Per http://www.enordest.it è il secondo Natale con i suoi lettori che oggi si contano a centinaia di migliaia, un traguardo oltre ogni previsione. Non possiamo che essere contenti, il consenso cresce di settimana in settimana.
Le differenze con il Natale scorso

C’è qualche differenza rispetto al Natale dello scorso anno, quando il sistema sanitario era al collasso, le terapie intensive intasate. Non c’era il vaccino, il numero dei morti saliva ogni giorno. Ci sono immagini del 2020 che resteranno nella storia, evidenziano la nostra fragilità e le nostre speranze, possono insegnare a non sottovalutare mai un pericolo e ad assumersi sempre le responsabilità con coraggio e onestà. È facile essere grandi e brillanti quando le cose vanno bene, è difficile restare uomini veri quando le cose vanno male, quando si deve essere all’altezza degli altri uomini, nel senso di capirli, soprattutto di aiutarli.
Due immagini su tutte

È impossibile dimenticare l’immagine angosciante dei camion militari che portavano via dagli ospedali le bare dei morti di Covid. Di notte, quasi di nascosto. Morti da soli, senza nessuno accanto, senza uno sguardo, una carezza. Morti ai quali veniva negata la più umana pietà, quella dell’addio. È difficile dimenticare l’immagine di Papa Francesco che ha celebrato i riti della Pasqua da solo in una Piazza San Pietro deserta, sotto la pioggia, claudicante, davanti a un Cristo in croce che sembrava ascoltare attento le parole di quell’uomo venuto dall’altra parte del mondo. Eppure, nella sua drammatica solitudine, questa era anche la foto della speranza. È bastato un vaccino per dire che la luce del giorno aveva ancora una volta sconfitto il buio con le sue paure.
Il vaccino

Ecco, la grande differenza tra il Natale scorso e quello di oggi la fa il vaccino: la scienza ha trovato la medicina per arginare i danni, per metterci al riparo, per limitare contagi. Certo non è tutto finito, il Covid nelle sue varianti continua a diffondersi e a mietere vittime, ma il vaccino ci protegge, ci consente di fare cose ieri proibite, ci ha restituito in parte la socialità, la possibilità di ritrovarsi, di continuare a credere nella vita.
Scienza e come rinnegarla: le colpe di chi?

Non è facile, c’è chi continua a restare chiuso in un mondo tutto suo nel quale il Covid non esiste e le morti di milioni di persone nel mondo sono incidenti dilatati per gettare allarme e confondere. C’è chi si sveglia la mattina e scopre che basta leggere una pagina su internet per saperne quanto, se non di più, di scienziati che hanno dedicato ai virus studi e vita.
I media

Forse è vero che i virologi in questi mesi hanno peccato di presenzialismo e di presunzione, qualcuno dice che potrebbero stare più in laboratorio e meno in televisione. Comunque sanno di cosa parlano e non difendono interessi di parte. Qualche responsabilità l’hanno anche i mezzi di comunicazione, hanno spalancato il palcoscenico ai novax regalando uno spazio che non avrebbero dovuto avere. Una minoranza rumorosa e spesso trasgressiva ha preso il sopravvento su una maggioranza silenziosa e rispettosa delle regole e degli altri.
La libertà d’espressione
Ognuno può mantenere le proprie idee, a patto che non danneggino quello che è l’interesse comune, o la salute comune, visto l’argomento. Ci sono oggi migliaia di persone che dovrebbero essere operate d’urgenza per tumori, per problemi cardiaci, per patologie esplose e scoperte all’improvviso e non possono essere ricoverate e operate perché gli ospedali, le terapie intensive, le strutture sono occupate dai malati di Covid non vaccinati. E l’età si abbassa sempre di più e pone problemi destinati a destabilizzare gli anni che verranno. Si è già registrato un calo sensibile delle nascite, si è accertato che l’aspettativa di vita ha avuto una frenata inattesa. Molti dei vantaggi del benessere se ne stanno andando per la pandemia.
Dobbiamo stare attenti

Occorre non abbassare la guardia, rispettare le regole, convincere anche chi è restio che certe battaglie si possono e si devono vincere tutti insieme e non con gli egoismi.
Il ruolo della politica

Anche la politica deve fare la sua parte, assumersi le sue responsabilità. Forse sarebbe stato giusto, per esempio, decidere l’obbligo vaccinale al momento opportuno. Non si porta avanti un Paese cedendo a tutte le tentazioni, accarezzando il populismo, l’egoismo, il no a ogni costo, l’assistenzialismo senza controllo.
L’economia

E c’è il problema dell’economia, di quella danneggiata dal calo dei consumi, dalla mancata produzione, da un turismo colpito gravemente. C’è il problema di una parte della società diventata più povera e più debole, che fa la coda davanti alle mense della Caritas, che non ha soldi per pagare bollette e affitto. C’è chi ha perso il posto di lavoro e per comunicarlo è bastato un messaggio sul cellulare. Aziende con centinaia di dipendenti chiudono di colpo.

Il caso della Speedline alle porte di Venezia è esemplare: una multinazionale trasferisce macchinari e produzione all’estero, molte centinaia di famiglie di tre province sono sulla strada. È una vergogna, lo Stato dovrebbe mettere regole precise per evitare che chi compra in Italia, gode di vantaggi e sgravi, poi possa tranquillamente chiudere baracca e burattini e andarsene senza nemmeno chiedere scusa. E non in nome di un giusto guadagno, ma per inseguire un sempre maggior profitto!
Sono soltanto alcuni aspetti di un anno che se ne va

Non sono mancate le soddisfazioni. L’Italia sportiva, per esempio, ha raggiunto risultati imprevisti, ha fatto il pieno d’oro a ogni livello, tra Europei di calcio e Olimpiadi e Paralimpiadi ha vinto tante di quelle medaglie che si è perso il conto. E, restando allo sport, un eroe come Alex Zanardi ha vinto la sua gara più dura e più bella, ce l’ha fatta a tornare a casa.
Cosa ci lascia questo Natale
Un Natale che ci lascia problemi vecchi e parole nuove da trasferire nel vocabolario: da novax a green pass, per citarne due.
Aspettando il Presidente

E un problema enorme da risolvere: a breve si dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Difficile fare previsioni. Una cosa, però, è sicura: Sergio Mattarella si è dimostrato il più degno e onesto Presidente che l’Italia intera potesse avere in queto periodo. Ha sempre avuto il coraggio di esprimere quello che pensava la parte sana del Paese e non ha avuto paura di perdere la fiducia. L’Italia non si governa con i sondaggi d’opinione, ma guardandola negli occhi, capendone i difetti e i pregi, costringendola ad assumersi le responsabilità. Gli italiani non sono stupidi, sanno come sono fatti e cosa vogliono.
Lo specchio del Paese

E se le cose vanno male la colpa non è, per esempio, solo dell’informazione. I giornali e le tv sono esattamente lo specchio del Paese che riflettono. Se lo specchio è pulito e non deformante rappresenta esclusivamente la realtà che può non essere bella. Attenti, però, a non leggerla a rovescio.
Tanti auguri a tutti i nostri lettori dalla redazione di http://www.enordest.it.