La prima settimana del Giro d’Italia aveva aumentato le paure degli appassionati, dubbiosi sulle possibilità di vittorie azzurre dopo un inizio tutt’altro che promettente. Il successo di Alberto Dainese a Reggio Emilia, però, ha sbloccato gli italiani, che prima con Oldani e Ciccone e poi con Covi e Sobrero si sono presi la scena in questo Giro. Nelle corse a tappe e nelle Classiche il futuro sembra comunque grigio, mancando per il momento corridori in grado di competere con i fenomeni odierni in classifica generale e in gare da un giorno. Per Ale Ballan, ultimo campione del mondo italiano e vincitore di un Giro delle Fiandre, andrebbe rinnovato il movimento per aiutare i giovani a crescere, garantendo loro uno sviluppo in casa propria attraverso squadre World Tour.
Ale Ballan, a Giro finito quali sono le sue impressioni?
“La tappa della Marmolada nel finale ci ha regalato un bello spettacolo e ci siamo divertiti, in questo senso credo che Mauro Vegni sia riuscito a centrare l’obiettivo di tenere i giochi aperti fino all’ultimo. Al tempo stesso, però, è sembrato che i corridori si siano dati da fare solo sul finale, aspettando sempre l’ultima salita per fare selezione e di conseguenza non regalandoci numeri emozionanti con azioni da lontano. Altri corridori probabilmente avrebbero ammazzato la corsa prima della terza settimana”.
È rimasto sorpreso dagli italiani?
“Non mi aspettavo così tante vittorie, alcune delle quali prestigiose, quindi il risultato finale per il mondo azzurro è sicuramente positivo. I successi sono arrivati in tappe importanti e questo fa ben sperare considerando che sono stati ottenuti da giovani prospetti interessanti, anche se gli unici che hanno portato in alto la nostra bandiera nella classifica generale sono stati Nibali e Pozzovivo. Il primo si ritirerà e il secondo compirà a breve quaranta anni”.
Ale Ballan, dei giovani in mostra a questo Giro chi ha più potenziale?
“Tutti hanno qualcosa, altrimenti non avrebbero vinto tappe così importanti. Covi in salita si è dimostrato validissimo e soprattutto è riuscito a lasciare dietro corridori in fuga con lui e a battere avversari forti. Mi ha sorpreso Sobrero, che è andato molto forte nella cronometro dell’ultima settimana. Questo vuol dire che il ragazzo riesce a recuperare bene e velocemente. Così come Dainese e Oldani, vincitori inaspettati ma che sono stati protagonisti di guizzi e azioni che fanno ben sperare”.
Da grande corridore nelle corse di un giorno, vede qualcuno in grado di sostituire Colbrelli?
“Per questa tipologia di gare vanno individuati corridori con certe caratteristiche. E in grado di fare la differenza su percorsi lunghi e da oltre 250 km. Guardando la mia carriera, i successi li ho ottenuti proprio in corse del genere. Perché una delle mie qualità era quella di resistere e di rimanere costante quando la maggior parte dei corridori calava di ritmo. Al Giro di corridori azzurri validi ne abbiamo visti, ma andranno valutati su queste prove per capire se potranno portare vittorie nelle Classiche. Ad oggi mi sento di fare il nome di Battistella. Un giovane che ha già dimostrato di saper stare davanti su gare dure e dalla lunga distanza”.
Ale Ballan, di cosa ha bisogno il ciclismo italiano per rinnovarsi?
“Da anni ci sono sempre meno squadre italiane e il danno più grande è non avere una squadra World Tour. L’Italia, per quello che rappresenta storicamente nel ciclismo, dovrebbe averne due o tre e senza è difficile far crescere i giovani. Così i ragazzi sono costretti ad andare all’estero in una fase della propria vita in cui possono non essere pronti ad affrontare certi problemi che in Italia non avrebbero trovato”.