VALDOBBIADENE – Elegante serata alla Filandetta della Cantina Bortolomiol – a Valdobbiadene – per la presentazione del libro “Il sogno del Prosecco” – la vita di Giuliano Bortolomiol, nato 101 anni fa fondatore del prestigiosa cantina, pubblicato dal giornalista Ettore Gobbato, edito dalla Giunti. La presentazione è stata celebrata dal vicedirettore del Corriere della Sera ed esperto di vini, Luciano Ferraro, che ha fatto da moderatore per gli interventi dell’autore Ettore Gobbato, l’agronomo Attilio Scienza, l’editore Marco Bolasco e di Susan Gordon in collegamento da New York, grande comunicatrice ed esperta di vini rinomata in tutto il mondo. Immancabile anche la presenza delle quattro figlie di Giuliano Bortolomiol: Elvira (prima presidente donna del Consorzio Docg), Maria Elena. Luisa e Giuliana. Tra gli altri intervenuti Marina Montedoro (presidente dell’associazione per il patrimonio per le colline del Prosecco superiore). Il governatore del Veneto Luca Zaia ha voluto portare il suo saluto. Ad accogliere gli ospiti c’era la banda di Valdobbiadene di cui Giuliano Bortolomiol faceva parte.

Ettore Gobbato, autore del libro, nasce a Milano (ma il padre è nato a poca distanza da Valdobbiadene), dove si laurea in Filosofia. Giornalista in pensione, vive in Abruzzo. Per confezionare il libro “ho ricostruito i dialoghi come se stessi scrivendo un romanzo – rivela Gobbato – ho raccolto decine di testimonianze, circa 60 ore di registrazione come se realizzassi un reportage televisivo d’attualità. Ho unito tutto per raccontare la vita di un uomo che a piccoli passi, con coerenza e determinazione ha fondato un impero”. Nell’arco di una generazione Giuliano Bortolomiol ha trasformato il Prosecco, in un vino che si consumava soltanto nei dintorni di Valdobbiadene e di Conegliano, in un prodotto internazionale che rappresenta, più di ogni altro, le bollicine made in Italy. “Mi ha affascinato in questa attività la modestia, l’attività di pensieri e la capacità individuale” racconta Ettore Gobbato.

Giuliano Bortolomiol nasce il 27 febbraio 1922 a Ponteggio, piccolo borgo di Valdobbiadene. Il padre Guglielmo era un mediatore, una figura importante nella civiltà contadina dell’epoca. Figlio d’arte per tradizione familiare, e particolarmente portato per vocazione naturale, il giovane Giuliano Bortolomiol, si iscrive alla Scuola Enologica di Conegliano. Subito dopo la guerra, conclude i suoi studi conseguendo il titolo di enotecnico. Le sue prime esperienze lavorative di cantina saranno in Friuli e in Puglia.

Il “Sogno del Prosecco” inizia dal dopoguerra: è una storia di povertà e dignità, emigrazione, biciclette per andare a scuola, di ricostruzione del paese. Lo stato delle campagne era disastroso e i contadini preferivano abbandonare le colline per recarsi in pianura a cercare lavori più remunerativi. Era necessario convincere tutti che c’era un futuro in quel vino venduto sfuso e servito in caraffa: la fondazione della Confraternita, la nascita dell’Azienda, l’istituzione del Consorzio, il restauro di Villa dei Cedri, la Mostra Nazionale degli Spumanti. Tutto viene raccontato da Ettore Gobbato nel “Sogno del Prosecco” portando in primo piano i sentimenti familiari, la solidarietà degli amici, i piccoli gesti quotidiani, la voglia di vincere di questo protagonista della semplicità. “Ma – Ettore Gobbato racconta – è merito anche della moglie Ottavia (ancora in vita, novantenne ndr)”.

A fine dibattito un commovente ritratto di tutte le fasi della vita di Giuliano Bortolomiol che partì con il “Guzzino”, una motocicletta che era alla presenza degli ospiti, per vendere il vino.