Il primo concerto a Vicenza, al teatro Olimpico, 65 anni fa. E per spegnere le 65 candeline, si torna all’Olimpico. Un cerchio si chiude? Piuttosto una storia che continua nel solco del virtuosismo. Parliamo dell’orchestra d’archi più longeva al mondo: I Solisti Veneti. Fondata a Padova nel 1959 da Claudio Scimone che ne è stato il direttore per tutta la vita. Il primo concerto dei Solisti Veneti si tenne infatti il 26 ottobre 1959 al Teatro Olimpico di Vicenza. 65 anni dopo si torna all’Olimpico per il concerto “Celebrazione Ufficiale del 65.mo Anniversario” che si terrà il prossimo 26 giugno, alle ore 21.
Oggi alla guida di Giuliano Carella


“Dirigere in questo miracolo di bellezza -commenta il Maestro Giuliano Carella, da anni ormai alla guida dell’orchestra d’archi più longeva al mondo- e di mirabile acustica, che è il Teatro Olimpico di Vicenza, è sempre qualcosa di profondamente emozionante. Se poi è anche l’occasione di celebrare il 65.esimo anniversario de “I Solisti Veneti”, che da questo palco sono partiti nel 1959 per il loro straordinario viaggio artistico intorno al mondo, allora questo sentire diventa veramente essenza di tutta una vita. Vivaldi, Bach, Corelli sono i Grandi che hanno accompagnato questo viaggio e che anche questa sera ci guideranno, insieme ad Ottorino Respighi, nel nostro cammino verso l’Arte, verso la Cultura, verso la Pace. In una celebrazione che vuole essere non solo sguardo ammirato e riconoscente verso il passato ma anche, e forse soprattutto, slancio entusiasta verso nuovi traguardi.”
Il presente a Vicenza


Spiega la musicologa Vincenza Caserta: “La continuità tra passato e presente è più che mai viva nel percorso dei Solisti Veneti ed oggi la guida del Maestro Giuliano Carella rafforza l’iter tracciato dal Maestro Claudio Scimone”. Un tuffo nel passato per approdare al futuro, questa parabola tracciata da Scimone , ereditata e sostenuta da Carella, troverà al Teatro Olimpico il suo perfetto genius loci, unendo affezione e memoria a entusiasmo e futuro, con un unico grande denominatore: il virtuosismo.
Il concorso internazionale che premia i giovani


Prova ne siano i due solisti ospiti della serata: Giuseppe e Annastella Gibboni. Due fratelli uniti dalla stessa passione: la musica e il violino. Due talenti: Giuseppe Gibboni è il vincitore del Premio Scimone e del Premio Paganini 2021. Un 2021 veramente d’oro per il giovane Gibboni che si conquista sia il Premio del Concorso Internazionale dedicato al padre fondatore dei Solisti Veneti che il celebre e prestigioso Premio Paganini da lungo tempo non aggiudicato a un italiano. Mentre la sorella, Annastella Gibboni, nel 2023 ha vinto il Concorso Internazionale Claudio Scimone, portandosi a casa l’ambitissimo Premio Scimone-Pancolini 2023.
A Vicenza per festeggiare i 65 anni di vita


Non è un caso che si siano scelti per impaginare il concerto per la celebrazione del 65esimo anniversario dell’orchestra. Tradizione vuole che i giovani siano sempre stati motivo di grande attenzione e di sostegno da parte di Claudio Scimone, per anni alla guida del conservatorio patavino e che portò per primo la musica nelle scuole, istituì masterclass per promuovere i giovani talenti e sempre si spese per una musica accessibile che coinvolgesse i giovani: musicisti o semplici auditori. È curioso segnalare che i due fratelli Gibboni, nonostante il legame familiare e musicale che li lega, non si siano mai più esibiti assieme dai tempi dei loro concerti in età adolescenziale, proprio a causa delle loro carriere iniziate precocemente data la loro straordinaria bravura e il loro altissimo virtuosismo.
Bach e Vivaldi protagonisti del concerto a Vicenza

Un programma raffinato quello proposto dall’orchestra per l’occasione, con Bach che guarda a Vivaldi esattamente come accadde nel passato. Tra la fine del 1600 e la metà del 1700, Johann Sebastian Bach e Antonio Vivaldi (con Domenico Scarlatti) furono i massimi esponenti della musica barocca. È nota l’ammirazione che Johann Sebastian Bach avesse del più celebre Vivaldi. Al punto che ne chiedeva sempre una copia degli spartiti a chi andasse in Italia. La sua ammirazione per il grande esponente della scuola veneziana era tale che ne riarrangiò anche diverse opere.
Nel cuore della Germania luterana invece, J.S. Bach, viveva nel suo piccolo mondo di provincia (che non comprendeva fino in fondo il suo genio), componendo esclusivamente per le celebrazioni liturgiche. Ebbe una esistenza senza grandi successi. Sebbene la sua armonia sia ritenuta la più alta che un uomo possa pensare, per Charles Mingus è stata la musica più difficile mai scritta. All’epoca soltanto in pochi lo ammirarono e solo alcuni decenni successivi, tra cui Mozart. Di Bach ascolteremo invece: Concerto in re minore BWV 1043 per due violini, archi e basso continuo.
Nel programma anche Corelli e Respighi

Il concerto prevede anche pagine musicali di Corelli e Respighi. Arcangelo Corelli è stato un compositore e violinista italiano del periodo barocco. Si formò a Bologna e Roma, e in questa città sviluppò gran parte della sua carriera, grazie anche alla protezione di grandi mecenati aristocratici ed ecclesiastici. Mentre Ottorino Respighi, fu compositore del Novecento piuttosto eclettico, nel quale sono ravvisabili influenze francesi, russe e tedesche. La sua trascrizione per orchestra d’archi delle “Antiche arie e danze per liuto” è un alto esempio di orchestrazione moderna e raffinata di melodie, a volte soavi, a volte struggenti, ereditate dai secoli lontani ma ricchi di musica non scritta quasi completamente dispersa. La Terza Suite dalle “Antiche arei e danze” è stata una delle opere che maggiormente hanno contraddistinto la qualità e la potenza del suono de “I Solisti Veneti” durante la loro lunga storia.