Le cose preziose che passano tra le dita si amano con una paura senza fine. Quelle trovate nel cassetto della memoria, quelle riconosciute allo specchio. Le voci, la voce alta della Madre. Alla Madre allude il foglio bianco sul quale il segno dovrebbe essere solco dell’aratro, nel più antico testo in volgare, l’Indovinello Veronese.
Lucia e la madre

Anche per Lucia Guidorizzi, poeta generosa e sensibile, il rapporto con la Madre è questione complicata: la propria, Gemma Tasinato Guidorizzi, autrice di pregio; l’assoluta, limite e forza propulsiva di ogni canto. La sua nuova raccolta Gemmealuce, appena edita da Supernova, è impresa funambolica. Si cammina sul filo potente dei versi, ma in bilico sul precipizio delle emozioni. Sembrerebbe un azzardo, a cui ben si addice l’esergo tratto da Jules Michelet: Proprio quando il mare è agitato, noi dobbiamo lasciare la riva.
Gemmealuce. Un viaggio tra madre e figlia
Gemmealuce è tappa fondamentale della produzione di Guidorizzi, padovana di nascita e veneziana d’adozione da decenni. Lucia la viandante, esploratrice dei sentieri, quelli del mondo e quelli della mente. Lucia, in cui lo spirito di ricerca, la curiosità per la vita è pari solo al sentimento delle cose.
Appartenenza e mistero

Una famiglia colta, la sua, che le ha trasmesso l’amore per la scrittura, soprattutto per il testo poetico: «Il mio rapporto con la scrittura ha origini remote ed è legato a mia madre. – racconta – Sempre e comunque l’amore per lei, è stato inestricabilmente congiunto con l’amore per la poesia. Si è trattato di un amore non sempre facile, anzi, controverso, come spesso sono i rapporti tra madre e figlia, segnato da molte difficoltà e incomprensioni, ma proprio per questo profondamente radicato».
Figlia di una madre affascinante

Essere figlia di Gemma Tasinato, conoscerne il fraseggio limpido e preciso che affascinò Maria Luisa Spaziani e molti altri intellettuali italiani del Novecento, ha significato sicuramente per Lucia ricevere un’educazione sentimentale, estetica e concettuale straordinaria. Si sa, tuttavia, che ogni rapporto madre-figlia è comunque costellato di contraddizioni e sfide inespresse, inadeguatezze presunte e per lo più celate.
Dialogo e riscoperta della madre
Doppiamente importante è, dunque, l’operazione condotta da Lucia, che intesse un dialogo vitale con la produzione materna: i versi di Gemma in corsivo, i suoi in tondo, in un intreccio emotivamente e filologicamente pregnante: Guidorizzi la definisce «un’operazione psicomagica: trasformare e risanare il passato, legato al vissuto familiare a volte doloroso e conflittuale, attraverso la piena accettazione del presente, in una forma di comunicazione creativa».
La scoperta dell’importanza solo dopo la morte
Dopo la morte di Gemma, riordinando la casa, Lucia mette pienamente a fuoco l’importanza del lavoro della madre, il suo ruolo nell’ambito degli scambi letterari della sua epoca, la stima che molti critici avevano manifestato per le raccolte, tutte pubblicate da Dino Rebellato: Non vale il rimpianto (1961), La polvere del tempo (1963) e Miradores ed altre poesie (1965), con la prefazione di Spaziani; poi, l’opera teatrale Il treno del ritorno (Gastaldi Editore, 1964), o il libro di memorie pubblicato nella maturità, Il cammino del granchio (Panda Edizioni, 2004). Si ritrovano testi inediti, che Lucia sente più che mai vicini al proprio mondo poetico.
Una madre “riscoperta”
Tuttavia, Gemmealuce, se ci regala la scoperta della scrittura di Gemma, la sua capacità di costruire archetipi con gesti quotidiani, e ci conforta nel controcanto di Lucia, che sa sciogliere i vuoti di senso, le contrapposizioni e gli interdetti, è anche molto di più.
La gemma

A partire dal titolo, un’unica emissione di fiato per esprimere tutto: forza primaverile della gemma che spinge per nascere, luce ad illuminare un buio che sottende l’intera raccolta. Io che fui sposa e madre / vestito ho la mia carne / di altera indifferenza, / ma nel buio cerco / il mio dolce e chiaro pianto. / Navi, guerrieri, incendio: / la notte è un crudele / assalto di ricordi, / è vivaio d’oscure presenze. scrive Gemma in Andromaca-allegoria.
La madre ritrovata in un mondo parallelo
Perché è l’oscurità di una discesa all’Ade che Lucia percepisce, il distacco in cui la Madre appartiene ormai ad un mondo parallelo e, si teme, irraggiungibile: Tu che coglievi i misteri / Tu che volevi spiegarmi la vita / E ti nascondevi dietro alle tue parole … e ancora Forzerò la pietra fredda dell’oblio (dissoderò l’arida steppa dell’oblio), strapperò fiori alla tua roccia … Madre Euridice, ricordata Ancora mi appari/ Bellissima drappeggiata / Nella veste nera / Nel dramma di Eschilo in Coefora, come appare nella foto di copertina.
La parole chiave

Morte, perdita, mancanza: sono tutte parole chiave della raccolta Gemmealuce, anche se Lucia riesce – nell’organizzazione dei testi, nella struttura dialogica tra le due voci narranti – a trasformare il senso dell’intero progetto: come scrive Enzo Santese nella Postfazione «Il riverbero concettuale della madre sulla figlia solitamente è assunto come punto ineliminabile di partenza per ogni tragitto esistenziale. In questo caso invece è l’innesco per un’elaborazione ulteriore che può arrivare anche ad approdi di pensiero completamente diversi …».
Per Silvia Favaretto, a sua volta scrittrice e poeta, autrice della commossa Introduzione, infatti «L’intento azzardato e rischiosissimo di Lucia, quello d’inserire i versi della madre scomparsa nel suo stesso libro, è un coraggioso gesto di pacificazione, l’accettazione e l’inclusione di uno spettro nella propria creatura letteraria …».
Dalla gemma alla radice. Dalla madre alla figlia
Di quella forza ctonia, a noi resta una luce assoluta: ciò che è radice, ma soprattutto ciò che è gemma. Non c’è, credo, una sola via per arrivare alla meta; spesso, la via più breve non è la migliore. Qui, per infiniti abissi di memoria, emerge anche la differenza tra le due voci. Forse il frutto più bello, di salvezza e guarigione.
Bellissima recensione.
Bella e importante recensione.
Tantissime grazie a Francesca Brandes per l’intensa e generosa recensione in cui è perfettamente riuscita a cogliere i miei intenti e a portarli alla luce. La sua scrittura è sempre limpida e preziosa.
Bellissima recensione e magnifico testo!