“Dal Silenzio alla Parola ha un doppio significato. Parla sia della evoluzione della mia ricerca artistica, (dal bianco al colore e dal concetto al type), ma anche della città di Venezia, che passa da un Silenzio assordante e imposto, all’umanità della Parola. In entrambi i casi parliamo sempre di poesia”. Lorenzo Marini. Alla Bevilacqua La Masa una mostra antologica dedicata a un maestro della comunicazione: Lorenzo Marini. Gli spazi della Fondazione in Piazza San Marco celebrano il percorso artistico del fondatore della corrente artistica “TypeArt”.
L’arte per Lorenzo Marini
Come sottolinea il curatore Sabino Maria Frassà, “L’arte per Lorenzo Marini è un percorso di catarsi volto a trovare la “Parola”. L’arte per Lorenzo rappresenta quindi quel senso, quella parola, che ha riempito e riempie ogni giorno il “silenzio” della vita quotidiana”. Come non rimanere affascinati dalla TypeArt, corrente che celebra la bellezza estetica delle lettere, chissà se per lui le parole sono nuvole come diceva Camilleri.
Lorenzo Marini in 30 opere
Trenta opere che raccontano il suo percorso artistico in una ricerca incentrata sul rapporto tra forma e contenuto. La mostra è un’antologica che ripercorre l’intera carriera di Marini dal concettuale degli anni ’90, al Manifesto per la liberazione delle lettere (incipit: le lettere sono nate libere), all’installazione ALPHACUBE. Straordinari i suoi lavori: ALPHATYPE, ARTABETH, FUTURTYPE VENICETYPE.
La parole dell’artista
Racconta Marini, “dedicare un’opera a Venezia è un atto dovuto. È molto più che un gesto d’amore. È un tributo alla storia stessa… Vuol dire prendere la Basilica di San Marco, capovolgerla da orizzontale a verticale, per vedere magicamente apparire davanti ai nostri occhi la lettera B”. Questa descrizione fantastica rende bene l’idea di un talento completo e sorprendente. Artista multidisciplinare, nella sua carriera come art director annovera oltre 300 premi nazionali e internazionali, un Leone d’Oro a Cannes al Festival Internazionale della Pubblicità per la campagna Agnesi del 1985. Nel 2017 è alla Biennale d’Arte di Venezia dove lancia le sue opere tridimensionali. Ha inventato slogan che sono entrati nel linguaggio e nella mente di tutti noi: “Non so voi, ma io bevo Aperol… Silenzio parla Agnesi…”.
Lorenzo Marini fuori dagli schemi
Le idee chiare da sempre, in un tema fatto alle elementari alla domanda cosa vuoi fare da grande rispondeva: il creativo della pubblicità. Innamorato dei fumetti e di grandi disegnatori come Crepax, Manara, Pratt. Alla maniera dei futuristi crea il suo celebre Manifesto per la liberazione delle lettere, affermando l’individualità della bellezza e della poesia.
Chi è
Originario di Monselice, 64 anni, dopo la laurea in Architettura lavora con le più importanti agenzie pubblicitarie come il gruppo Armando Testa. Apre proprie agenzie a Milano, New York, California. Un cittadino del mondo che racconta il suo amore per la città lagunare “Venezia è l’unica città in cui posso parlare del mio percorso artistico: nel 1980 lasciai l’Accademia di Belle Arti e il mio amato Maestro Vedova per conseguire la laurea in architettura e intraprendere l’avventura professionale nel mondo della pubblicità. Negli anni sono riuscito a ricomporre questa dicotomia tra forma e contenuto affrontando il fumetto, gli slogan e il silenzio del bianco. Il punto di arrivo l’ho ritrovato unendo l’amore per il futurismo, allo studio della calligrafia orientale.
La pubblicità
Per Lorenzo Marini la pubblicità è la trasformazione di un oggetto in un’emozione. Messaggio molto più complesso in tempi di cellulare, computer, iPad. Anche la pandemia ha cambiato il mondo. Venezia ha subito gravi danni d’immagine, dalla marea eccezionale dello scorso novembre al Covid. Confessa che molti americani a sei mesi dall’acqua alta gli chiedono se a Venezia si può ancora camminare. In definitiva la città non sa comunicare, servono nuove strategie. Si è cercata la quantità e la qualità non c’è più. Osservazioni che meritano grandi riflessioni in tempi di turismo sostenibile, Covid permettendo.
Da non perdere
Una mostra imperdibile quella dedicata a Lorenzo Marini che afferma: “Per me le lettere sono nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali. Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere, ma anche per alimentare la fantasia”. Ed è un trionfo di fantasia il suo omaggio alla città attraverso l’alfabeto: A come Accademia, R come Radici, S come la forma del Canal Grande, V come il vetro di Murano, poi il colpo di scena da maestro, chiudere l’alfabeto con tante zollette di zucchero che compongono la lettera Z. Perché Venezia è anche questo. Dolcezza pura.
LORENZO MARINI DAL SILENZIO ALLA PAROLA
24 giugno – 30 agosto 2020
Fondazione Bevilacqua La Masa
Venezia Piazza San Marco
Ingresso gratuito