sala da giochi, numerose manifestazioni culturali e folcloristiche, escursioni e gite guidate, vi faranno occupare piacevolmente le Vostre vacanze.
La magia di Tonezza
Tonezza del Cimone, d’estate si colora del verde di boschi e prati che racchiudono la magica bellezza di una flora che ha nomi d’altri tempi e di una fauna che promette la sorpresa di un incontro con l’urogallo.
Ideale sfondo per le più diverse attività sportive, la rigogliosa natura di Tonezza del Cimone si offre nell’incanto di montagna e dei suoi colori, delle tradizioni e delle memorie degli uomini fedelmente custodite e trasmesse di generazione in generazione, rigorosamente Cimbra!

Gli itinerari nel verde portano a Posina e alla sua valle attraversata da torrenti suggestivi e selvaggi, gli incantevoli specchi d’acqua di Laghi, alla verde piana di Velo d’Astico e Cogollo del Cengio, Arsiero, a Pedemonte, Valdastico e dell’Altopiano dei Sette Comuni: sono i regni della trota fario e del “mar sone”, le terre dei leggendari legumi e del miele di montagna.
Ogni più piccolo angolo è il pulsare della vera vita della montagna vicentina, infine, sono molte le passeggiate nel verde che partono proprio dal centro del paese, proprio di una di queste passeggiate che vi voglio raccontare!
Il percorso naturalistico “Excalibur” a Tonezza del Cimone ed è uno dei più belli e suggestivi sentieri della zona. Una passeggiata adatta a tutti, anche per i bambini più piccoli, che si snoda nella valle tra alberi di ciliegi, boschi di faggi, larici e prati.
Come raggiungere il percorso
Dal centro di Tonezza, si prosegue per la statale che conduce a Folgaria. Dopo circa 500 metri dalla caserma dell’Aereonautica, si prende la strada sulla sinistra che scende in Contrà Valle (indicazioni pista sci di fondo e percorso Excalibur), e si arriva ad un parcheggio, di fronte alla Baita Tedetta, piccolo punto di ristoro, partenza del percorso, dove vi garantisco ho mangiato uno dei panini alla porchetta e formaggio più buoni di sempre! (Sarà che arrivavo da una lunga camminata)
Il sentiero “Excalibur”

Il percorso è molto facile ed è perfetto per tranquille passeggiate anche con i bambini (non con il passeggino), nordic walking ed in inverno, ciaspolade, premesso che il percorso è sempre bello, ma d’inverno con la neve è adirittura magico! E’ un anello lungo 2,5 km, ad una altezza costante di circa 1000 metri, in gran parte recuperato e valorizzato grazie ai fondi della Comunità Europea. Può esser percorso in entrambe le direzioni: alla partenza troverete infatti due frecce che indicano il percorso, sia verso destra che a sinistra. Quello “più corretto” è quello che si prende verso sinistra rispetto al punto di partenza (proprio dietro alla piccola baita), quindi in senso orario.
La mia esperienza a Tonezza
Io in più occasioni l’ho fatto in senso antiorario per due motivi: perché così, giunto alla meta trovo la baita per una birra fresca; perché posso trovare un hotel che è vicino all’ingresso di sinistra!
Durante il percorso si incontrano 10 stazioni, ognuna delle quali è segnalata da un cartello che spiega le caratteristiche della luogo e dove è possibile soffermarsi e fare anche attività didattico-ricreative. C’è poi la possibilità di allargarsi a percorsi più lunghi (5 e 12 km), ve ne è uno in particolare abbastanza impegnativo tutto in discesa (all’andata) che porta al torrente, bellissimo! Il problema è che il ritorno è tutto in salita!
Le Tappe del percorso (in senso orario, come da mappa)
1 Le dolci linee del paesaggio. Alla partenza si apre un grande prato, sullo sfondo i boschi con i colori dell’autunno. Bellissima la casetta sull’albero!
2 Il vecchio Faggio. Si arriva ad una piccola pozza d’acqua, per far abbeverare gli animali, all’ombra di un secolare faggio dalla gigantesca chioma. A fianco, un vecchio rustico, il Baito delle Coste, tutto in pietra, con alla base la parte adibita a stalla, e la parte sopra a fienile.
3 I sorprendenti Larici. Oltre il vecchio faggio ci si incammina in un ampio e luminoso bosco di larici. Il sentiero, delimitato da ambo le parti da vecchi muretti a secco costruiti con pietre ricavate in loco, prende il nome di sentiero delle vacche perchè veniva un tempo percorso dal bestiame per raggiungere i pascoli della zona.
4 La Contrà Vallà. Intorno al 1860 venne edificato questo piccolo e affascinante borghetto, Contrà Vallà. L’acqua limpida che sgorga dalla roccia, la terra fertile dove coltivare le famose patate, la segale, l’orzo e i fagioli, i ciliegi, i boschi ricchi di legname e la bellezza del posto non può che dar ragione a chi decise di fermarsi qui!
5 La valle dei ciliegi. Si apre la valle dei ciliegi, che ovviamente meriterà di essere vista in primavera ed estate. Nei prati montoni, cavalli si godevano il caldo tepore autunnale.

6 Il fortino. Il fortino si raggiungibile attraverso un sentiero, posto tra le due diramazioni che portano alla cava e alla sorgente. Fu costruito sulla roccia dall’esercito Austro-ungarico che invase l’altopiano di Tonezza il 15 maggio 1916, in seguito alla grande offensiva battezzata Strafexpedition.
7 Le antiche cave. Le cave si raggiungono percorrendo un sentiero attraverso un bosco di faggi e abeti, in questa stagione ricoperto da un folto tappeto di foglie secche. Anche qui muretti a secco e le vecchie cave, ormai quasi completamente interrate.
8 La sorgente. La presenza dell’acqua è stata sicuramente fondamentale per chi decise di fermarsi a vivere qui. Gli abitanti di Contrà Vallà venivano presso la sorgente Canaletto ad attingerla. L’acqua riempiva una vasca fatta di sasso che, secondo antiche testimonianze, era colma fino all’orlo.
9 Dentro la trincea. Dopo la valle dei ciliegi, il sentiero prosegue in leggera salita fino ad arrivare ad una trincea, dell’epoca della Grande Guerra. La trincea è nata per dare un rifugio sicuro ai soldati.
10 Incontro con il Bosco. Bellissimo il bosco di faggi. Il versante lungo il quale si cammina è caratterizzato dalla presenza di terrazzamenti.
Excalibur

Arriviamo quindi alla spada di Excalibur. Dopo aver attraversato la valle dei ciliegi si trova finalmente Excalibur, la leggendaria spada nella roccia di re Artù. Ci sarà da divertirsi a cercare di toglierla sperando così di diventare, come leggenda vuole, re o regina di Inghilterra!
