C’è un veneziano a Parigi che da oltre venti anni vive nelle acque della Senna, senza mai dimenticare i colori della sua laguna e dei canali.
Si chiama Piero Macola, 48 anni, famoso in Francia, dove collabora con l’editore Futuropolis. Lavora a mano su carta e acquerelli. É parente del celebre (anche in Francia) Guido Crepax (Milano 1933-2003), quello per intenderci di Valentina. L’eroina sexy, nata dalla sua fantasia, non solo onirica, che dal 1965, ha contagiato gli amanti dei fumetti, dagli Stati Uniti al Giappone, passando soprattutto per l’Europa. Valentina, doverosamente in bianco e nero, è ancora oggi una icona letteraria del fumetto mondiale. Eros e misteri saggiamente mescolati.
A parte la parentela (anche Crepax, sebbene milanese, aveva origini veneziane) i due disegnatori-fumettisti, sono diversissimi tra loro. Con Valentina, Crepax puntava al corpo dei personaggi, agli intrighi glamour, alle tavole complesse, cinematografiche, mentre “il nipote” Piero Macola, paesaggi e silenzi, soprattutto lagunari, fanno sentire – come scrive Caterina Grimaldi – “il rumore del mondo” con i toni morbidi degli acquerelli. Il tutto a colori tenui.
Cosa accomuna Crepax e Macola, nonostante la grande differenza grafica e di età?
Soprattutto hanno girato la laguna veneziana in barca fin da piccoli. Certe sensazioni ed esperienze rimangono. Il fumetto “Le passeur de lagunes” del 2023, per i tipi della Coconino Press, narra la storia di un ragazzo veneziano, Paolo, che in barchino, va alla ricerca tra ghebi e barene, del padre misteriosamente scomparso. Una trama tra il romanzo di formazione e il noir, abbinata alla meticolosa conoscenza (quasi scientifica direi) dei luoghi più segreti della laguna, nord e sud. Come Valle Zappa, Buel de Lovo, oppure le piccole e storiche isolette lagunari, ex conventi convertiti da Napoleone in polveriere militari, oggi in deprimente stato di abbandono. Come Santo Spirito o Madonna del Monte, tanto per fare due esempi.
Piero Macola, parigino dal 2002, ha pubblicato i fumetti “Gli indesiderati”, “Fuori bordo” e “Sola andata” (Oblomov e Coconino Press). Suo il reportage a fumetti “L’aria dei canali” per la Revue Dessinée.
Chiediamo al fumettista e scrittore, qual è il principale fastidio che lo assale quando torna nella sua città d’origine.

“A dire il vero, la cosa che mi dà più fastidio è la differenza di luce con Parigi, sempre grigia e tetra, mentre a Venezia, soprattutto quando si vedono le montagne, la differenza climatica si tocca con le mani”.
È il turismo di massa?
“Cerco di frequentare i luoghi meno diffusi, non mi crea disagio, come vedo, subiscono quotidianamente i residenti. Direi che c’è di peggio, come l’inquinamento”.
Posti magici lagunari?

“Nella laguna nord, quando si lasciano i colori di Burano, c’è un canale per raggiungere il Sile e arrivare fino a Treviso. Dopo la Cura e Sant’Arian, per intenderci. Ecco lì è poesia pura. Ma anche l’isola di Poveglia, nella laguna nord mi intriga, con i suoi misteri e la sua solitudine. È triste vederla ridotta così”.
E come si muove quando torna in laguna?

“Ho la fortuna di avere una topetta in legno, costruita alla Certosa, é dei miei genitori che hanno l’opportunità di avere la riva in casa”.
Progetti per il futuro?
“Sto lavorando assieme Christophe Dabitch, su una lunga storia ambientata in Patagonia”.
Per chi volesse appronfondire la conoscenza di Piero Macola, fino al 3 novembre prossimo, nello spazio espositivo di Palazzo Loredan in campo Santo Stefano, sede dell’Istituto Veneto di lettere scienze ed arti, c’è da ammirare la mostra “Lagune, Guido Crepax e Piero Macola, una saga familiare a fumetti”.
“T’insegnerò tutti i canali, tutti i passaggi, tutte le isole”, dice senza falsa modestia, il sottotitolo della mostra.