Mondiale per Club a 32 squadre promosso o bocciato? Se fosse per i risultati delle italiane la risposta sarebbe scontata: è stato un flop. Inter e Juve sono uscite entrambe agli ottavi, pur contro avversari ben diversi: i semi-carneadi del Fluminense per gli uomini del neoallenatore Chivu, il Real Madrid per l’undici di Tudor (incappato però in una manita dal City poi eliminato dagli arabi dell’Al Hilal di Simone Inzaghi). Ma non è solo l’italico folber a certificare il fallimento.
Mondiale per Club le critiche

Le critiche all’evento della Fifa – ma sarebbe meglio chiamarlo “kermesse” – sono arrivate infatti da più parti. Fra le più autorevoli ci sono senz’altro quelle di Jurgen Klopp, allenatore plurititolato e ora a capo della Global Soccer Red Bull: “Si tratta di una follia assoluta, la peggior idea mai sperimentata nel calcio. Si aumenta il logorio fisico e mentale degli atleti. Capisco chi ricorda che i soldi per chi partecipa sono tanti, ma l’anno scorso ci sono state la Coppa America e l’Europeo. Quest’anno c’è questo Mondiale per Club e l’anno prossimo ci sarà il Campionato del Mondo per nazioni. Questo significa che non c’è mai un vero recupero per i giocatori top, né fisico né mentale. Anche i giocatori Nba guadagnano un sacco di soldi, ma hanno 4 mesi di pausa fra una stagione e l’altra”.
Oltre alle critiche tecniche ci sono poi quelle organizzative: periodo di caldo torrido con partite giocate a temperature medie superiori ai 30 gradi (come sarà con ogni probabilità il prossimo anno per i Mondiali), incontri sospesi per ore a causa del pericolo fulmini, terreni di gioco duri o sabbiosi, pause continue per Var e/o cooling break e via di questo passo. Luis Enrique, allenatore del PSG, senza giri di parole ha definito i campi “non all’altezza” sottolineando come la palla rimbalzi in modo irregolare, rendendo difficile il gioco.
Mondiale per Club davvero una necessità?

Ben 35 delle 63 partite sono andate in scena prima delle 17, addirittura 15 si sono disputate a mezzogiorno (ora locale ovviamente). Se questa esperienza servirà per programmare meglio gli orari dei Campionati del Mondo 2026 avremo almeno un aspetto positivo da rimarcare, ma noi italiani – in verità – non siamo affatto sicuri di partecipare con la Nazionale “gattusiana” chiamata a fare un’impresa già a partire dai due incontri in calendario nella prima decade di settembre.
Partecipazione, oh cara!

C’è poi l’aspetto delle assenze di squadre top presenti alla… Kermesse americana. Si è scelto infatti di utilizzare il ranking Uefa per le europee (Conmebol per le altre) degli ultimi quattro anni – 2020/2024 – con due società per Nazione escludendo così, per citare solo 3 casi, i campioni di Paesi come la Spagna (Barcellona), Inghilterra (Liverpool) e pure Italia (Napoli). Se consideriamo che della Premier League – il campionato più seguito al mondo – hanno partecipato City e Chelsea, è chiaro come il livello delle partecipanti sia molto relativo. Ma la competizione ha avuto una copertura mediatica globale e decine di sponsor plurimilionari. Tanto basta al Sistema Calcio che si è ormai delineato con il business e il marketing primi valori da soddisfare, l’aspetto tecnico ad arrancare nelle retrovie.
Mondiale per Club le sorprese

Abbiamo così visto il 38enne Messi stagliarsi nell’attacco dell’Inter Miami, i 40enni Thiago Silva e Sergio Ramos guidare le difese di Fluminense e Monterrey. L’età media delle rose dei 32 team in lizza era superiore ai 26 anni con il solo Salisburgo, peraltro uscito subito, sotto i 24 anni. Sul podio fra le più giovani il City (24.3) e la Juve (24.5), uscite però agli ottavi. Quindi poche novità anche sotto l’aspetto anagrafico.
La finale

Domenica prossima 13 luglio si giocherà la finale, poi il calcio andrà davvero in vacanza, ma con alcune squadre paradossalmente già in ritiro per la prossima stagione, il Milan addirittura da lunedì 7. Il sipario della stagione 2024/25 si chiude comunque con un mese di giugno che certifica la crisi dell’italico calcio: dopo il disastro interista di Monaco (5-0 dal Psg nella finale del 30 maggio), la catastrofe azzurra di Oslo (3-0 dalla Norvegia) ecco la coda americananella quale i nostri club restano inchiodati ai propri limiti senza riportarsi a casa nelle valige nulla di importante a parte una cinquantina di milioni di euro.
Che serviranno nei meandri del calciomercato ufficialmente appena iniziato (o forse mai finito), ma che non assicurano affatto di poter costruire squadre competitive, anzi: il flop di Giuntoli dell’estate scorsa con gli acquisti milionari di Douglas Luiz, Koop e Nico (semplici comparse bianconere in questa Kermesse per club) la dice lunga in proposito.
Per finire un’ultima considerazione: se questo Mondiale è la cartina di tornasole di un’eventuale SuperLega in salsa europea, meglio davvero lasciar perdere per non scadere nell’ennesima farsa commerciale.
