Un’inattesa rivisitazione in chiave noir dell’opera di Goldoni è quella che ha preso vita al Teatro Ivan Zajc di Fiume con “La Moglie Saggia”, spettacolo diretto dal padovano Giorgio Sangati. Il progetto, nato da una collaborazione internazionale tra la Fondazione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale e il Teatro Nazionale Croato di Fiume – HNK Rijeka, ha debuttato il 1° febbraio 2025, registrando il tutto esaurito fino al 5 febbraio. Un successo che ha visto una forte affluenza del pubblico, con una rilevante presenza della comunità italiana di Fiume.
La serata dedicata a Goldoni

La serata ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali, tra cui la Console Generale a Fiume Iva Palmieri, la Sovrintendente del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc Dubravka Vrgoč, e la direttrice generale del Teatro Stabile del Veneto Claudia Marcolin. Tra gli ospiti anche Marin Corva, Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, il Direttore artistico del Dramma Italiano Mirko Soldano e rappresentanti dell’Ambasciata Italiana in Croazia e dell’ICE-Agenzia.
Il Teatro Ivan Zajc, un punto di riferimento della tradizione teatrale goldoniana nel Quarnero, ha accolto questo spettacolo che mescola brillantemente la violenza e l’individualismo, tipici della commedia e della tragedia. La storia si sviluppa attorno alla figura del conte Ottavio, innamorato della marchesa Beatrice e intenzionato a liberarsi della moglie Rosaura, figlia del mercante Pantalone. Ma Rosaura, grazie alla sua intelligenza e astuzia, non si arrenderà facilmente e utilizzerà il teatro come strumento per difendersi.
La moglie saggia

“La Moglie saggia” è un’opera teatrale scritta da Carlo Goldoni e rappresentata per la prima volta a Venezia durante il Carnevale del 1752. L’opera, si presenta come un thriller psicologico che anticipa temi che troveranno poi espressione nelle opere di autori come Ibsen, ma che non perde il legame con le tradizioni della commedia. In questo spettacolo, i momenti più leggeri e comici, come le vicende dei servi, si intrecciano sapientemente con il dramma psicologico, creando un’opera corale che riflette la complessità dei rapporti umani.
Scrive Goldoni nella prefazione per l’edizione a stampa: Gran disgrazia è per una Moglie l’avere un Marito disordinato, ma questa disgrazia suol divenire ancora maggiore, quando manca nella Consorte quella prudenza, che in simili casi è necessarissima. La gelosia, i rimproveri, le invettive non fanno che indispettire ed irritare gli animi maggiormente, e in luogo di movere a compassione, non inspirano che odio ed ostinatezza. Non è che una donna onorata, e molto meno una dama, abbia da tollerare tranquillamente i torti che dal marito gli vengon fatti […], ma s’ei non ama la Moglie, ed è da qualche altra passion prevenuto, convien che la donna conservi l’affetto, ed adoperi la prudenza.
Questa è quella virtù che costituisce la Moglie Saggia, questa è quella virtù di cui ho arricchita la mia Rosaura, per esempio delle donne prudenti e per conforto delle misere tribolate. Questa Commedia sarebbe una lezione troppo morale per un Teatro, se non fosse adornata di un competente ridicolo. Gli scrocchi formano un episodio altrettanto vero, quanto giocoso, e i servi, nell’atto che contribuiscono all’intreccio ed alla catastrofe della rappresentazione, divertono l’uditore, e conservano il loro proprio carattere.
Un Goldoni moderno

Secondo le parole di Giorgio Sangati, il regista, “La Moglie Saggia” rappresenta “un passo significativo verso il dramma moderno e i suoi labirinti interiori”. È un’opera che mescola horror e thriller psicologico, anticipando il dramma moderno con una forte componente di critica sociale, raccontando di un mondo violento e individualista.
Il cast, è composto da Camilla Semino Favro (Rosaura), Ivan Alovisio (Ottavio), Olga Rossi (Beatrice), e altri talentuosi interpreti, ha saputo portare in scena un’esperienza di stretta collaborazione tra il Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Nazionale Croato. La scenografia, creata da Marco Rossi e Francesca Sgariboldi, e i costumi di Manuela Paladin, con luci di Dalibor Fugošić e musiche di Giovanni Frison, hanno dato vita a un ambiente teatrale denso e suggestivo, che ha saputo trasformare il palcoscenico in una vera e propria trappola psicologica.
Goldoni e la musica della rappresentazione

I costumi, curati nei minimi dettagli, non si limitano a una semplice riproduzione storica, ma diventano strumenti espressivi di fondamentale importanza. Ogni tessuto, ogni linea, ogni sfumatura racconta qualcosa di più del personaggio che li indossa: la sofisticata austerità “rosa cipria” di Rosaura si contrappone all’opulenza frivola e psicopatica, grigio-nera, della marchesa Beatrice. Il conte Ottavio indossa abiti che rivelano non solo il suo status, ma anche la sua fragilità interiore. E poi, c’è l’esplosione di colori e luccichii nei vestiti dei servitori, dei scrocchi e di Pantalone, il padre della protagonista, avvolto nel sanguigno rosso della sua lunga giacca, simbolo delle sue ansie e dell’amore per la figlia.
La musica, evocativa e precisa (tratta dal “Trillo del Diavolo” di Giuseppe Tartini), si fa spesso protagonista, esaltando le tensioni drammatiche e i momenti di leggerezza con un perfetto equilibrio. Non è semplicemente un accompagnamento, ma una vera e propria colonna sonora che amplifica le emozioni e scandisce il ritmo della narrazione.
Il successo

Il successo della prima è solo l’inizio di una lunga tournée: dopo le tappe a Fiume, lo spettacolo continuerà il suo percorso nelle città istriane di Pola e Pirano, per approdare infine a Venezia dal 14 al 16 febbraio, la culla naturale del Teatro Goldoni, per poi chiudere la tournée a Padova, al Teatro Verdi, dal 19 al 23 febbraio.
Un’opera che, pur mantenendo la tradizione di Goldoni, si propone come un’innovativa riflessione sul teatro e sulle dinamiche relazionali, con una visione che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
Presentazione esaustiva ed invitante.