Le piogge abbondanti verificatesi tra maggio e giugno hanno scongiurato il fantasma di una siccità grave come quella dell’anno scorso. Tuttavia, qualche problema l’hanno creato ai raccolti di grano, che ha sofferto per l’eccesso di umidità e per alcune grandinate. Migliore, invece, sembra essere la situazione attuale per mais e soia, anche se l’estate è agli esordi ed è troppo presto per fare previsioni attendibili.
Oltre che con gli effetti del meteo, l’agricoltura veneziana deve fare i conti anche con l’aumento dei costi di produzione e il crollo del prezzi, che contribuiscono, anche a livello nazionale, ad un calo complessivo di produzione e occupazione.
Grano, Venezia al terzo posto in Veneto e aumento di 2 mila ettari tra 2021 e 2022
Tra il 2021 ed il 2022 nel territorio della provincia di Venezia, si è registrato un aumento di quasi 2 mila ettari della superficie investita a grano, che è passata rispettivamente da 17.394 a 19.205. Questo colloca la nostra provincia al terzo posto in Veneto per coltivazione di grano, come confermato dai dati Istat. Molti agricoltori, infatti, avevano optato per la coltivazione di grano al posto del mais (che soffre molto la mancanza d’acqua), preoccupati che si ripetesse la pesante siccità dell’anno scorso. Tale scelta di sostituzione colturale è stata adottata in tutta la provincia ed in special modo nei territori come quello di Chioggia, che continua a subire le pesanti conseguenze della risalita del cuneo salino.

Fiato sospeso per il raccolto estivo, rischio attacchi fungini
“Le piogge di primavera sembra abbiano portato un effettivo beneficio alle falde e alle semine, ma stanno anche creando problemi di qualità alle colture autunno-vernine come il grano, su cui, anche nel veneziano, molti agricoltori avevano puntato per sfuggire alla siccità – spiega Stefano Tromboni, presidente Confagricoltura Venezia-. Ora infatti stanno emergendo difficoltà a lavorare i terreni impregnati d’acqua e a fare i necessari trattamenti, tanto che ne è derivata l’insorgenza di malattie fungine. Per vedere come andrà davvero il raccolto di grano. bisogna attendere quindi ancora qualche settimana”.
Grazie alla pioggia in ripresa il mais, che vede Venezia al secondo posto
Buone prospettive si registrano, invece, per il mais, grazie alle recenti piogge, confidando che l’estate non riproponga poi lunghi periodi di siccità.
Il Veneto è il primo produttore di mais in Italia con una superficie complessiva di 184.000 ettari e Venezia si situa al secondo posto, dopo Padova. L’attuale situazione sembra essere è favorevole anche alla soia, che vede Venezia prima provincia per investimenti seguita da Padova e Rovigo.
Preoccupazione per gli alti costi di produzione e il crollo dei prezzi
I costi di produzione rimangono alti, anche se c’è stato un sensibile calo dei costi dell’energia. “Qualche risparmio c’è stato, anche con le mancate irrigazioni, ma i costi dei fertilizzanti a gennaio erano ancora molto alti, così come quelli dei semi –continua il presidente Tromboni -. La nota veramente negativa, però, è sul fronte dei prezzi: il mercato dei cereali è crollato drasticamente nel giro di qualche mese, complice anche lo sblocco del grano ucraino. Anche l’aumento delle superfici a grano e orzo, stimate in circa il 30% in più, ha contribuito alla contrazione delle quotazioni. Fortunatamente molte aziende agricole hanno aderito ai contratti di filiera con alcune industrie alimentari, che danno la garanzia di un reddito e spingono verso la sostenibilità ambientale”.

I dati ISTAT non sono per niente incoraggianti
“Proprio in questi giorni – conclude il Presidente Tromboni – l’Istat ha pubblicato i dati relativi al settore agricolo 2022, che evidenziano come l’andamento economico dell’agricoltura italiana sia in controtendenza rispetto al resto dell’economia nazionale. Nel 2022, infatti, il valore aggiunto Del settore agricoltura, silvicoltura e pesca è calato, in termini reali, dell’1,8%; in flessione anche volume della produzione (-1,5%) e occupazione (-2,1%). Andamenti negativi si registrano per quasi tutte le coltivazioni: in decisa contrazione la produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); diminuiscono le attività di supporto (-5,4%) e il comparto zootecnico (-0,6%). In forte rialzo i prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+17,7%), ma incremento ancora più consistente dei prezzi dei beni e servizi impiegati dal settore (+25,3%). Produzione e valore aggiunto sono, di conseguenza, in deciso calo (-3% e -1,5%) in tutta l’Ue, dove l’Italia risulta seconda per valore aggiunto e terza per valore della produzione”.