Piazza Marconi a San Martino di Colle Umberto, a pochi metri dalla casa natale del celebre ciclista Ottavio Bottecchia e dal Museo Ottavio Bottecchia, farà da cornice venerdì 19 luglio alla prima assoluta di “Maglia gialla”. L’incredibile storia di Ottavio Bottecchia”, spettacolo teatrale voluto dalla Pro Loco di Colle Umberto e ideato dal Centro Teatrale Da Ponte di Vittorio Veneto. L’appuntamento, con ingresso libero, è alle 20.30. In caso di maltempo, lo spettacolo sarà rinviato al giorno dopo, 20 luglio, sempre in piazza Marconi.
Maglia gialla rientra nei programmi per celebrare il centenario della prima vittoria di Ottavio Bottecchia al tour

“Maglia gialla. L’incredibile storia di Ottavio Bottecchia” rientra nel ricco programma di eventi ideati dalla Pro Loco di Colle Umberto per celebrare il centenario della prima vittoria al Tour de France del concittadino Bottecchia, primo italiano ad indossare la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa, primo ed unico a vincere due Tour consecutivamente (sua anche la vittoria del 1925). Un anno di celebrazioni che ha preso avvio a febbraio con l’inaugurazione del Museo Ottavio Bottecchia. Ora questo importante omaggio culturale.
Tiziana Gottardi: “Bottecchia come atleta, soldato e generoso essere umano”

“Un anno e mezzo fa abbiamo contattato il Centro Teatrale Da Ponte, realtà con cui avevamo già collaborato, chiedendo loro di costruirci uno spettacolo su misura su Ottavio Bottecchia. Fin da subito, Edoardo Fainello e i suoi collaboratori si sono presi a cuore questo progetto, dalla scrittura dello spettacolo alla sua scenografia, progetto che ha come obiettivo far conoscere il mito di Bottecchia nella sua interezza, come atleta, come valoroso soldato e come generoso essere umano” ripercorre Tiziana Gottardi, presidente della Pro Loco di Colle Umberto.
Una data non scelta a caso: 100 anni fa vinse il primo Tour

Così è nato “Maglia gialla. L’incredibile storia di Ottavio Bottecchia”, spettacolo scritto da Edoardo Fainello, della durata di 70 minuti e adatto ad un pubblico variegato, dunque dai bambini agli adulti. A due passi dalla casa natale di Bottecchia e dal museo a lui dedicato e ospitato nell’antica mola della frazione, la prima assoluta. La data scelta per questa prima non è stata un caso: «Il 20 luglio 1924 – ricorda Gottardi –, Bottecchia vinceva il suo primo Tour de France. La nostra volontà è che questo spettacolo, che rende il centenario culturalmente di valore, sia itinerante, senza limiti geografici, per far conoscere il personaggio e il mito di Bottecchia a tutti”.
Il sindaco di Colle Umberto: “mi auguro che maglia gialla faccia conoscere la storia del nostro campione”

“Maglia gialla. L’incredibile storia di Ottavio Bottecchia” è patrocinato dal Comune di Colle Umberto, con il quale la Pro Loco ha condiviso in questi mesi le progettualità per il centenario di Bottecchia. «Un plauso alla Pro Loco che continua a portare avanti queste progettualità. Auspico – afferma il sindaco di Colle Umberto, Sebastiano Coletti – che questo spettacolo teatrale possa girare fuori dai confini comunali per far conoscere la storia e le gesta del nostro campione. Un plauso anche al Centro Teatrale Da Ponte che ha accolto questa proposta ed ha valorizzato con questa opera Bottecchia”.
“Maglia gialla” è interpretata da Silvio Pasqualetto

“Maglia gialla. L’incredibile storia di Ottavio Bottecchia” è una produzione del Centro Teatrale Da Ponte. Autore è Edoardo Fainello, mentre la regia è affidata a Filippo Fossa; interpreta Bottecchia Silvio Pasqualetto. Le musiche sono di Edoardo Fainello e i costumi di Elena Gray. «Per questo spettacolo – spiega l’autore – ho voluto esplorare il Bottecchia uomo, concentrandosi molto sul suo essere persona che dal niente e con tanto sudore ha ottenuto importanti risultati.
Poi ho costruito una storia attorno al ciclismo: molto spesso ci si dimentica che non è il calcio, bensì il ciclismo il nostro sport nazionale, per cui mi piaceva ricordare alle generazioni più giovani l’importanza avuta dal ciclismo nella nostra storia. Narro nello spettacolo del periodo della Prima Guerra Mondiale quando Ottavio si ritrovò a prestare servizio in bicicletta, del binomio bici-Ottavio, poi delle sue grandi gesta e opere, ma non è una narrazione documentaristica, bensì basata sulle sensazioni, sulle piccole storie, i dettagli, il suo legame con la famiglia, con la moglie, con quella figlia persa appena nata, dunque una narrazione dal punto di vista umano”.