“Il Piano di Disinquinamento del Bacino Scolante della Laguna di Venezia e di Chioggia, approvato dalla Regione Veneto e dal Comitatone nel 2000 – spiega Andrea Razzini, direttore generale di Veritas – è stato attuato per quasi l’80% e non manca molto al suo completamento. È invece una novità dalla portata storica lo sviluppo dei collegamenti fognari della città storica di Venezia con i grandi depuratori. Il progetto è stato varato dal Comune di Venezia e dal Consiglio di Bacino “laguna di Venezia”, ed ha potuto contare su fondi stanziati dal Ministero dell’Ambiente. È chiaro che dotare di fognature Venezia è un fatto di rilevanza assoluta e si interseca con le politiche di salvaguardia e di manutenzione della città e della laguna.
È necessario un responsabile aiuto di tutti gli Enti territoriali per assicurare nel tempo queste ingenti risorse poiché per la realizzazione di queste opere ci vorrà oltre un decennio. Sia il Comune di Venezia che la Regione Veneto hanno potuto stanziare i rispettivi finanziamenti di legge speciale per le fognature e per la depurazione, secondo le pianificazioni possibili, ma ora che la legge Speciale ha esaurito i propri fondi, la necessità di rifinanziamento sorge ancora più impellente. Nuove normative, infatti, aggiungeranno necessità ulteriori di opere e di tecnologie per aumentare il livello di depurazione richiesto.”
In uno scenario di crisi idrica, è strategico anche il riuso delle acque reflue: di quali interventi necessità il PIF (Progetto Integrato Fusina), già in fase di realizzazione a Porto Marghera?

“Ovviamente le iniziative sono sempre ostacolate dalle necessità di superare ostacoli burocratici e normativi, anch’essi nuovi, e talvolta anche la diffidenza dell’uomo. È un fatto che l’acqua depurata, rispettosa di normative severe, sia di migliore qualità rispetto a quella delle acque superficiali presenti nella pianura Padana e praticamente in ogni fiume noto. Ma questa notizia non basta, ora ci sono normative di emanazione europea che hanno fissato standard appositi. In ogni caso per il Progetto Integrato Fusina e anche per le acque del nostro depuratore di Campalto, esistono progetti per il reimpiego nell’industria e in agricoltura”.
“Non dovrebbe mancare molto a questo risultato, molto rilevante dal punto di vista ambientale, anche se servirà l’impegno di molte persone e di molti enti perché ciò avvenga concretamente, a partire dal consorzio di bonifica che è quello che si occupa direttamente di sicurezza idraulica e di gestione di acque superficiali per l’agricoltura.

Come accennato, se il tema qualitativo può essere presto risolto, resterà il tema quantitativo perché come si sa, nel nostro territorio, l’uso (e quindi il riuso) dell’acqua potabile in agricoltura potrà soddisfare solo il 5-8% delle necessità agricole (che impiegano più del 50-60 % dell’uso della risorsa idrica). Anche qui occorre completare il PIF e il vallone Moranzani –green belt per le città di terraferma; al PIF mancano solo 10 milioni di euro di investimenti. Poi servirà una gestione integrata delle reti idrauliche realizzate a porto Marghera per consentire un perfetto riutilizzo dell’acqua depurata e una gestione di area ecologicamente attrezzata ad una delle zone industriali costiere più grandi del Mediterraneo e d’Europa”.
Nel Veneto ogni anno vengono prodotti dagli scarichi delle nostre fognature 250mila tonnellate di fanghi da depurazione “tal quali”. Qual è la strategia più efficace per una migliore valorizzazione dei fanghi urbani?

“In realtà una strategia non c’è ancora, almeno nel vero senso della parola. Le norme generali indirizzano verso una riduzione dell’impiego dei fanghi da depurazione in agricoltura. Anzi, nel prossimo futuro, la ricerca e il contrasto alla presenza di inquinanti emergenti (pfas, anticrittogamici, medicinali, eccetera) oltre a vedere un investimento imponente e crescente per ricercare e estrarre questi inquinanti, ridurrà al minimo tale pratica. La riduzione volumetrica dei fanghi e il loro essiccamento saranno presto la realtà da dove cominciare la valorizzazione e lo smaltimento: attualmente anche l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) ritiene che la termovalorizzazione sia una strada sicura, già del resto intrapresa da diversi Paesi, tra i quali la Svizzera”.
“Come molti sanno in Italia e nel nostro territorio,invece, sussiste una profonda diffidenza per non dire contrarietà a questi impianti, e dunque da più parti si indica la discarica come migliore precauzione per mettere a dimora i fanghi da depurazione civile. Da qui l’assenza di una strategia, il fango da depurazione civile in questo caso necessita di discariche – almeno per un lungo periodo transitorio – che non sembrano esserci. Tanto per dire, anche il sistema tariffario del servizio idrico integrato in questo caso segna il passo, poiché penalizza il gestore che usa la discarica per questa messa a dimora, mentre ne valorizzerebbe un recupero energetico o un riuso (praticamente poco possibili nel territorio veneziano), favorendone l’esportazione altrove, con ulteriore pesante costo ambientale”.
In quest’ottica di trasformazione del sistema di fognature e disinquinamento in chiave di economia circolare, come deve cambiare la mentalità dei cittadini? Quali i pregiudizi da superare?

“Difficile rispondere a questa domanda. I pregiudizi si basano spesso sull’ignoranza, e l’ignoranza si combatte solo con la scienza e il sapere. La partecipazione e l’informazione per i problemi ambientali presuppone applicazione e anche l’adozione di un certo senso di responsabilità; diciamo che questo meccanismo non sembra essere patrimonio generalizzato. Pregiudizi e sfiducia viceversa sembrano circolare abbastanza largamente. Tuttavia, nel nostro territorio disponiamo di persone competenti proprio presso gli Enti di controllo e le istituzioni scientifiche, confidiamo molto che anche chi deve decidere politicamente sappia bene quali siano i problemi che abbiamo davanti, che in realtà sono sfide ambientali, e possa fare i necessari passi per affrontarle con successo. Come forse abbiamo potuto vedere, almeno per il settore dei rifiuti urbani ad esempio e disinquinamento e fognature lo dimostreranno”.