Carlo Rampazzo, 22 anni di Padova, è diventato pilota di mongolfiera, passione che nutre fin da piccolo, ed è il terzo pilota veneto nonché il più giovane ad aver conseguito il brevetto. Fa parte come insegnante della SkyUp Academy e oggi si confida con http://www.enordest.it sulla sua grande passione.
Carlo Rampazzo, com’è nata la sua passione per il volo in mongolfiera?

“È nata quasi per caso. Una mattina, tanti anni fa, una mongolfiera è atterrata vicino a casa mia. Sono rimasto subito colpito da questo enorme pallone colorato che volava nel cielo. Una volta atterrata, mi sono avvicinato per osservarla meglio e ho avuto modo di parlare con il pilota che si trovava nella cesta. Gli ho fatto qualche domanda, incuriosito, e da quel momento è iniziato tutto”.
Per lei è solo una passione o qualcosa di più?
“Per me è una passione che sta diventando, passo dopo passo, una vera e propria professione. All’estero, durante il periodo estivo, si tengono molte gare di mongolfiera: per alcuni è considerato addirittura uno sport. In Italia ci sono già diversi piloti professionisti, e anche io sto seguendo quella strada. Certo, pratico anche altri sport: gioco a hockey su prato a livello agonistico con il CSP San Giorgio. Sono due attività completamente diverse, ed è proprio questo che mi affascina: regalano emozioni profondamente differenti”.
Carlo Rampazzo, ricorda il suo primo volo?

“Assolutamente sì. Avevo sei anni e ho volato per la prima volta durante un raduno di mongolfiere a Eraclea Mare. Fin da subito ho provato una sensazione di libertà incredibile e altre emozioni che ancora oggi faccio fatica a descrivere… ma che ogni volta, ogni volo, si ripresentano. È passato ormai un anno da quando volo in autonomia. Ho accumulato un centinaio di ore di esperienza e grazie a queste ho ottenuto la licenza di pilota commerciale, che mi permette di portare passeggeri a bordo. Il mio obiettivo è far vivere anche a loro, in volo, quelle emozioni uniche che solo il distacco da terra può dare”.
Carlo Rampazzo, che percorso ha seguito per ottenere la licenza?

“Serve un corso teorico e pratico presso una scuola di volo. Io ho scelto Reggio Emilia, dove ho incontrato persone che ho conosciuto negli anni e che hanno sempre dimostrato grande professionalità. Durante il corso si studiano materie fondamentali come meteorologia, comunicazione e regolamentazione aeronautica. Dopo l’esame teorico, si devono fare almeno 20 ore di volo con istruttore, poi si accede all’esame pratico. Una volta superato, si inizia a volare da soli e a fare esperienza sul campo. Incontro anche molte persone che hanno paura di volare in mongolfiera: capisco chi è titubante, magari per via delle vertigini o perché immagina il volo in mongolfiera come un’esperienza adrenalinica. Ma la verità è che in volo non si soffrono le vertigini, e l’esperienza è tutt’altro che frenetica: è silenziosa, dolce, quasi meditativa. Invito tutti a provarla almeno una volta. Oggi collaboro con i miei ex istruttori che, oltre a dirigere la scuola di volo, hanno una società chiamata “Volare in mongolfiera”. Ci occupiamo di voli turistici e di altre attività legate a questo mondo affascinante. Al momento lavoriamo soprattutto con clientela italiana, ma contiamo presto di rivolgerci anche ai turisti stranieri che soggiornano tra Venezia, Abano Terme, Conegliano e altre località della zona”.
Un’ultima domanda: che cosa rappresenta per lei la mongolfiera?

“Prima di tutto è una passione, ma oggi sta diventando una strada di vita. Ogni volo è un’avventura nuova e una possibilità di condivisione. Far volare gli altri, oltre che me stesso, è il modo più bello che ho trovato per restare con i piedi per aria”.