Sandra Petrignani, nei suoi libri, ha spesso indagato e raccontato le vite degli altri, muovendosi tra due territori, il romanzo e la biografia, raccontando non solo persone, ma anche luoghi. Pensiamo per esempio alla Roma degli anni Sessanta nel libro Addio a Roma (Vicenza, Neri Pozza, 2012) oppure le case delle sue amate autrici nel libro La scrittrice abita qui (Vicenza, Neri Pozza, 2002), così come in Corsara, dove la protagonista è Natalia Ginzburg, di cui ripercorre la vita e l’opera. La sua fatica più recente, invece, ha spostato l’attenzione narrativa verso di sé: si tratta infatti di una narrazione autobiografica che però come focus ha scelto un aspetto particolare della sua esistenza: gli animali che le sono stati accanto, galline, gatti, ma soprattutto cani. Da qualche mese è infatti uscito per i tipi di Feltrinelli Autobiografia dei miei cani, presenze costanti che hanno accompagnato le sue vicende, i suoi numerosi amori, i tanti traslochi, i tre matrimoni e molto altro.
Un’autobiografia in viaggio tra diverse regioni
Sandra Petrignani si racconta attraversando la seconda metà del Novecento e i primi decenni di questo secolo, tra Piacenza, dove è nata, Roma dove ha vissuto a lungo e tutt’ora ritorna, e l’Umbria dove ha scelto di trasferirsi per allontanarsi dalla città.
Racconta la sua infanzia trascorsa con l’amichetta Wendy in un giardino ricco di meraviglie e di libertà, la giovinezza che ha attraversato la contestazione studentesca del Sessantotto e poi il femminismo con la fondamentale esperienza dell’autocoscienza, gli anni universitari a Bologna, il Dams con Umberto Eco, l’incontro con Francesco Guccini in un’osteria, ma anche Trastevere: la musica, il teatro, i cineclub che negli anni Settanta hanno segnato la crescita di una generazione di intellettuali.
Un amico scrittore
In alcuni brevi capitoli s’insinua una figura importante: un amico scrittore con il quale l’autrice, dialogando, riflette sulla scrittura e anche sui confini dell’autobiografia, così come sull’importanza delle parole, sul loro significato più profondo. Questo amico che le fa conoscere Thomas Bernhard e quello che era il suo senso da dare alla scrittura «Non l’intelligenza […] che si trasmette sulla carta, ma […] l’assurdità, l’inettitudine, l’abiezione» (da Partita a carte, citato a pag. 139), perché, le dice, «Così è la letteratura: è riuscire a non camminare nella propria ombra, ma staccarsene, contemplarla da distanze infinite».
Un amico scrittore che diventa, nella finzione, un’esigenza narrativa, perché come scrive Petrignani «non c’è verità nei ricordi, ma – come sempre – mistificazione» (p. 14) fino a guardare al proprio passato con la sensazione che la vita vissuta sia appartenuta a un’altra (p. 64) e domandarsi continuamente se scrivendo di sé si possa o si debba rimanere fedeli al vero oppure no. Tanto che nell’avviso ai lettori che apre il libro l’autrice scrive «Tutto è vero e tutto è falso. Realtà e immaginazione si sono intrecciate in modo inestricabile», a cominciare dai nomi dei protagonisti, umani e animali, che in alcuni casi sono stati modificati.
Un’autobiografia che tira i fili della memoria
La narrazione procede per rimandi e ritorni, seguendo il filo della memoria che ricostruisce situazioni, persone, case, oggetti con sguardo affettuoso, delicato e preciso. Ma uno spazio particolare è dedicato, ovviamente, proprio ai compagni più costanti e presenti nella sua vita. I molti cani che le sono stati vicino, regalati o raccolti per strada. Salvati da un destino che poteva essere tragico, anche se la tragedia, alla fine, comparirà con tutto il suo carico di dolore.
In questo libro molti di quelli che sono nati negli anni Cinquanta si ritroveranno. Rivivranno i fermenti, gli entusiasmi e le illusioni che hanno riempito la loro giovinezza e, negli anni a seguire, anche i cambiamenti della piena maturità.
L’autrice sarà a CartaCarbone Festival, Treviso, per presentare il libro, oggi domenica 27 ottobre, ore 17.15, Sala Rosso Coletti (Santa Caterina)
L’autrice
Sandra Petrignani è nata a Piacenza. Ha lavorato al quotidiano “Il Messaggero” e poi al settimanale “Panorama”. Tra i suoi numerosi libri: Navigazioni di Circe, La scrittrice abita qui, Dolorose considerazioni del cuore, Marguerite, Addio a Roma e La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, in cinquina al premio Strega. I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Giappone, Polonia, Svezia, Romania, Slovenia e Serbia. Vive a Roma, con lunghi soggiorni in una casa nella campagna umbra, non lontana da Amelia, zona d’origine del padre. Ha quattro cani.
Sandra Petrignani, Autobiografia dei miei cani, Milano, Felrinelli, 2024.