La fortunata serie di Amici miei si chiude con il terzo atto che vede sempre protagonisti i quattro amici (Celi, Montagnani, Moschin e Tognazzi, Noiret è morto nel film precedente) che con le loro zingarate tentano di eludere la noia della vita. Amici Miei Atto III è indubbiamente il meno riuscito e divertente della trilogia. Non a caso Luigi Monicelli, il regista dei primi due, decide di rifiutarne la regia perché poco convinto del progetto propostogli dai produttori Luigi e Aurelio De Laurentis. Viene così chiamato dietro la macchina da presa il pur bravo Nanni Loy, ma il risultato lascia l’amaro in bocca anche se la pellicola contiene momenti di alta comicità.
Amici Miei Atto III, la decadenza
Il gruppo di amici continua nelle sue scorribande anche se uno dei componenti, il conte Mascetti (Ugo Tognazzi), è diventato paralitico e viene parcheggiato in una casa di riposo. Nella struttura i quattro trovano il modo di dedicarsi alla loro attività preferita. Organizzare degli scherzi. Il dottor Sassaroli (Adolfo Celi) arriva al punto di acquistare la casa di riposo per meglio organizzare le burle ai danni della vittime di turno. Tra queste uno straordinario Bernard Blier (già presente nel primo film). Oltre a quest’ultimo, si segnala il grande Enzo Cannavale nel ruolo del cavalier Ferrini.
Come all’inizio
Il film e la trilogia si chiudono con la leggendaria scene degli schiaffi alla stazione. Solo che questa volta ad essere schiaffeggiati non sono i nostri eroi, ormai troppo vecchi per saltare e tirare ceffoni ai viaggiatori. Ad eccezione del conte Mascetti che, pur se su una sedia a rotella, riesce, armato di una peretta, a spruzzare dell’inchiostro in faccia a chi gli passa davanti.
Il prequel
Esiste anche un prequel della saga. Amici miei – come tutto ebbe inizio, prodotto sempre da De Laurentiis. La pellicola, uscita del 2011, è ambientata nella Firenze del quattrocento. Dove quattro amici, gli antenati dei nostri eroi, si dilettano a fare scherzi a ripetizione. Tra i protagonisti: Christian De Sica, Michele Placido, Giorgio Panariello, Massimo Ghini e Massimo Ceccherini. Il film ha il terribile difetto, nonostante la vis comica di alcuni dei protagonisti, di assomigliare a un cine-panettone. Il risultato è quindi deludente. Per rifarsi la bocca, consigliamo la visione, se si tratta della ventesima volta non importa, dei primi due film della serie.